L'ANALISI
28 Agosto 2018 - 07:49
ALESSANDRIA - Insieme, il 13 gennaio del 2012, erano scampati al naufragio della Costa Concordia, all’Isola del Giglio. Poi la loro storia d’amore ha preso un’altra piega, quella emersa a fine giugno dopo un blitz della polizia locale di Alessandria: lui, 37enne di Cremona, avrebbe segregato in una casa della città piemontese lei, 48enne originaria di Padova, disabile. L’avrebbe chiusa a chiave nella stanza di un appartamento lurido, pieno di escrementi, senza possibilità di muoversi perché con problemi di deambulazione e senza nemmeno poter andare in bagno. [LEGGI]
Ora, il quadro si arricchisce di nuovi particolari. Quelli raccontati al quotidiano La Stampa dai genitori della vittima.
«L’abbiamo sempre seguita come merita una figlia speciale — ha spiegato il papà al quotidiano torinese —, cercando di renderle la vita il più possibile normale. Ma tutto è cambiato nel 2003, quando lei ha conosciuto un bresciano e si è sposata. I rapporti con noi si sono raffreddati: non ha voluto più vederci».
Due anni più tardi si è separata. E poco dopo, attraverso un annuncio su Internet, ha conosciuto il cremonese che sarebbe diventato il suo compagno e poi, sempre stando alle risultanze investigative, il suo ‘aguzzino’. «Lui si è fatto cointestare il libretto della pensione di invalidità di nostra figlia — hanno confermato i genitori a La Stampa, toccando uno dei filoni di indagine ancora aperti —: circa 800 euro al mese. Le raccontava che usciva per andare a lavorare ma ora abbiamo appreso che invece viveva con un'altra donna. E intanto teneva nostra figlia segregata, facendola vivere peggio di un animale».
C’è di più, secondo i genitori della 48enne, che su quel fronte hanno presentato segnalazione agli inquirenti: «Ci risulta che quell’uomo avrebbe usato i documenti di mia figlia per commettere truffe in Rete».
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