L'ANALISI
23 Marzo 2025 - 05:10
CREMONA - Sette mesi di relazione, tra alti e bassi, ma senza violenze fisiche, fino a poche notti fa quando dopo qualche bicchiere di troppo è scattata la furia: schiaffi, insulti, una testata, le minacce di morte e le mani strette attorno al collo. Il referto del Pronto soccorso di Cremona, che ha stabilito 20 giorni di prognosi, dirà «tentato strangolamento».
È l’incubo vissuto da una donna che, appena riuscita a scappare dall’abitazione dove dice di avere rischiato la vita per mano dell’ex, ha composto il 112 e chiesto aiuto. I carabinieri l’hanno subito raggiunta e l’hanno portata in ospedale, poi alla caserma Santa Lucia dove hanno raccolto la denuncia: è scattato il ‘Codice rosso’ e si procede per lesioni personali, aggravate dal fatto che fra i due c’era una relazione affettiva.
L’uomo, che non è residente in città, ma che qui dispone di un appartamento in cui incontrava la donna, negli ultimi tempi avrebbe iniziato a cambiare atteggiamento. Se all’inizio era galante e premuroso, di recente era diventato sospettoso e sgarbato: «Volevo lasciarlo perché era troppo geloso, ossessionato. Durante qualche discussione aveva rotto oggetti, ma non mi aveva mai messo le mani addosso — racconta la vittima —. Fino a quella notte, quando ha bevuto più del solito: prima gli schiaffi, un colpo al naso, poi i calci… ho una gamba nera. Ha tentato di strangolarmi tre volte e mi ha detto che ormai aveva deciso di uccidermi, che da lì non potevo andarmene. Cercavo di calmarlo, lo imploravo. Mi ha tenuta in ostaggio quattro ore, durante le quali ero sempre più terrorizzata e impotente. Avevo paura che se fossi riuscita ad aprire la porta, mi avrebbe comunque spinta giù dalle scale. Quando si è addormentato ho preso velocemente le mie cose, mentre stavo uscendo si è svegliato ma sembrava non ricordare e così me ne sono andata di fretta. Sono corsa via e quando sono stata al sicuro nell’androne di un palazzo, qualche via più in là, ho chiamato i carabinieri. Mi hanno raggiunta subito, c’era anche una carabiniera che mi ha rassicurata e fatta sentire a mio agio. Con loro sono andata in ospedale e poi in caserma. Lui ha iniziato a scrivermi con insistenza, io non ho risposto».
Anche i successivi tentativi di contatto sono stati segnalati ai militari e il caso è ora in mano alla Procura.
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