L'ANALISI
10 Novembre 2022 - 05:30
Il quartiere fieristico di Cà de' Somenzi
CREMONA - «La Fiera di Cremona si deve aprire a tutto il territorio provinciale, dal Cremasco al Casalasco, lo può fare attraverso il dialogo con le istituzioni e gli attori economici, siamo pronti ad accogliere proposte a cominciare dalla possibilità di creare un evento dedicato alla Cosmesi, settore trainante per il territorio». Così l’altra sera Roberto Biloni, presidente di CremonaFiere ha tracciato la road map per il futuro della società per azioni, durante la conviviale del Rotary club visconteo, di cui è stato ospite e relatore.
«La prima fiera dell’agricoltura cremonese risale al 1946 – ha esordito Biloni –: la città in questo campo ha fatto la storia, un valore che non possiamo dimenticare. Da noi è nata la razza frisona, i primi animali importati dagli Usa sono arrivati qui. Ma la fiera non è solo quella agricola. Oggi conta su quattro capannoni da 50 mila metri quadrati l’uno e su 100 mila metri quadrati di area scoperta. Siamo la seconda realtà regionale in termini di spazi. Partendo dalla necessità di ottimizzare costi, con tutto il consiglio d’amministrazione abbiamo deciso di fare un piano di sviluppo per discutere con il territorio gli obiettivi del futuro. Il nostro compito è ospitare sempre più manifestazioni, far girare gli spazi ammortizzando gli investimenti e dando occasioni di lavoro».
Puntare sulla realtà fieristica ha indubbi vantaggi anche per il tessuto economico e sociale. «Nelle fiere B2B ogni euro speso significa otto/nove euro di ritorno sul territorio – ha proseguito il presidente –. Non per nulla siamo saliti a oltre dieci eventi nell’ultimo anno».
Numerosi gli esempi di novità che hanno riscosso successo. Il Pet festival (dedicato agli animali da compagnia e non solo), Cremona Bricks, per gli appassionati dei mattoncini Lego, il festival tematico sulla cultura nipponica. Senza dimenticare le assemblee delle categorie economiche, come quella degli Industriali organizzata martedì.
«La fiera deve diventare un luogo a disposizione della comunità – ha continuato Biloni –: non deve più essere relegata al di là della tangenziale. Oggi ha bisogno di condivisione e partecipazione. E per farlo bisogna trovare alleanze. Per questo abbiamo aperto canali di relazione con altre fiere, da Milano a Bologna sino a Montichiari e Firenze. In più deve essere il riferimento di tutta la provincia, da Rivolta d’Adda a Casalmaggiore». Unire i territori è la parola d’ordine, superando differenze storiche, culturali e di tessuto economico.
«Ad esempio – ha sottolineato il presidente – le diversità tra Cremasco e Cremonese devono essere mitigate da chi come me ha una responsabilità istituzionale. Importante cominciare un percorso di condivisione di obiettivi, insieme a tutti i passaggi intermedi per raggiungere il traguardo. Attori da coinvolgere sono gli amministratori pubblici, e penso ai Comuni di Crema e di Casalmaggiore a far entrare come soci. Poi le organizzazioni economiche».
Sull’ipotesi di coinvolgere la filiera della Cosmesi, Biloni parlerà a breve con il senatore Renato Ancorotti, imprenditore cremasco del Make up e per anni presidente di Cosmetica Italia. «Se parti con una fiera della Cosmesi cominci a spendere e puoi avere un ritorno dopo tre quattro anni – ha preventivato Biloni –: non ci precludiamo nulla, siamo aperti a tutti, anche per raccogliere idee e proposte».
Anche a livello organizzativo CremonaFiere punta sulla specializzazione. «Oggi la fiera deve specializzarsi di più e dobbiamo vendere spazi uniti ai servizi, in quanto dobbiamo dare una visione. Creare business, aggregando benessere».
I risultati stanno arrivando, Biloni li ha elencati davanti ai soci del sodalizio guidato da Fabiano Gerevini. Mondomusica quest’anno ha registrato un incremento del 30% delle presenze dei liutai del territorio, rispetto all’edizione 2021.
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