L'ANALISI
18 Giugno 2021 - 06:10
CREMA - Mentre il parroco di San Bernardino, il quartiere in cui era nata e cresciuta, si prepara a dare l’ultimo saluto a Sabrina Beccalli; l’uomo accusato d’averla assassinata distruggendone poi il cadavere, quell’Alessandro Pasini in carcere ormai da dieci mesi, sceglie di essere giudicato con il rito abbreviato. Oggi alle 15.30, don Lorenzo Roncali celebrerà il funerale dell’operaia 39enne. E ai piedi dell’altare ci sarà una semplice urna. All’interno, i pochi resti di una ragazza le cui ultime ore di vita si perdono tra le stanze e il pianerottolo di una palazzina di via Porto Franco. Ossia lo stabile in cui era entrata poco prima dell’alba del sabato di Ferragosto, proprio con Pasini. Lì, stando alla Procura, l’amico e vicino di casa 46enne l’avrebbe uccisa per una avance sessuale respinta. Ma è anche una ricostruzione, quella degli inquirenti, cui Alessandro ha sempre contrapposto la versione del malore fatale, dovuto alla cocaina, che i due avrebbero consumato nell’abitazione.
A pronunciarsi su quanto effettivamente accaduto in quei minuti sarà il giudice per l’udienza preliminare Elisa Mombelli e lo farà il primo luglio. È infatti fissato per quel giovedì il primo atto di un procedimento che, con ogni probabilità, verrà celebrato con il rito abbreviato. A confermare l’orientamento processuale, nella giornata di ieri, è stato del resto il difensore dello stesso Pasini, l’avvocato Paolo Sperolini. Il rito alternativo consentirebbe al suo assistito, in caso di condanna, lo sconto di un terzo sulla pena finale. Ma di contro, evitando il dibattimento in Corte d’assise, il campo del giudizio verrebbe ristretto al cosiddetto «stato degli atti». Quindi, alle sole risultanze delle indagini svolte sino ad ora e chiuse in maggio, con l’avviso notificato alle parti. La famiglia Beccalli (l’operaia era madre di un ragazzo oggi 16enne) ha infatti deciso di seguire il caso affidandosi ad un proprio legale, l’avvocato Antonino Ennio Andronico.
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