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LA 72ª GIORNATA NAZIONALE

Vittime del lavoro: più infortuni e più morti

In provincia, nei primi otto mesi dell’anno, 3.558 denunce: aumento del 21,85% sul 2021. E l’incremento degli incidenti mortali (sette) è superiore: più 40%. La protesta dell’Anmil

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

09 Ottobre 2022 - 05:25

Vittime del lavoro: più infortuni e più morti

CREMONA - Un’emergenza senza fine che, purtroppo, diventa sempre più drammatica: in provincia di Cremona, nei primi otto mesi di quest’anno sono aumentate del 21,85% le denunce di infortuni sul lavoro rispetto al 2021. Da 2.920 si è passati a 3.558. E l’incremento riscontrato per gli incidenti mortali è addirittura percentualmente superiore: un anno fa erano stati cinque, nel 2022 sono arrivati a quota sette, con un aumento del 40%. A livello regionale, nello stesso periodo, la crescita è addirittura doppia rispetto al dato provinciale ed è pari al 42,7%. In base ai dati, forniti dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, dalle 63.551 denunce di infortunio passando del 2021 si è saliti a 90.690. I morti, fortunatamente, non sono aumentati in pari misura. L’incremento è minimo, da 106 decessi del periodo gennaio agosto 2021 ai 107 dei mesi scorsi, ma resta un’ecatombe inaccettabile.

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infortuni

Per non dimenticare, oggi si celebra la giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro, le cui origini risalgono al 1951. Dal 1998 è stata istituzionalizzata, con una direttiva del Governo. Dai vertici provinciali Anmil arrivano pesanti critiche alla politica locale e non solo.

«Da parte nostra c’è una delusione per come anche nell’ultima campagna elettorale per le Politiche non si sia minimamente affrontato il problema delle morti e degli infortuni sul lavoro – denuncia il presidente Mario Calzi –: ogni volta siamo qui a commentare dati in peggioramento, ma se poi non ci pensano coloro che dovranno legiferare e stanziare fondi per mettere fine a questa strage, come possiamo pretendere di migliorare questa tragica situazione?».

Calzi ricorda le priorità: «I primi provvedimenti da prendere sono quelli relativi all’adeguamento delle normative, ormai troppo datate e non più attuali. Inoltre servono investimenti sul personale degli ispettorati del lavoro. Sappiamo che mancano il 40% degli incaricati. Non tanto per mettere in campo azioni repressive, ma per i necessari controlli. Noi ci impegniamo a sensibilizzare le aziende e i lavoratori sull’importanza della prevenzione. Facciamo lo stesso con le giovani generazioni con incontri nelle scuole».

Infine, Calzi solleva anche la questione relativa alla situazione all’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro: «Lo Stato deve all’Anmil 15 milioni di euro, per quanto fa nell’assistenza a chi ha subito infortuni e ai familiari delle vittime. Aspettiamo ancora il saldo del 2016-2017. Ciò ha creato una situazione economica disastrosa e questo si riverbera sulle nostre possibilità di organizzare manifestazioni degne di nota in occasione di giornate come quella di domani (oggi, ndr). Per noi dunque sarà anche una giornata di protesta. A fronte di queste mancate garanzie economiche da parte dello Stato, è in forse anche la permanenza del personale che lavora nei nostri uffici. Si profila la cassa integrazione dal mese prossimo. Da questo punto di vista, la situazione in Lombardia è anche peggiore che nel resto d’Italia».

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