L'ANALISI
14 Giugno 2021 - 20:54
CREMONA - «In maniera indegna e indecorosa questa manifestazione esecrabile avviene ogni anno e per di più sulla tomba di uno dei peggiori ‘capoccia’ fascisti dell’epoca: questo era Roberto Farinacci». Il sindaco Gianluca Galimberti si riferisce a quanto successo al cimitero di Cremona l’8 maggio scorso: saluti romani, bandiere della Repubblica sociale italiana, il canto di ‘Giovinezza Giovinezza’, il grido ‘presente’ e il saluto con il braccio teso a Mussolini, al capitano delle Ss e della Gestapo Erich Priebke, responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, e al maresciallo Petain, capo del governo collaborazionista di Vichy. Organizzato dal Comitato onoranze caduti cremonesi della Rsi, il raduno vietato in un cimitero blindato dalle forze dell’ordine, è — senza essere mai nominato — al centro di un’interrogazione di Stella Bellini del gruppo Pd: «Alcuni giorni addietro si è ripetuta, con le medesime modalità del passato, una vistosa violazione del divieto di apologia del fascismo. La manifestazione, non autorizzata, ma consentita, motivata come gesto di libertà di culto, appare intollerabile».
Secondo Bellini, «è evidente che non di cerimonia religiosa di suffragio si tratta (e si trattò sempre nel passato), bensì di reiterazione di una testimonianza storico-politica, rivolta a rinverdire le gesta ignobili del ventennio». Ed è anche «evidente la volontà di depotenziare quando non di insolentire l'indirizzo del massimo organo comunale». La consigliera radicale del Pd inoltre critica aspramente «la volontà di ribadire un’inaccettabile equivalenza tra gli opposti campi (tirannia e lotta per la libertà) e le opposte ragioni, di cui ha fatto giustizia la Liberazione. Le cui conquiste, che hanno permesso oltre 75 anni di libertà collettive ed individuali e di diffuso benessere, non possono in alcun modo essere sottoposte a costante revisionismo di stampo fascista». Infine la richiesta per cui Bellini ha ricevuto il grazie di Galimberti: «Il sindaco ufficializzi le ragioni per cui il Comune di Cremona non ha rilasciato l’autorizzazione per una manifestazione per cui mancavano i requisiti formali e morali. Parimenti si chiede che venga ribadita una presa di distanza dai motivi ispiratori di una gestione flessibile dell’ordine pubblico di una manifestazione non autorizzata». «Ogni anno — ha spiegato Galimberti — arriva una inguardabile e provocatoria lettera a cui rispondiamo in accordo con Prefettura, Questura e forze dell’ordine, negando l’autorizzazione richiesta».
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