L'ANALISI
12 Gennaio 2023 - 05:25
CREMONA - In provincia ci sono 6,4 badanti ogni 100 anziani over 79: il dato più basso della regione, dove la media è 9,5. A dirlo è il quarto rapporto sul lavoro domestico elaborato dall’Osservatorio Domina, che sarà presentato ufficialmente il prossimo 20 gennaio ma che intanto consegna già numeri molto significativi.
A livello generale, emerge innanzitutto che, dopo le criticità sanitarie e socio-economiche legate alla pandemia, che hanno portato risposte straordinarie per il settore (come la procedura di emersione, il bonus baby sitter e altre misure emergenziali), 2021 e 2022 sono stati per forza di cose gli anni della stabilizzazione. Il numero di lavoratori regolarmente assunti è infatti ulteriormente aumentato in tutta Italia, avvicinandosi alla soglia del milione di unità. E sono aumentati anche i datori di lavoro, portando a quasi due milioni il numero di persone coinvolte nei rapporti professionali in regola.
Il Cremonese però resta fanalino di coda, con 2.218 colf (6,3 ogni mille abitanti e si tratta in questo caso del penultimo dato regionale perché peggio fa Sondrio con 4,1) e con 1.827 badanti.
Per tracciare un confronto basta prendere i dati di Milano, dove il rapporto è 11,4 ogni cento anziani, o Varese dove il rapporto è 9,1 ogni cento.
I numeri locali possono essere letti in un triplice modo: maggiore sommerso (lavoro nero) rispetto alle altre province, minore necessità di assistenza da parte degli anziani e delle famiglie cremonesi, o maggiore utilizzo delle strutture assistenziali esistenti a partire dalle rsa. Si tratta naturalmente di ipotesi di lettura, alle quali potrebbe eventualmente esserne aggiunta una quarta: meno offerta, vale a dire meno colf e badanti.
Di sicuro, però, anche a Cremona è stata registrata una crescita nel settore rispetto al periodo pre Covid: per la precisione +4,2%. Circa il 30% dei lavoratori domestici proviene dall’Est Europa (29,6%) ma sono elevate anche le provenienze dall’Asia (22%) e dall’America (19,6%). I domestici italiani sono il 19,3% del totale e si registra una prevalenza del genere femminile (81,3%).
L’età media corrisponde a 47,8 anni e, considerando le settimane lavorate, si dividono quasi perfettamente tra chi lavora meno di 50 settimane (51,1%) e chi completa l’anno (48,9%).
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