L'ANALISI
03 Marzo 2023 - 05:20
Il pitone recuperato
CASTELLEONE - Era l’anima e il cuore del Cras di Castelleone. Pittore ed ex agente della Provinciale oggi in pensione, si è occupato con la moglie Mery, dal 1999 al 2014, del centro di recupero per gli animali. Lui è Gianluigi Bertesago, per tutti «Giangi», ed è ancora oggi una leggenda nel campo. Sono passati poco meno di 10 anni dall’ultima volta che un cucciolo ferito è passato dal cancello della Stella. Lui però ricorda ogni singolo salvataggio. E non ha dubbi: «Eravamo il miglior Cras del Nord Italia».
Giangi, come direbbe lui «nome di battaglia» dell’ex agente Bertesago, ha fondamentalmente aperto e chiuso la Stella. «Perché il Cras lo vivi – precisa –, non è cosa da volontario snob».
E nel suo caso l’affermazione assume un senso letterale: «L’impegno con Mery era quotidiano – racconta –. Toglievo la divisa e indossavo i panni del volontario. La cura degli animali selvatici ci occupava tutte e 24 le ore. Perché? Perché al pullo recuperato, al cucciolo ferito, non dici tu cosa mangiare e quando».
Storie di sacrificio e di amore: «Siamo arrivati a salvare duemila animali all’anno. Se me li ricordo tutti? Beh, sì. Ricordo anche Priscilla». Perché sì, gli dava perfino un nome. A ciascuno. Non lavoro, quindi, ma vocazione: «Priscilla era un tasso. Era piccola quando è arrivata, con una grave ferita alla testa. Ce l’ha portata un agricoltore. Sono stati nostri grandi alleati gli agricoltori. L’abbiamo curata e allevata».
Poi il legame: «Con l’aiuto di veterinari straordinari abbiamo perfino trovato il modo di allattarla e poi svezzarla. Il risultato era che ci entrava in casa, giocava pure coi cani. L’abbiamo messa fuori e ha riscoperto la sua natura selvatica». Infine la separazione: «Un giorno, dopo aver scavato la tana sotto la gabbia dei falchi, è scomparsa. Mery l’ha chiamata. Priscilla ha risposto. Si è avvicinata, si è fatta accarezzare, poi è tornata in libertà. Non so se è chiaro ma, ecco, questo è stato il Cras della Stella di Castelleone». La chiosa amara: «Non so se potrà tornare. Non lo visito da tempo, purtroppo. Già ai tempi costava cinquantamila euro l’anno. Tre euro di spesa erano per il solo passo fatto con la zampina oltre la porta. Ma ne valeva la pena».
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