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CREMONA. IL WELFARE SOTTO LA LENTE

Il decreto flussi delude, i lavoratori sono pochi

Il Ministero aggiorna le quote: a Cremona destinati 605 posti fissi e 34 stagionali

Claudio Barcellari

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redazione@laprovinciacr.it

05 Marzo 2025 - 05:15

Il decreto flussi delude, i lavoratori sono pochi

CREMONA - Preoccupano i numeri del decreto flussi su Cremona, che non superano le mille unità. I posti riservati – sul fronte del lavoro non stagionale così come nel caso degli stagionali – non superano quota 300 per nessuna delle voci: secondo i dati del Ministero del Lavoro, a Cremona sono riservati 605 posti totali sul primo fronte, contro i 34 lavoratori stagionali. Triangolo di allarme al settore socio assistenziale, con 169 unità su tutta la provincia.

L’articolazione del decreto, a livello nazionale, spinge sulle quote per lavoratori non stagionali, che sfiorano, nella Penisola, le 43mila unità. Ciascuna di esse è ulteriormente suddivisa per categoria, con una particolare attenzione alle ‘lavoratrici di tutte le tipologie di quote per lavoro subordinato non stagionale’. Per questa voce, il Ministero ha previsto un totale di 17.129 quote totali. A queste si aggiungono 15mila quote riservate a lavoratori di Paesi «con i quali siano vigenti accordi o intese di cooperazione in materia migratoria», 5.006 quote riservate a cittadini di Paesi «con i quali nel corso del triennio di riferimento del DPCM entrino in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria», a loro volta ripartite in due sottocategorie: sul totale, 1.542 andranno a lavoratori di cittadinanza tunisina, mentre 3.464 sono previste per lavoratori di cittadinanza indiana, alla luce dell’accordo sottoscritto il 2 novembre 2023 ed entrato in vigore il 1 aprile 2024. A chiudere, i posti di lavoro previsti per il settore dell’assistenza familiare e sociosanitaria, con numeri più bassi (5.700 lavoratori).

Le quote di lavoro stagionale, in base a quanto previsto dal Ministero, sono ripartite tra turismo e agricoltura, rendendo più articolata la suddivisione. «Per l'anno 2025, il DL n. 145/2024 ha altresì previsto che le quote per lavoro stagionale siano ripartite in misura uguale tra il settore agricolo e il settore turistico-alberghiero, ferme restando le quote di riserva dei lavoratori le cui istanze di nulla osta all'ingresso in Italia per lavoro stagionale, anche pluriennale, siano presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro maggiormente rappresentative nel settore agricolo e nel settore turistico/alberghiero». Nondimeno, le misure previste appaiono meno coraggiose: i lavoratori stagionali previsti dal decreto flussi saranno 38.462, di cui 15.380 per le lavoratrici, 2.101 per i lavoratori di cittadinanza indiana, 841 per i lavoro stagionale pluriennale, 13.736 per le istanze del settore agricolo presentate da un elenco ristretto di datori di lavoro. Si chiude la rassegna con le 3.143 quote per il turismo, anch’esse in risposta alle istanze delle organizzazioni professionali citate dal decreto, e 3.261 quote ‘residuali’ per le istanze di lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico alberghiero, per chi non fa capo alle associazioni che hanno presentato istanza.

Cremona, in questo quadro, rappresenta la fotografia delle scelte nazionali, con una netta preferenza per le quote riservate al lavoro non stagionale: in provincia, sono state riservate 242 quote alle lavoratrici donne, 180 agli ‘accordi recenti’, 7 ai lavoratori con cittadinanza indiana e altrettanti alla forza lavoro tunisina; 169, da ultimo, all’assistenza familiare e socio assistenziale. Carsici, invece, i numeri del fronte stagionale, con 12 posizioni previste per le donne che saranno impiegate nell’agricoltura, 1 solo posto per quelle destinate al turismo; sul dato unisex, il decreto prevede 2 lavoratori in campo agricolo e altrettanti per il turismo, una sola unità dall’accordo con l’India, e 16 lavoratori destinati alle associazioni datoriale agricole. Sul resto, la tabella del ministero riporta uno zero.

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