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27 Maggio 2021 - 09:18
La veterinaria Laura Gatti e una veduta del canile consortile di Vaiano
VAIANO CREMASCO - Preoccupante impennata di abbandoni di cani nel Cremasco. La cartina al tornasole è come sempre il canile consortile di via Martiri delle Foibe. A mandare avanti la struttura provvedono i volontari dell’associazione Sogni felici, da cui prende il nome, con la supervisione e sotto la responsabilità del veterinario Laura Gatti, affiancata dal marito Angelo Bettinelli.
«In pochi giorni, direi una decina — spiega la titolare della clinica veterinaria Animal hospital di via Borgo San Pietro a Crema
— abbiamo dato ricovero al canile a otto esemplari, tra l’altro tutti senza microchip. Nei mesi scorsi ci occupavano di due, tre casi di abbandono ogni trenta giorni». Al momento la struttura ospita 40 esemplari, è dunque ben al di sotto della sua massima capienza. Ma è chiaro che il fenomeno è preoccupante. «Possono esserci molteplici fattori — aggiunge la veterinaria —: innanzitutto la fine delle restrizioni, c’è più gente in circolazione, dunque c’è anche meno attenzione ai cani. Se si tratta di animali che magari girano liberi in un cortile o in altri spazi privati, a volte vengono lasciati soli a lungo e dunque tendono a scappare».
Ci sono poi gli abbandoni veri e propri. L’assenza del microchip, obbligatorio per legge, rende assai complicato il lavoro dei volontari e del personale del canile. Diventa praticamente impossibile rintracciare i proprietari, che andrebbero anche incontro a una sanzione, nel caso in cui non si presentassero a riprendersi il cane. «Se l’animale ha il microchip — chiarisce Gatti — possiamo telefonare al proprietario. Può darsi che non risponda subito alla chiamata, ma generalmente il problema si risolve entro breve». Per gli altri esemplari, il canile si impegna in campagne di adozione, utilizzando i social network e altri canali di comunicazione per far conoscere ai cremaschi gli animali presenti al rifugio. La risposta è molto spesso positiva e ciò contribuisce a controbilanciare gli arrivi. Ci sono però cani che sono in via Martiri delle Foibe ormai da parecchi mesi, se non da anni. Alcuni, purtroppo, hanno subìto maltrattamenti, presentano dunque paure che li rendono difficilmente adottabili. Segni di un passato di violenze e maltrattamenti, che i volontari cercano amorevolmente di cancellare. Passeggiate quotidiane nell’area di sgambamento e attenzioni, a volte, bastano per cancellare i traumi. In altri casi servono terapie e attenzioni particolari. Si tratta di un servizio per l’intera comunità cremasca, messo in campo ormai da anni dai Comuni, che sono consorziati e finanziano la struttura di accoglienza.
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