L'ANALISI
20 Giugno 2021 - 06:05
CREMONA - L’emergenza sanitaria impone ancora regole ferree, l’attenzione è sempre altissima, ma a Casa Serena la grande paura è passata. Il Covid è un brutto ricordo, ormai lontano. Qui, nella residenza per signore anziane di via Aselli gestita dalle suore della Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore, il 5 gennaio scorso è scoppiato un maxi focolaio. Su un totale di 90 tra religiose, ospiti, assistenti e volontari, 66 persone sono risultate positive al Covid-19, molte erano asintomatiche, altre con pochi sintomi ma è bastato per far scattare l’allarme, le procedure di sorveglianza e gli screening. In particolare, erano stati contagiati 49 ospiti su 53, 8 suore su 11, 5 operatori su 13 e 4 volontari su 13. Delle 49 ospiti, in particolare, 38 erano state subito isolate all’interno delle loro stanze, per 11 era stato disposto il trasferimento in ospedale, anche a scopo precauzionale, una morirà nei giorni successivi al ricovero.
«Ora finalmente siamo Covid free: è così che si dice? — sorride suor Olimpia Bergonzi mentre stringe fra le mani il Crocifisso che porta al collo e tira un sospiro di sollievo —. Da un mese e mezzo, e anche di più, nella struttura non si registra alcun caso di positività, siamo tutti con il segno meno. E proprio in virtù di questa condizione, le vaccinazioni procedono a pieno ritmo grazie all’Ats. Recentemente è entrato in struttura un nuovo ospite, vaccinato e con tampone. Tutto regolare».
Casa Serena non è una residenza sanitaria assistenziale. È, piuttosto, una casa-albergo: due sale da pranzo, la sala in tv in comune, molte camere doppie. A differenza delle Rsa, dove gli ospiti sono in carico alla struttura e non più al medico di base, nelle residenze come quella di via Aselli è sempre il medico curante responsabile dell’assistenza. Ma come avviene nelle Rsa, anche a Casa Serena ospiti e famigliari non possono ancora riabbracciarsi, ma soltanto vedersi attraverso un vetro protettivo. «Mi auguro ancora per poco — spiega suor Olimpia — a luglio vorrei riaprire la Casa alle visite dei parenti. E permettere alle ospiti in grado di badare a loro stesse di uscire per una passeggiata o per andare a messa». Allarme rientrato, dunque. Per le 12 religiose, gli 11 dipendenti, i 31 ospiti e i loro famigliari si prospetta un’estate doppiamente serena, dopo lunghi mesi di angoscia.
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