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Ginecologia, Siliprandi primario bis al Maggiore

Fino al 2027, e sulla crisi di nascite: «C’è chi pensa che il reparto sia chiuso»

La Provincia Redazione

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03 Dicembre 2022 - 05:15

Ginecologia, Siliprandi primario bis al Maggiore

Il primario Vincenzo Siliprandi

CREMA - La tendenza nazionale si conferma purtroppo anche al Maggiore. I conti precisi saranno redatti a fine anno, ma il numero di parti del 2022 potrebbe segnare una diminuzione vicina al 10% rispetto al risultato 2021, quando erano stati toccati i 770 nati in Ostetricia. Un balzo all’indietro di circa 70 unità, dunque, che potrebbe riportare i numeri complessivi addirittura sotto il risultato del 2020, quando a venire al mondo al Maggiore erano stati 729 bimbi, anno funestato dall’esplosione della pandemia da Covid.

«Il dato è sostanzialmente in linea con quello nazionale, che registra una importante diminuzione delle nascite – fa il punto Vincenzo Siliprandi, primario di Ostetricia Ginecologia –: ci sono però situazioni locali che non ci danno una mano». Il dirigente medico è stato appena confermato dai vertici di Asst per un altro quinquennio. Arrivato nel 2017, il ginecologo rimarrà dunque sino al 2027.

«Come ben noto in reparto siamo in pochi, e questo inficia la nostra presenza sul territorio. Fossimo a pieno organico avremmo sicuramente più parti». Evidente, infatti, che un ginecologo che esercita la libera professione sul territorio e lavora in ospedale porterà al Maggiore le proprie pazienti che devono partorire.

«Di recente sono rimasto a bocca aperta – prosegue Siliprandi – quando una collega mi ha raccontato che la sua paziente era convinta che il nascite dell’ospedale di Crema fosse chiuso. Non capisco davvero da dove provenga questa falsa informazione. Lo farei scrivere a caratteri cubitali. Ostetrica e Ginecologia sono perfettamente in funzione».

Per sopperire alla carenza di medici dell’unità operativa l’Asst ha stipulato convenzioni con alcuni grandi ospedali regionali, per riuscire a coprire turni di guardia e di reperibilità. Tra questi il Niguarda di Milano. L’accordo implica che il grande ospedale metropolitano invii i propri specialisti a Crema per la copertura di turni di guardia (notturni o diurni/prefestivi) e di reperibilità, di norma di 12 ore. Nel primo caso, l’Azienda socio sanitaria territoriale riconosce al Niguarda un compenso orario omnicomprensivo di 140 euro. Per le reperibilità l’esborso orario è di 60 euro. Evidente che l’Asst preferisca avere al fianco dei titolari medici ospedalieri rispetto a quelli delle cooperative, peraltro già abbondantemente ingaggiati, non solo per Ginecologia, ma anche per Pediatria e altri reparti, in quanto molto più abituati a lavorare in gruppo in una struttura.

L’unità operativa guidata da Siliprandi conta otto effettivi, compreso il primario, invece di 12. Magra consolazione, in tutti gli ospedali pubblici c’è carenza di personale anche nelle strutture di super eccellenza. 

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