L'ANALISI
03 Novembre 2022 - 05:30
CREMONA - Dalla primavera scorsa (secondo alcuni residenti da marzo/aprile), ci sono notti in cui gruppi di richiedenti asilo si accampano e dormono sotto il colonnato del teatro Ponchielli, in attesa dell’apertura, la mattina successiva, dell’Ufficio Immigrazione della Questura.
Bivacchi notturni e lunghe code. Rosanna Ciaceri, presidente della Associazione Immigrati cittadini di Cremona, spiega «i motivi» per cui ci sono code «incredibili davanti all’ufficio immigrazioni della Questura», dove ieri mattina ha fatto un giro e scattato le fotografie.
«La Questura è piccola — dice Ciaceri —, il personale non basta per dare gli appuntamenti. Gli stranieri prima devono fare le impronte e la polizia Scientifica è impegnata su molti fronti. Il risultato? Due pratiche al giorno».
Ed ancora, evidenzia la presidente dell’Associazione immigrati, «gli stranieri si sgomitano la mattina per essere i primi. Ci sono ragazzi che sono tornati almeno sette volte per chiedere un appuntamento».
Il problema di bivacchi e code era stato sollevato da alcuni residenti nella zona. «La scena si ripete identica ogni volta: un sacco a pelo, nel migliore dei casi, o un semplice lenzuolo; nessun servizio igienico, se non la strada stessa; nessun cuscino, se non i basamenti delle colonne del teatro; nessun materasso, se non i lastroni di pietra del marciapiede. E se in primavera e in estate le condizioni meteo potevano garantire una condizione accettabile durante la notte, ora che le temperature calano si temono le conseguenze e ci si domanda come potrà risolversi questa situazione che per molti è surreale».
Un residente che dal 2006 abita in via Cesari, aveva commentato: «Potendo scegliere, non mi trasferirei più qui». Un’altra: «La sera ho paura a portare fuori il cane».
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