L'ANALISI
04 Ottobre 2022 - 05:20
CREMA - Modello per il lavoro di squadra che sta coinvolgendo tutti i Comuni del comprensorio nella progettazione di Comunità energetiche rinnovabili, ieri il territorio cremasco è salito in cattedra all’Università Bocconi di Milano per illustrare la propria visione strategica di sostenibilità energetica. Lo ha fatto attraverso la «lezione» del sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi, nell’ambito del «Salone della responsabilità sociale d’impresa e dell’innovazione sociale»: un intervento — trasmesso in streaming in tutta Italia — che ha delineato i contorni del disegno di coesione sociale che sta prendendo forma sotto la regia di Consorzio.IT.
«Il Cremasco — ha spiegato Bergamaschi — si sta muovendo con decisione nella direzione della sostenibilità ambientale e vuole essere tra le esperienze di avanguardia in merito alle Comunità energetiche rinnovabili. Una sfida inedita e stimolante per la comunità, in particolare per la creazione di una nuova forma di collaborazione tra cittadini, pubblica amministrazione e soggetti privati, tutti tesi verso lo stesso obiettivo. In un periodo storico in cui il caro bollette mette in grave crisi famiglie e imprese e nel quale l’inquinamento ambientale ha raggiunto dimensioni preoccupanti, parlare di Comunità energetiche rinnovabili è qualcosa di sì innovativo, ma concreto».
L’obiettivo, dunque, è la sostenibilità energetica del territorio cremasco, non più semplice articolazione geografica, ma vero e proprio organismo collettivo. Quello cremasco è considerato un case history proprio per il lavoro corale indirizzato alla costituzione di un’associazione di utenti che condividano tutta l’energia da loro prodotta, da fonte rinnovabile, al fine di coprire il loro fabbisogno simultaneo. Un modello organizzativo per la sostenibilità energetica che, tra l’altro, potrà concorrere ai bandi in pubblicazione per l’erogazione di finanziamenti attraverso il Pnrr e la Regione. Di qui l’auspicio che ogni Comune – entro fine anno — possa proporre un suo progetto, con Consorzio.IT che a questo punto diventerebbe anche braccio operativo seguendo passo passo il necessario iter, fino arrivare alla costruzione degli impianti.
Nel Cremasco, come ha spiegato Bergamaschi, sollecitato dalle domande di Luca Ferraiuolo (caporedattore di Askanews), tenendo conto del contesto urbano in cui le singole amministrazioni si muovono, c’è l’idea di individuare i «punti produttori» (cioè l’installazione di pannelli fotovoltaici o di altra energia rinnovabile) su aree specifiche. Una ricognizione in quel senso è già stata fatta. Per esempio, merita particolare attenzione il fabbricato dell’ex Polo universitario di via Bramante, già oggetto di un piano di rigenerazione, anche in considerazione della sua prossimità col comparto industriale. Ci sono poi proposte che arrivano dalla diocesi di Crema, dai Comuni di Ripalta Cremasca, Formigara, Fiesco, Pieranica. Solo l’inizio. E ancora, tenendo conto delle dimensioni di alcuni Comuni, l’individuazione di una figura come Consorzio.IT che ha il merito di creare alleanze. Un modello da esportazione, come conferma il passaggio nella prestigiosa Università Bocconi.
Oggi, in Italia, il 40% dell’energia necessaria viene dalle rinnovabili e la Lombardia è al primo posto per energia pulita. Entro il 2026 tutti gli edifici pubblici dovranno avere impianti fotovoltaici e ci dovrà essere almeno una Comunità energetica per ogni Comune sopra i 10 mila abitanti. L’obiettivo principale della sfida dell’autoproduzione è fornire benefici ambientali, economici e sociali a livello di comunità.
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