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LA STORIA

Un premio a Sozzi, «l'angelo» del Migliaro

La cerimonia a Roma organizzata dall'Aero Club Italia per i voli della speranza durante la pandemia: «Sono onorato»

Francesca Morandi

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08 Novembre 2022 - 05:20

Un premio a Sozzi, «l'angelo» del Migliaro

CREMONA - Quando il presidente dell’Aero Club del Migliaro, Aurelio La Monica, lo ha chiamato nel suo ufficio, Antonello Sozzi mai avrebbe immaginato quello che gli stava per dire. «Volevamo tenerlo segreto, ma....».

Impossibile mantenere il segreto senza spiegargli perché il 5 novembre lui avrebbe dovuto pigliare un treno per Roma, presentarsi al Foro Italico, nel salone d’onore del Coni, e ricevere il premio sul suo prezioso contributo dato nei mesi più drammatici della pandemia, due anni fa.

Nel 2020, Sozzi, 64 anni - da 41 socio dell’Aero Club, addetto alla sicurezza - a qualsiasi ora del giorno e della notte apriva l’aeroporto per i voli della speranza. Consentiva l’atterraggio in pista degli elicotteri, il carico dei malati Covid-19, il decollo verso altri ospedali.

«Incaricato Enac della gestione dell’elisuperficie, ha facilitato le operazioni di soccorso, in particolare durante la pandemia Covid, con tempestività e sicurezza, anche in ambito notturno», la motivazione scritta sull’attestato di merito che sabato scorso Sozzi ha ricevuto dalle mani di Giuseppe Leoni, presidente dell’Aero Club d’Italia, tra gli applausi fragorosi e i complimenti dei vertici di tutti i club italiani. Pompava a mille il suo cuore, tanta era l’emozione.

«Se ci fosse stato un cardiologo», ci scherza su Sozzi, «l’angelo» del Migliaro sceso a Roma con il presidente La Monica e il plauso di tutto il consiglio dell’Aero Club di Cremona.

attestato

Un «gigante buono», Sozzi, un metro e 90 di altezza. Durante la cerimonia, davanti agli occhi gli sono passate tutte le istantanee di quei momenti bui. Quando durante il lockdown, nella sua casa di Castelverde il telefonino squillava anche in piena notte. «Atterra un elicottero...». E lui si precipitava in aeroporto. C’erano vite da salvare. «Mi rendo conto adesso - prosegue Sozzi —, perché per me fare quello che ho fatto era una cosa normale».

Al contrario, è stato un unicum in Italia. L’attestato di merito ora è dal corniciaio. Sozzi lo appenderà nel salotto di casa, vicino alle medaglie d’argento ricevute dallo zio Francesco («fratello di mio padre Giuseppe»), purtroppo uno dei molti dispersi della Seconda Guerra. «Mio zio era pilota del gruppo Aerosiluranti — racconta —. Ha avuto due medaglie d’argento. La prima perché riuscì a rientrare alla base, nonostante fosse ferito, salvando l’equipaggio. La seconda perché riuscì con l’equipaggio ad affondare una portaerei inglese. Il mio attestato è poca cosa rispetto a quanto ha fatto lo zio, però sono contento di poterlo appendere vicino alle sue medaglie».

sozzi

Stretta di mano tra Antonello Sozzi e Giuseppe Leoni

Sozzi sta frequentando il corso della Croce Rossa. «Ho superato il corso trasporto sanitario. Ora inizio quello da soccorritore, sarà dura. I corsi si tengono due, tre volte a settimana. Non è vero che proprio il 5 novembre ce n’era uno». Sozzi è partito per Roma con il via libera della Croce Rossa: «Vai, te lo faremo recuperare».

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