L'ANALISI
13 Marzo 2025 - 05:30
CREMONA - Il bilancio del benessere equo e sostenibile delle province premia i servizi cremonesi di pubblica utilità. Quasi tutti i Comuni offrono servizi per la prima infanzia (85,8%), mentre l’offerta ospedaliera, nel complesso, appare efficace, con una minima quota di ‘malati in fuga’ verso altre sedi (6,6%). Promosse anche la rete elettrica e idrica.
I dati provengono dall’edizione 2024 del report ‘Il benessere equo sostenibile nella provincia di Cremona’, nell’ambito di un progetto coordinato da Cuspi e con la partecipazione di enti nazionali, oltre che della provincia di Cremona. Al netto dei margini di miglioramento (un carcere sovraffollato, un sistema di trasporto pubblico da rinforzare), il giudizio dello studio non è fraintendibile: «Gli indicatori qui considerati delineano per il territorio cremonese una situazione molto positiva». I dati, forniti nel dettaglio dal report, acquisiscono ancora più valore se comparati alla media regionale e a quella nazionale, che in genere restituiscono risultati peggiori.
Si comincia passando in rassegna i servizi socio sanitari. Di questi fanno parte i servizi per la prima infanzia (asili nido e micronidi) e l’offerta ospedaliera. Sul primo fronte, Cremona si difende bene, con un parterre di servizi di tutto rispetto: «L’85,8% dei Comuni cremonesi – riporta lo studio – offre questi servizi, mentre a livello nazionale la percentuale si riduce al 64,4% ed a livello regionale al 79,2%». Le percentuali calano quando si parla di utilizzo effettivo del servizio: in provincia di Cremona, nel 2022, solo il 15,4% dei bambini avrebbe frequentato un asilo nido, mentre in Italia e in Lombardia si assiste a quote di poco più alte (rispettivamente, 16,8% e 18%).
Ma anche sull’offerta ospedaliera Cremona riesce a posizionarsi al di sopra della media nazionale. Lo dimostra il fatto che il dispiegamento delle risorse «sembra soddisfare pienamente l’utenza di riferimento territoriale». Complice anche la buona disponibilità di posti letto in istituti di cura pubblici o privati accreditati, che secondo lo studio sarebbero «34,9 per 10.000 abitanti, più di quelli rilevati in media sia a livello nazionale (32,7) che regionale (33,2)». Il che si traduce in un numero esiguo di cremonesi che cercano cure ospedaliere in strutture sanitarie di altre regioni, che, nel 2022, costituivano solo il 6,6% dei ricoverati: poco più che nel resto della Lombardia (5%). La tendenza, al contrario, sembrerebbe molto più diffusa nel resto del Paese, dove la stessa voce restituisce una quota dell’8,3%.
Pollice alzato anche per il sistema energia-acqua-rifiuti. «Nel 2023 – spiega il report – le interruzioni di servizio elettrico senza preavviso sono state in media 1,3 per utente, meno di quelle registrate in Italia (2,5) e in Lombardia (1,6)», mentre «le perdite idriche sono state il 24,2% del volume di acqua immesso in rete», sempre sotto la media. Ottimo il dato sulla raccolta differenziata (78,5%).
Restano alcuni talloni d’Achille sui quali lavorare. In primo luogo, il sovraffollamento delle carceri, che ospitano in media 134,3 detenuti per 100 posti disponibili. In Lombardia sono 141,8, in Italia 117.
In secondo luogo, ci sarebbe il problema dei mezzi pubblici. I dati parlano di un sistema che, nel complesso, deve ancora decollare: «Nel 2022 – sottolinea il report – nel Comune capoluogo i passeggeri del TPL sono stati in media 16,5 per abitante, dato di gran lunga inferiore alla media italiana (139,6) e soprattutto lombarda (259,7)».
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