L'ANALISI
13 Marzo 2023 - 05:30
Il rendering che mostra la chiesta trasformata in biblioteca
CREMONA - Un auditorium — è questa la destinazione più probabile —, ma anche una public library, perfino una palestra con al centro una parete per arrampicarsi, uno spazio per riflettere sull’assoluto: sono questi alcuni dei progetti che vorrebbero definire il futuro possibile della chiesa di San Marcellino, elaborati da studenti del Politecnico, provenienti da tutto il mondo. C’è chi arrivando dalla Cina non sapeva neppure dell’esistenza di Cremona e ha dovuto cercarla sulla cartina. Ora gli studenti, provenienti da Russia, Italia, Serbia, Cina, Stati Uniti, Grecia, Armenia, Polonia, Belgio, Francia, del Laboratorio di restauro architettonico del corso di laurea magistrale in Architettura, ambiante costruito e interni del Politecnico di Milano, «conoscono non solo la città, ma la sua conformazione demografica, gli spazi adibiti allo spettacolo e alla cultura e quelli che potrebbero essere utilizzati per dare nuovo respiro alla città», spiega Angelo Giuseppe Landi che insieme a Fausta Fiorillo ha chiesto agli studenti di riprogettare la chiesa di San Marcellino.
In realtà quella che si configura come un’esercitazione accademica ha un suo valore concreto, la parrocchia di Sant’Agata, Sant’Agostino e Sant’Ilario ha chiesto la collaborazione del Politecnico per ipotizzare una nuova funzione pubblica della chiesa di via Ponchielli.
«Il laboratorio del Politecnico ha concluso i rilievi e ha offerto idee in libertà, anche suggestive — afferma don Irvano Maglia dell’Unità pastorale —, ma ora bisogna trovare il modo di individuare un progetto adeguato e lavorare sulle risorse. La destinazione più probabile è quella di pensare a un auditorium, almeno questa è l’indicazione di interesse venuta da più parti e da istituzioni come Fondazione Ponchielli che utilizzano le chiese per il festival, ad esempio. È tempo di decidere».
L’idea, dunque, sarebbe quella di trasformarla in un auditorium aperto alla città e ai gruppi che in essa vi operano, ma intanto il professor Landi con gli assistenti tutor (Davide Bruneri, Raúl Musiate Arellano, Valentina Cinieri) ha lasciato gli studenti liberi di creare e di ipotizzare nuove funzioni dell’edificio, ma sempre nella tutela della chiesa: «Gli studenti hanno seguito un metodo rigoroso, a partire dal rilievo della chiesa con strumentazione innovativa laser scanner 3D, acquisendo capacità di restituzione e rilievo del manufatto edilizio e rilievo fotogrammetrico delle superfici interne ed esterne. Hanno poi sviluppato analisi tecniche, finalizzate a descrivere i materiali impiegati e le singole tecniche costruttive della chiesa» spiega Landi che ha voluto mettere alla prova i suoi ragazzi, pur non rinunciando al rigore che deve caratterizzare l’azione progettuale.
«Tra gli esiti del laboratorio vi sono funzioni perlopiù destinate ad un pubblico di giovani, in una città che sta invecchiando e dove già sono in atto progetti per campus universitari — afferma il docente del Politecnico —: quindi librerie e spazi di studio, atelier e laboratori per artisti, spazi per la danza e performance artistiche, una palestra con pareti per arrampicata: un enorme volume che simula pareti rocciose, un auditorium, spazi modulabili per piccoli spettacoli, audizioni, mostre. In un caso si è pensato ad un spazio con un’installazione d’arte che si ricolleghi ad uno spazio liturgico ‘aperto’ alle differenti fedi religiose».
Tutto ciò si pone in un’ottica ben precisa che Landi ci tiene a specificare: «Non si è perseguito l’obiettivo di verificare secondo normative ma di sviluppare idee, proposte, suggestioni e qualche volta provocazioni, per riflettere sul tema del riuso di spazi liturgici».
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