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CREMA: I PRIMI 100 GIORNI DEL SINDACO

Per Bergamaschi nessuno sconto dalle opposizioni

Il centrodestra resta critico: «Non c’è cambio di passo rispetto al passato». Apprezzata la vocazione al confronto, anche se con dubbi sulla sua genuinità

La Provincia Redazione

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12 Ottobre 2022 - 05:10

Per Bergamaschi nessuno sconto dalle opposizioni

Il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi

CREMA - È già finita, se mai c’è stata, la luna di miele tra il sindaco Fabio Bergamaschi e le opposizioni in Aula degli Ostaggi. Il fair play che aveva caratterizzato la campagna elettorale e i primi atti formali di insediamento del nuovo consiglio comunale - come l’elezione a presidente di Attilio Galmozzi - lascia spazio al confronto politico e, com’è inevitabile, partono le prime bordate. Anche relativamente a quello che Bergamaschi considera il suo primo successo ottenuto grazie al confronto a tutto campo: l’elezione di Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo, alla presidenza della rinata Area Omogenea, con Crema che ha fatto un passo indietro affidandone la guida a un primo cittadino del territorio, appartenente tra l’altro a uno schieramento diverso da quello che governa la città. Non è bastato a Giovanni De Grazia (suoi, nel senso di Fratelli d’Italia, gli unici due sindaci che hanno votato «no»). Scelta, quella del passo indietro di Crema, non digerita da Simone Beretta, che l’ha definita senza mezzi termini «una sciocchezza». Paradossalmente, la maggiore apertura al dialogo con Bergamaschi arriva dal principale sfidante alle elezioni, Maurizio Borghetti. Non essendo legato ad alcun partito, non ha avuto problemi a rilanciarne la propensione al dialogo e al confronto, pur promettendogli un’opposizione «ferma, ma propositiva, senza barriere ideologiche».

BORGHETTI. «È propenso al dialogo. Ma lo attendo al varco»

«In questi primi cento giorni ho sicuramente apprezzato una buona propensione al dialogo e al confronto da parte del sindaco Bergamaschi e della giunta. Ciò è un bene, anche a fronte di come noi interpretiamo il nostro ruolo di opposizione: ferma, ma propositiva, senza barriere ideologiche». Così Maurizio Borghetti, capogruppo della lista civica che porta il suo nome e candidato sindaco per il centrodestra lo scorso giugno, valuta l’inizio del mandato di Bergamaschi.

«Di sicuro in piena estate e con le elezioni politiche arrivate all’improvviso non c’era molto spazio di manovra. Vedremo ora». Poi il giudizio sulla ripartenza dell’Area omogenea. «Questa svolta è positiva, tutti quanti sappiamo che un singolo ente può poco di fronte a certe sfide». Sanità, trasporti pubblici, sia su gomma, sia ferroviari, ma anche salvaguardia ambientale e infrastrutture. Questi i macro temi di cui si occuperà l’Area omogenea. «Chiaramente Crema dovrà restare l’ente capofila – conclude Borghetti – pur non avendo il presidente e al di là dell’organizzazione che vorranno ora darsi i sindaci. Per arrivare a dei risultati sarà fondamentale la volontà di tutti gli amministratori nel collaborare sui temi fondamentali per il territorio».

DE GRAZIA. «Sull’area omogenea una fretta sospetta»

L’analisi dei primi cento giorni della giunta Bergamaschi del capogruppo di Fdi Giovanni De Grazia, parte dal nuovo corso dell’Area omogenea. Non mancano le accuse all’operato di Bergamaschi e del centrosinistra. «Rossoni è persona competente, ma condivido le perplessità espresse dai sindaci di Chieve e Monte (anch’essi di Fdi, Ndr). Per prima cosa la tempistica sospetta e la fretta di concludere l’operazione prima delle Politiche, il cui esito era prevedibile. Meglio sarebbe stato discutere su quale struttura dare all’Area piuttosto che proporre soluzioni già preconfezionate, senza un coinvolgimento reale dei sindaci. Speriamo di sbagliarci ma non sembra che le premesse per recuperare una vera unità del territorio siano incoraggianti, soprattutto dopo i disastri avvenuti nell’era Bonaldi».

De Grazia concede però l’appello al neo sindaco. «Eletto in estate e poi con le Politiche di mezzo, non ha sinora potuto fare molto. Manca insomma un’impronta, che spero arrivi presto, di fronte a problemi drammatici e complessi a partire dal caro energia. La luna di miele con i cremaschi è finita e i cittadini vogliono risposte. Anche da qualche neo assessore, preferisco non fare nomi, che mi pare aver approcciato il ruolo in maniera un po’ timida».

