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FOCUS SUI LAVORI DOMESTICI

In provincia 4 mila fra «colf» e badanti, otto su dieci straniere

Ma il nero pesa: a livello nazionale per il 57%. Rispetto al pre Covid datori aumentati dell’11%

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

05 Novembre 2022 - 05:10

In provincia 4 mila fra «colf» e badanti, otto su dieci straniere

CREMONA - A causa della pandemia, a partire dal 2020 le famiglie hanno ripensato i propri modelli organizzativi e le proprie spese. In questo contesto anche il lavoro domestico è cambiato. A spiegare come, è il terzo rapporto annuale realizzato dall’Osservatorio Domina, che fornisce innanzitutto i numeri: in Italia i lavoratori domestici sono oltre 920 mila, in aumento rispetto al periodo pre Covid (+7,5%); in Lombardia sono circa 172 mila e a Cremona poco meno di 4.000, per la precisione 1.978 colf e 1.811 badanti. In regione la provincia del Torrazzo è quella con la minore concentrazione di badanti rapportata al numero di anziani.

IL LAVORO NERO

I numeri non tengono conto dei lavoratori irregolari, perché le assunzioni in nero in questo settore restano molto elevate. Dai dati Istat aggiornati al 2019, infatti, emerge che il tasso di irregolarità è pari al 57%, ben al di sopra rispetto alla media di tutti gli altri settori (12,6%). Ciò significa che i 920 mila lavoratori registrati rappresentano meno della metà del totale, che supererebbe dunque 2,1 milioni. Con un impatto negativo diretto sulla sicurezza dei lavoratori e dei familiari, perché chi è senza contratto non può accedere alla rete di formazione e tutela che invece protegge i domestici regolari. A fare la differenza, alimentando questo fenomeno, sono anche la natura del rapporto di lavoro e il luogo di lavoro: nel lavoro domestico, che si svolge in un’abitazione privata, è molto difficile effettuare quei controlli che invece sono ordinari nel contesto aziendale e industriale.

LA PROVENIENZA

Secondo l’Osservatorio Domina resta la forte presenza straniera (68,8% del totale), soprattutto dell’Est Europa, e la prevalenza femminile (87,6%). Va però detto che negli ultimi anni è stato registrato un aumento sia degli uomini sia della componente italiana. Per la precisione in Lombardia e a Cremona – dove l’età media dei lavoratori domestici è circa 48 anni – il 33,5% proviene dall’Est Europa, il 20,9% dall’Asia, il 18,8% dall’America, il 6,4% dall’Africa e il 20% dall’Italia.

I DATORI DI LAVORO

In Lombardia sono in aumento rispetto al periodo pre Covid (+10,9%) anche i datori di lavoro domestico. L’età media in questo caso è 58 anni e la maggior parte è italiana (91,5%) e di genere femminile (53,3%). Le famiglie in Lombardia spendono circa 1.525 miliardi di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (fra stipendio, contributi, tfr) e il valore aggiunto prodotto da questa componente vale circa 3,5 miliardi di euro.

LA DISTRIBUZIONE

A livello provinciale è naturalmente Milano il centro principale: nel capoluogo si concentrano il 62,4% delle colf (15,5 ogni mille abitanti) e il 50,4% dei badanti (11,1 ogni 100 anziani) rispetto al totale regionale. Cremona rappresenta invece l’1,9% del totale lombardo per quanto riguarda colf e 2,6% per quanto riguarda badanti: 5,6 colf ogni mille abitanti e 6,4 badanti ogni 100 anziani. Quest’ultimo è il dato peggiore a livello regionale, seguito da Pavia dove si registra la presenza di 6,5 lavoratori domestici ogni 100 anziani. Elaborando le prospettive demografiche si nota che il numero di badanti è destinato ad aumentare: nel 2050 in Lombardia si suppone ci saranno 678 mila ultra ottantenni in più ed anche 45 mila bambini in più: di conseguenza, la componente anziana (13,4%) sarà più numerosa di quella infantile (12,9%).

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