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CREMONA. LA STORIA

Dal Monteverdi al San Carlo di Napoli

La storia: Pellegrini, studente del Conservatorio e della Stauffer, nella prestigiosa orchestra

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

11 Marzo 2025 - 05:15

Dal Monteverdi al San Carlo di Napoli

CREMONA - Sorride con in mano il suo violino, sullo sfondo il San Carlo di Napoli. C’è tutto nello scatto postato in Instagram. Leonardo Pellegrini, 23 anni ha avuto la meglio su una sessantina di partecipanti. Dal 25 marzo sarà ufficialmente membro dell’orchestra del teatro San Carlo, uno degli ensemble sinfonici più prestigiosi d’Italia, ensemble composto da 80 elementi.

«Ho ancora da passare il periodo di prova, ma diciamo che il grosso è andato — afferma di passaggio a Cremona per il ritiro dei diplomi del Conservatorio Monteverdi —. È un tassello importante, bisogna studiare, fare esperienza, ma avere un posto fisso è determinante, altrimenti non si mangia. Poter vivere di musica era il mio obiettivo, lo sto perseguendo. Questo è un primo passo».

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È felice — lo si percepisce a distanza — Pellegrini, smesso l’abito nero e il papillon, in una disimpegnante felpa e pantaloni grigi, stile casual con la custodia fantasia per il suo volino, «è un Andrea Postacchini del 1823, un liutaio marchigiano — spiega il violinista —, i miei genitori hanno fatto un investimento importante e mi fa piacere poterli ripagare degli sforzi che hanno fatto per farmi studiare, regalando loro il tanto ambito ‘posto fisso’. Ma non mi siedo, questo vuole essere solo un inizio».

Ha le idee chiare Pellegrini, le ha sempre avute, ha sfruttato ogni opportunità che il suo percorso formativo gli ha offerto e con riconoscenza e concretezza tipica piemontese, le origini del neomaestro d’orchestra sono di Vercelli. «Devo molto a Cremona, devo la mia formazione, gli anni del Conservatorio sotto la guida di Laura Gorna che mi ha portato a conseguire il diploma in violino — passa in rassegna il suo curriculum —. Contestualmente ho frequentato l’Accademia Walter Stauffer con il maestro Salvatore Accardo. Ero della classe in cui c’era anche Giuseppe Gibboni, solo per fare un nome. Vuol dire molto, anche trovarsi a lavorare con coetanei che hanno talento e voglia di fare. Tutto funge da stimolo. Così ho vissuto gli anni cremonesi e le occasioni di crescita che mi hanno offerto. Una volta diplomato, ho frequentato un master a Lugano con Massimo Quarta. Importante è stato l’incontro col maestro Stefano Pagliani, primo violino solista dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano e della omonima Orchestra Filarmonica dal 1990 al 2000, violinista di spicco del panorama italiano».

Studio e opportunità lavorative è un binomio vincente per Pellegrini: «Importante è stato il ruolo di aggiunto alla Fondazione Toscanini, dove ho cominciato a capire che cosa voglia dire fare il violinista professionista, ho ricoperto poi il ruolo di concertino dei primi violini al Carlo Felice di Genova, importante sono state le esperienze concertistiche all’Alighieri di Ravenna con Paolo Olmi. Poi sono approdato a Napoli come aggiunto nel 2022. E qui mi sono fermato, per ora».

Un traguardo importante, non lo nega il giovane violinista formatosi a Cremona: «Mi sono arrivati i complimenti dei miei insegnanti, Accardo, Gorna, ma anche di Silvia Chiesa. Mi ha fatto molto piacere. Ora si comincia a lavorare. Il clima è buono, mi trovo bene, sono fra i più giovani». A fargli i complimenti è il direttore del conservatorio Giuseppe Caffi: «Leonardo è un ottimo violinista, con grandi capacità virtuosistiche. un ragazzo serio e responsabile che sa dare tutto alla musica, facendo bene. Ha veramente dei numeri. E il suo ingresso al San Carlo lo dimostra. Siamo orgogliosi di lui».

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