BERGAMASCHINI. Commissione sicurezza: «Si ripartirà da capo»

Chiede una sterzata in discontinuità con il decennio Bonaldi, il capogruppo della Lega Andrea Bergamaschini, che non manca di evidenziare cosa non gli è piaciuto dei primi cento giorni della nuova amministrazione. «L’ultimo esempio nel consiglio di ieri sera (lunedì, Ndr) – sottolinea Bergamaschini –: il sindaco Bergamaschi ha parlato di rilanciare la commissione sicurezza, ma in realtà si tratta di ricominciare da capo. È chiaro ed evidente il fallimento su questo tema nelle precedenti amministrazioni Bonaldi, dove peraltro Bergamaschi è stato assessore per 10 anni con deleghe strategiche, come quella dei Lavori pubblici. Questo tavolo dovrà essere il luogo anche di raccolta delle istanze dei cittadini che quotidianamente vivono la nostra città».

Poi l’auspicio per il futuro. «La nostra è un’opposizione propositiva, ma allo stesso intransigente nei confronti della giunta e del sindaco, valutando di volta in volta le scelte e sperando in una discontinuità con il passato». Infine l’Area omogenea. «Il ricompattarsi dei Comuni segnale importante di unità dopo un periodo di divisioni. Ora è il momento del fare e sono sicuro che, vista l’esperienza del neo presidente Gianni Rossoni, si potrà lavorare per il territorio e con il territorio per le importanti sfide che ci attendono».

BERETTA. «Più fumo che arrosto»

Secondo Simone Beretta, di Crema... non è uno slogan i primi cento giorni di Bergamaschi non passeranno alla storia. «Dopo dieci anni da assessore ai Lavori pubblici, l’attuale sindaco sta ancora sognando, invece di mettere sul tavolo proposte concrete per questioni di vecchissima data. Prima fra tutti il futuro dell’ospedale».

L’esperto consigliere si sarebbe aspettato maggiore concretezza: «Speravo che fossimo alla fase della realizzazione e invece Bergamaschi è ancora ai sogni. Nell’intervista apparsa ieri su queste colonne, ho letto discorsi da campagna elettorale, politichese puro, per non dire fumo. Vogliamo parlare di sogni? Bene. Allora noi di San Bernardino, Castelnuovo e Vergonzana sogniamo un ponte sul Serio sicuro. Parliamo del tribunale? Dopo 15 anni la proposta non può essere quella di obbligare la Regione a fare quello che garba a noi. Ci spostiamo alla Pierina? Dopo un decennio senza un progetto, si è raffazzonato qualcosa sul verde per andare a prendere i soldi del Pnrr, ma senza una visione complessiva di ciò che si vuole fare». Tra i temi che Beretta non ha condiviso c’è quello sull’Area omogenea: «Gianni Rossoni è persona che stimo e che farà senz’altro bene. Ma il fatto che Crema abbia rinunciato alla leadership del territorio è stata una sciocchezza».

ZANIBELLI. «E il cambio di passo?»

«Sarà che viene da 10 anni di amministrazione, di cui rappresenta la continuità, quindi forse pensa ancora di vivere di rendita, ma sino ad ora non ho visto azioni e dichiarazioni che caratterizzino la sua posizione». Laura Zanibelli, capogruppo di Forza Italia vede ancora l’ombra ingombrante dell’ex sindaco Stefania Bonaldi al fianco del neo eletto Fabio Bergamaschi e della sua giunta. Ammette, però, che qualcosa è cambiato. «Nello stile – aggiunge l’esponente della minoranza – sicuramente al momento più aperto di chi l’ha preceduto».

Zanibelli chiede ora un’accelerazione: «Mi aspetto però un cambio di passo sia evidenziando i progetti principali, che non vedo ancora, sia per affrontare l’emergenza energetica. D’altro canto la sua stessa giunta, a chiara connotazione politica, comporta un rallentamento là dove manca esperienza, senza ancora progetti propri, che non fa bene alla città». Sul rilancio dell’area omogenea, con il rientro dei comuni dissidenti e di cui è da poco stato nominato presidente Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo, Zanibelli conclude: «Diciamo che si è ricomposto il disastro Bonaldi. Non per nulla ho evidenziato che Bergamaschi ha uno stile diverso da chi l’ha preceduto».

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