L'ANALISI
27 Ottobre 2022 - 05:20
Gianluca Giossi, Julio Guerra Izquierdo, il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi, Carlos Ricardo Pérez Diaz, Emanuela Nichetti, Franco Bordo
CREMA - Nel 2020, in pieno lockdown, avevano contributo a salvare la vita a pazienti duramente colpiti dal Covid 19 – alcuni li incontreranno proprio stamane alle 10,15 davanti all’ospedale –, mentre un anno fa, in segno di gratitudine, era stato intitolato alla Brigata Henry Reeve il piazzale adibito a parcheggio davanti all’ospedale. Dodici mesi dopo quella cerimonia, una piccola delegazione dei medici cubani è tornata in città. Ieri l’arrivo a Malpensa e poi il trasferimento a Crema, accolti dal sindaco Fabio Bergamaschi e dalla giunta.
Per loro anche l’incontro e l’abbraccio con l’ex sindaco Stefania Bonaldi, che negli anni scorsi li ha più volte definiti «fratelli» ricordando inoltre: «Ci hanno aiutato a erigere un muro contro ciò che ci minacciava. Sono stati testimoni dei nostri lutti, come persone di casa». I medici Carlos Ricardo Pérez Diaz e Julio Guerra Izquierdo, sono accompagnati una troupe giornalistica. Resteranno in città sino a domani, attesi da una serie di appuntamenti, compresi quelli con i membri sede locale dell’Associazione italiana amicizia Italia Cuba.
Questa visita è dunque l’occasione per girare un documentario sullo stretto legame che dal marzo 2020 si è instaurato tra Crema e il popolo caraibico. Un ponte immaginario fatto di riconoscenza per l’impegno dei 52 tra medici e infermieri che arrivarono in città in una fredda giornata di marzo, vestiti con abiti leggeri, così com’erano partiti dall’isola caraibica. Immediata la gara di solidarietà tra i commercianti, che procurò loro abiti invernali e giubbotti. Poi l’ospitalità, chi in albergo, chi alla casa della Misericordia della Caritas. Dal canto loro i componenti della brigata si affiancarono al personale ospedaliero del Maggiore, giunto allo stremo delle forze, con oltre 300 pazienti Covid ricoverati. L’esercito allestì a tempo di record l’ospedale da campo e i cubani cominciarono a curare i pazienti in fase di recupero che venivano trasferiti dai reparti intasati. La gratitudine dei cremaschi per questo missione umanitaria durata due mesi, è stata espressa in svariati modi negli ultimi due anni. Dall’intitolazione del piazzale, alle raccolte fondi a favore della popolazione cubana. Iniziative e legami nati anche a livello personale, che non sono mai venuti meno.
«Un grande piacere riaccogliere i nostri amici cubani – ha sottolineato Bergamaschi in sala dei Ricevimenti –: sappiamo bene quanto siamo stati preziosi». Pérez Diaz, che era stato il capo delegazione, ha aggiunto: «Italia e Cuba sono uniti dai comuni valori di solidarietà e noi siamo venuti a Crema nel marzo 2020 proprio in nome di questi forti legami». Al termine dell’incontro l’omaggio del volume che racconta il periodo buio del lockdown in città, edito dal Centro Galmozzi, in cui un capitolo è dedicato proprio alla permanenza della brigata in città. Sempre ieri delegazione cubana è stata anche ospite dal vescovo e poi hanno incontrato il piccolo Alessandro Bianchessi (5 anni) con i fratelli e i genitori. Per due mesi era stato la mascotte della brigata. Tra gli appuntamenti odierni, l’incontro al Maggiore, dove i medici avranno la possibilità di salutare alcuni dei loro pazienti. Alle 21 in sala dei Ricevimenti parteciperanno anche all’assemblea dell’Anaic di Crema. Domani la partenza per Cuba.
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