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LA STORIA

Pregiudicato violento con le ex: «Non so più dove sia il mio bambino»

Due madri disperate che hanno deciso di non stare più zitte, stanche dei tempi lunghi della giustizia e dell’inazione, a detta loro, delle istituzioni

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

17 Febbraio 2023 - 05:25

Pregiudicato violento con le ex: «Non so più dov'è il mio bambino»

CREMA - Due madri disperate che hanno deciso di non stare più zitte, stanche dei tempi lunghi della giustizia e dell’inazione, a detta loro, delle istituzioni. Storie parallele di botte e soprusi da parte di un ex compagno, in un caso anche marito, violento, prevaricatore, dedito all’alcool e alla droga e con dodici procedimenti penali a carico.

Accade in paese della cintura cremasca. Una delle due con lui ha avuto un figlio, che oggi ha 11 anni. «Non me lo fa più vedere, nonostante il giudice abbia stabilito che per sei-otto mesi ci debbano essere incontri protetti due volte la settimana in cui io posso stare con il bambino, per poi arrivare a un affidamento congiunto. Addirittura oggi non so dov’è. Mi dicono che l’ha portato via la nonna e si trova ora in Sardegna. Di fatto è da inizio settimana che non va più a scuola».  Il bambino frequenta la quinta elementare nel paese di residenza di mamma e papà e da anni vive con il padre.

Ci sarebbero anche altre due donne, anch’esse conviventi per un periodo con questo 40enne, vittime di violenze e angherie. Una preferisce non parlare con la stampa, l’altra non può farlo: è appena stata trasferita con il bimbo di cinque mesi in una comunità protetta, dopo quanto accaduto nelle scorse settimane. Il padre l’aveva raggiunta davanti alla scuola dove lei porta i due figli più grandi avuti da una precedente relazione, l’aveva aggredita e poi le aveva strappato letteralmente dalle braccia il piccolo.

«Ci sono dei video che documentano l’accaduto», raccontano le altre due donne. Da lì si sono mosse le Forze dell’ordine, in particolare i Carabinieri e adesso la situazione è tornata sotto controllo. «Sono anni che subiamo, lui ci denuncia per fatti che non esistono, in passato ci ha spillato decine di migliaia di euro per aprire attività che poi sono fallite, oltre a tutto il resto – racconta la seconda signora, anche lei mamma, ma l’unica che dalla relazione non ha avuto figli –: ci sono precisi provvedimenti nei suoi confronti, compreso il fatto che debba seguire un percorso di recupero e di disintossicazione, che lui puntualmente non fa. Si tratta di una persona pericolosa, assolutamente fuori controllo e da fermare». Un incubo che per queste donne non sembra avere fine.

«I tempi lunghi della giustizia, le spese per gli avvocati, la paura di trovarcelo davanti a ogni angolo di strada con la sua violenza, siamo in balia di questa persona ormai da anni – prosegue la mamma dell’undicenne –: io chiedo solo di poter riavere mio figlio, che da quando ci siamo separati ha vissuto una vita d’inferno in casa con questo padre violento, vedendo passare altre tre donne, assistendo ai suoi soprusi nei loro confronti. Tutto il paese conosce queste storie, tanto che i genitori degli altri bambini, non vogliono che i loro figli passino del tempo insieme al mio. Si sta isolando sempre di più, i danni psicologici che ha subito in questi anni potrebbero averlo segnato per sempre».

L’ultima stoccata è per le istituzioni. «Troppo spesso ci siamo sentite dire dai Servizi sociali e dal sindaco che non possono intervenire in quanto non di loro competenza. Non è accettabile tutto ciò. Non può essere che una persona che ha combinato tutto quello che in quattro abbiamo dovuto subire per anni sia ancora a piede libero».

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