L'ANALISI
12 Giugno 2023 - 05:30
CREMONA - Tenta di acquistare online un’auto, ad un prezzo super conveniente, ma tutto si rivela niente altro che una truffa. Poteva finire decisamente male l’iniziativa intrapresa da un giovane cremonese che si è affidato ai canali online per acquistare una vettura usata. Il raggiro non è andato in porto grazie alle forze dell’ordine, che hanno messo in guardia il giovane in extremis.
Sulla rete si possono trovare vetture usate con pochi chilometri a prezzi davvero convenienti. Ma è veramente sicuro acquistare un’automobile in questo modo? Bypassando le concessionarie certificate? In certi casi sì, in altri, soprattutto quando il prezzo della vettura è stracciato, le probabilità di essere davanti a una truffa sono elevate.
La vicenda accaduta al giovane cremonese, G. A., è, a questo proposito, paradigmatica. Tutto inizia in un gruppo Facebook di acquisto e scambio beni privati. Dopo aver risposto ad un post pubblicato, relativo alla vendita di una Kia Sportage con circa 50.000 chilometri a 3.000 euro, il giovane viene contattato dall’inserzionista, che dichiara di essere svizzero e conferma di voler vendere la vettura, a suo dire priva di difetti.
Lo svizzero si è reso disponibile ad inviare da subito l’auto per farla visionare, tramite un carro attrezzi, che avrebbe dovuto essere pagato con un vaglia postale. Quindi ha domandato i dati del compratore, chiedendo anche di preparare il contante per il giorno dell’appuntamento fissato per la consegna.
Il cremonese non ha continuato l’iter di acquisto per una semplice ragione: nel contempo ha ricevuto lo stesso messaggio – nome, cognome e nazionalità naturalmente cambiati - rispondendo ad un altro post, questa volta su un sito web specializzato nella compravendita di cose usate. Insospettito, il giovane ha chiamato le forze dell’ordine e chiesto un consiglio. Gli uomini in divisa lo hanno messo subito in guardia e gli hanno consigliato di non continuare la trattativa. La vicenda si è quindi conclusa senza conseguenze ma, come detto, l’epilogo poteva essere ben altro. Sulla scia di questa vicenda, gli esperti, a cominciare dalla Polizia di Stato, in particolare la Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica (ex Polizia Postale e delle Comunicazione), ricordano a tutti i pericoli e quali condotte permettono di evitare di rimanere beffati.
I raggiri online - spiegano i poliziotti - sono un problema vero, difficile da risolvibile. Quella di fronte alla quale si è trovato il giovane cremonese è una truffa a tutti gli effetti, lo si capisce soprattutto per la richiesta di pagare il carro attrezzi con un vaglia: questa, infatti, è una modalità poco utilizzata in questi casi. Quando si va a riscuotere un vaglia, la persona rilascia solo un documento, che potrebbe anche rivelarsi falso, facendo sì che venga meno la sua rintracciabilità. Sono innumerevoli le denunce fatte da persone che pagano le caparre per l’acquisto di automobili, o addirittura l’importo completo, senza ricevere il mezzo concordato, perdendo così i propri soldi».
Tenendo conto che vengono usati nominativi falsi e conti di prestanome, potrebbe rivelarsi impossibile perseguire gli artefici di questi raggiri. Difficile anche eliminare questa piaga. A seguito delle denunce, si cerca di oscurare i post incriminati ma in breve gli annunci vengono ripubblicati attraverso altri siti web o altri canali.
«L’unica soluzione che può tutelare in tutto e per tutto i cittadini in cerca di automobili usate - spiegano gli agenti - è rivolgersi a concessionarie fisiche, conosciute, con un proprio reparto ad hoc. La presenza di professionisti con documentazioni certificate e le transizioni tra il privato e la concessionaria stessa rendono gli acquisti sicuri e rintracciabili, permettendo ai compratori di avere tutte le garanzie del caso e non incorrere in truffe. Infine, la vendita di veicoli attraverso amici e parenti è sicuramente un altro modo per avere delle sicurezze, a patto che gli interessati si rechino insieme all’Aci».
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