L'ANALISI
22 Ottobre 2022 - 05:00
La mission di un giornale? Dare notizie. Su questo non esistono dubbi. Eppure, a volte un giornale decide di non pubblicare una notizia. O di pubblicarla in maniera particolare: solo nei suoi contorni generali. Come se, anziché mostrare il quadro, ne svelasse solo la cornice. Perché farlo? Per tutelare qualche mammasantissima o chissà quale «potere forte»? No. Esattamente per il motivo opposto: per tutelare chi è meno forte e, di conseguenza, più esposto.
Succede per esempio nei casi di violenza sessuale. Non si danno troppe informazioni sullo stupratore per non rendere riconoscibile la vittima, esponendola all’imbarazzo o addirittura alla pubblica vergogna. Perché è parte lesa, senza colpa. La regola vale in generale e ancor più quando il protagonista è un minore, anche se colpevole di qualcosa. Sembrerà strano in un’epoca in cui sui social finisce di tutto (c’è chi mostra la propria intimità e perfino chi intesta account ai figli neonati, per mostrarne al mondo il primo vagito) ma si tratta di una scelta precisa, una questione di responsabilità e di rispetto delle regole.
L’Ordine dei giornalisti ha varato da tempo un codice deontologico molto severo e la redazione de La Provincia non solo lo rispetta: lo condivide. Per questo oggi non trovate sul giornale una notizia «sugosa» che altre testate hanno pubblicato. Riguarda un protagonista del celebre caso dello scuolabus dirottato a Crema. L’abbiamo, quella notizia, conosciamo ogni particolare, ma ve la risparmiamo. Perché riguarda un minore. E i minori vanno rispettati. Sempre e comunque. Ancor di più, se sono fragili e problematici. In questo, cari lettori, siamo sicuri di trovarvi d’accordo con noi. A costo di leggere una notizia in meno.
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