L'ANALISI
10 Luglio 2023 - 05:25
VAIANO CREMASCO - Adesso che sono stati salvati e portati via dagli allevamenti dove vivevano in pessime condizioni igienico sanitarie, tanto che alcuni hanno contratto la leptospirosi, i 115 Siberian husky cercano una nuova famiglia: una novantina di loro, per la stragrande maggioranza adulti, sono stati trasferiti da qualche giorno al canile consortile di Vaiano Cremasco, che ospita gli animali recuperati in tutto il distretto. Qui i volontari e i veterinari li stanno curando per garantire il loro pieno recupero. Nel contempo è stato lanciato un appello per l’adozione. Un così gran numero di cani, ci sono anche altre razze tra quelli portati via dai due allevamenti di Pieve D’ Olmi e Annicco, chiusi dai carabinieri dei Nas, ha riempito il rifugio.
«Per la maggior parte sono tutti siberian husky, femmine adulte – sottolineano i volontari – devono essere rimesse in sesto e poi trovare stallo o adozione perché dobbiamo aiutarli tutti e nel più breve tempo possibile. L’estate non è un buon momento per inserire un così grande numero di cani in struttura». La capienza del rifugio è al limite. Può arrivare ad ospitare 170 amici a quattro zampe. Con l’arrivo degli husky ci si è molto avvicinati. Per far conoscere ogni animale, i volontari utilizzeranno inannzitutto i social. «Dopo averli visitati inizieremo a pubblicare gli appelli per ognuno di loro».
All’origine del maxi sequestro dei due allevamenti, di cui uno abusivo, che ospitavano ben 115 cani di razza Siberian husky, c’è il decesso di un allevatore di Pieve d’Olmi, avvenuto alla fine dell’aprile scorso. Aveva contratto la leptospirosi e le verifiche dei carabinieri dei Nas e degli ispettori dell’Azienda tutela della salute Val Padana, hanno poi accertato che l’infezione gli era stata trasmessa dagli animali con cui viveva a stretto contatto, tenuti in precarie condizioni igienico-sanitarie. Non solo gli husky, ma anche cavalli, ovini e bovini. Centinaia di esemplari. A nulla erano valse le cure ospedaliere. L’allevatore, a quanto pare già affetto da alcune patologie, si era rapidamente aggravato, sino al decesso. Mandava avanti un allevamento abusivo, situato in un cascinale malridotto ai margini del paese.
L’operazione dei Nas di Cremona, affiancati dal personale dell’Ats, ha portato anche allo stop dell’attività di un secondo allevamento, la cui sede si trova ad Annicco, collegato con quello di Pieve D’Olmi per lo scambio di diversi cani, soprattutto femmine per la riproduzione. Da Pieve sono stati trasferiti anche 12 cavalli.
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