L'ANALISI
13 Gennaio 2023 - 05:30
CREMONA - Il caos legato ai rincari dei carburanti, unito al già annunciato e imminente sciopero dei gestori degli impianti, si ripercuote inevitabilmente sull’autotrasporto cremonese. E di conseguenza sulle imprese e sui consumatori finali. Perché c’è il rischio, concreto, di ulteriori aumenti sui prodotti.
A lanciare l’allarme è Cna Fita: «Se parliamo di carburante parliamo di costi che, per forza di cose, si abbattono in primis sull’autotrasporto – dice Andrea Lozza, titolare di un’azienda a Pizzighettone e presidente della sigla sindacale per la provincia di Cremona –. Ma non dimentichiamo che all’inizio dell’anno sono anche scattati i rincari che interessano i pedaggi autostradali (con l’A21 che ha fatto registrare il record, Ndr). Una impresa di autotrasporto percorre mediamente il 70% su tratte autostradali e questo aggiornamento costerà circa 300 euro l’anno per ogni veicolo. Il risultato finale è che, fra carburante e autostrade, abbiamo stimato una spesa in più pari a 10.300 euro all’anno per ogni veicolo pesante. Una situazione insostenibile che, nell’immediato, richiede perlomeno un intervento in grado di riportare il prezzo del gasolio alla pompa al livello medio europeo».
Cna Fita osserva infatti che l’Italia è al terzo posto nella graduatoria dei prezzi di gasolio più alti d’Europa e a far lievitare a dismisura il costo del carburante è stato l’incremento di accisa e tasse sull’accisa, passate da una incidenza sul prezzo finale pari al 38,7% lo scorso 5 dicembre fino al 50,69% attuale: «Per le imprese di autotrasporto la stangata è pesantissima perché condiziona fortemente la principale fonte di energia utilizzata per alimentare i motori dei camion – continua l’associazione di categoria –. Un gravoso fardello a cui si aggiungono gli aumenti di tutte le voci di costo correlate a questa attività».
Lozza sottolinea: «Non dimentichiamo che il tutto, per forza di cose, si ripercuoterà sul consumatore finale. Perché avanti così e sarà inevitabile un aumento generalizzato dei costi».
Alberto Baldini, segretario della Federazione autotrasportatori italiani sezione di Cremona (Fai) vede di buon occhio i maggiori controlli sui prezzi introdotti dal Governo, così come auspica si vada avanti nelle indagini legate alle possibili speculazioni: «Bene che si muova l’Antitrust e che ci siano verifiche sui produttori di greggio che stanno cavalcando l’onda della guerra – premette –, ma intanto noi del settore autotrasporto siamo preoccupati e arrabbiati. Stiamo subendo cifre assurde e non va dimenticato che ci sono anche contratti fissi, che non si allineano ai prezzi».
Baldini infatti spiega: «Ci sono ditte che adeguano i pagamenti ai rincari del carburante, ma ci sono anche contratti di autotrasporto fissi, bloccati, che non tengono conto dei rincari. E la conseguenza in questo caso può essere la necessità di fermare il servizio. Ovvero si arriva a tenere fermi i camion, per non lavorare in perdita. Quindi, stiamo sicuramente attraversando un momento molto critico».
A cui si aggiungono le comprensibili preoccupazioni per lo sciopero di due giorni già indetto dai distributori di carburante. Uno sciopero che, ammettono i rappresentanti delle associazioni di categoria, potrà avere ulteriori conseguenze negative sul settore dell’autotrasporto.
Il caso, intanto, è più che mai politico: «Dopo che in passato dicevate di voler spazzare via le accise, oggi di fatto avete aumentato il costo dei carburanti danneggiando gli italiani e le imprese che, grazie a voi, pagheranno un conto salatissimo – è stata una delle accuse lanciate ieri in Parlamento, in questo caso da Leonardo Donno del Movimento Cinque Stelle –. Le merci viaggiano su gomma e danneggiando gli autotrasportatori aumenterà a causa vostra il costo della spesa al supermercato per le famiglie italiane». Il Governo ha disposto un rafforzamento dei collegamenti tra il Garante dei prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Si irrobustisce anche la collaborazione tra il Garante e la Guardia di Finanza. Viene inoltre istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi per analizzare le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti.
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