L'ANALISI
30 Dicembre 2022 - 05:15
CREMONA - Sarà un ultimo dell’anno «eleganzissimo» per fare il verso al titolo dello spettacolo Eleganzissima di Drusilla Foer al Ponchielli sabato sera per salutare il 2022 e dare il ben venuto al nuovo anno. L’inizio spettacolo è fissato per le 22, orario insolito, ma di certo funzionale a trascorrere e festeggiare il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo in compagnia dell’eleganza di Drusilla Foer, al secolo Gianluca Gori, alter ego maschile che la diretta interessata liquida con una battuta: «Tendo a non frequentarlo». Drusilla non sarà sola sul palco, ma potrà contare sull’apporto di Nico Gori Swing 10tet, una straordinaria band per uno spettacolo in cui la musica jazz e swing saranno un tutt’uno con ironia e intelligenza.
Perché Eleganzissima? Come eleganza ed essere ganzi possono coniugarsi?
«Il nome dello spettacolo mi è stato regalato anni fa da una giovane ammiratrice, che mi disse io da grande voglio essere come lei, eleganzissima!. È un gioco di parole che allude anche a un termine molto diffuso da noi in Toscana, essere ganzi può essere divertente e salvifico. L’eleganza invece è qualcosa che fondamentalmente non esiste! Esiste la naturalezza, quello stato d’animo con cui si indossa, ci si comporta, si parla, ci si relaziona alle persone in armonia con sé stessi e con quello che c’è intorno. Questa è la mia idea di eleganza, non c’è nessun abito che possa rendere una donna elegante di per sé. È una storia di armonia interna che trasuda verso l’esterno».
Dal debutto mediatico su Youtube al palco di Sanremo, si sarebbe mai immaginata una carriera così folgorante?
«Il mio debutto in verità è stato in teatro, qualche anno fa, ma la grande popolarità la devo alla riconoscenza che il pubblico ha per le mie telefonate un po’ ciniche durante la pandemia, che hanno distratto per pochi minuti dal disastro che abbiamo vissuto. Poi le persone vengono in teatro e scoprono un aspetto intenso e conflittuale che forse non emerge dalle mie incursioni sul web. Il pubblico di Eleganzissima esce divertito e commosso. Il divertimento e la commozione sono alleati preziosi nelle nostre vite… e poi c’è la musica che tiene a braccetto questi sentimenti meravigliosi. Sanremo poi mi ha certamente portato tanto pubblico in più, sono molto contenta perché quella serata ha espresso un po’ tutte le mie tonalità, il mio modo di essere un po’ buffina, un po’ comica, un po’ croccante, un po’ aggressiva, canto, rifletto… Questa cosa è piaciuta al pubblico che mi ha accolta con generosità e ha avuto come riscontro immediato la risonanza, come ad esempio la possibilità di esibirmi in teatri più grandi. Ecco, non mi viene tanto di pensare alla carriera, piuttosto sono contenta di avere portato le persone in teatro».
Quale è stato il punto di svolta? Quando ha capito che Drusilla Foer era arrivata al successo?
«Tendo a non pensare a me in termini di successo. La visibilità non può essere solo nutrita di vanità. Anzi. Se si è ascoltati si ha il dovere di essere leali. Il ruolo, e soprattutto il privilegio, dell’artista è sempre stato quello di poter mostrare al mondo la propria visione poetica, estetica, ideologica della vita. Ammiro gli artisti che lo fanno anche mettendo le carte in tavola anche la loro vita privata, l’orientamento sessuale a servizio di battaglie importanti. È una scelta libera e qualsiasi questa sia va rispettata. Io sono dell’opinione che bisogna esporsi quando serve. Sempre».
Quanto è cambiata in questi ultimi dieci anni…
«Non so se sono cambiata, sono invecchiata! Ho sognato di diventare molte cose e nel corso della mia vita sono diventata molte cose. Non faccio mai programmi a lunga scadenza e mai programmi granitici. La mia sola ambizione è fare quello che sto facendo al meglio, con quanta più devozione mi è possibile avere. È sempre accaduto in ogni momento della mia vita, vivere con presenza il presente, senza pensare a cosa potesse portare il risultato di quel momento».
Che cosa attende il pubblico del Ponchielli?
«Al Ponchielli sarà uno spettacolo unico, pensato per l’occasione. Sarà un’Eleganzissima insieme ai miei musicisti Loris Di Leo al piano e Nico Gori al sassofono, ma poi ci sarà anche la sua magnifica jazz band, il Nico Gori Swing 10tet. Io canterò con loro alcune canzoni e loro suoneranno per accogliere il nuovo anno insieme in allegria. Nello spettacolo racconto di me e canto canzoni che mi ricordano avvenimenti e incontri importanti della mia vita, ma spero che siano racconti che riguardano la vita di tutti».
La padrona di casa dell’Almanacco del giorno dopo come risponderebbe al venditore di almanacchi di Leopardi?
«Avere un venditore di almanacchi, possibilista, che guarda al passato con uno sguardo benevolo anche al futuro, con uno sguardo acceso e luminoso, farebbe piacere. Senza perdere mai di vista la lealtà delle cose, io credo che accoglierei il venditore di almanacchi di Leopardi a braccia aperte, e troverei il modo di fargli capire che la verità non è del tutto come la vede lui, non è stato e non sarà tutto bellissimo, ma l’importante è che sia tutto possibile».
Che cosa si augura per il 2023 e cosa augura al pubblico che il 31 dicembre riempirà il Ponchielli?
«Mi auguro che tutto ciò che il nuovo anno ci porterà, nel bene e nel male, sia accolto con una presenza accesa e piena di vita. Alla vita si risponde con la vita».
Lei incarna perfettamente l’idea di spettacolo di una volta. Quello elegante, fatto di talento, di studio, di testi autoriali. Se dovesse fantasticare su uno spettacolo televisivo chi vorrebbe avere attorno a sé tra i grandi del passato o del presente?
«Eh lo spettacolo di un tempo… Falqui, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini… mi piacerebbe fare qualcosa con loro due, con Mina… erano tempi in cui c’erano pochi artisti in giro e tutti di altissimo livello, che venivano dall’avanspettacolo, dal varietà. Il varietà è una cosa che mi piaceva tanto! Con il mio Almanacco spero di portare un po’ di questa idea di spettacolo che è balzellante da una cosa all’altra, come faccio abbastanza anche in teatro. Mi piaceva molto un attore che si chiama Gianni Agus, un signore un po’ assertivo, aggressivo, bravissimo! Come Delia Scala, erano tutti bravissimi e tutti unici».
Non è un mistero che sia una grande ammiratrice di Mina. Se se la trovasse davanti cosa le direbbe?
«Mina! Un’artista straordinaria, dalle qualità vocali enormi, una donna libera, una donna espressiva, una voce eccezionale, non la sola cantante italiana che mi piace. Se la incontrassi, credo non vorrei che mi parlasse di sé, né vorrei che si parlasse di me. Mi piacerebbe mi raccontasse dei suoi nipoti, di com’è la sua giornata tipo, che cosa le piace mangiare, che musica le piace ascoltare, mi piacerebbe rapportarmi a tutto ciò che non è Mina nella mia testa, una grande star, una grande interprete, una grande icona della musica. Ecco, mi piacerebbe incontrare la persona».
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