Il bullismo c’è sempre stato
Figlio della mancanza di educazione familiare

Egregio direttore,
i comportamenti di arroganza di alcuni alunni nelle scuole ci sono sempre stati, anche quando frequentavo le elementari del dopoguerra. Ricordo che nelle classi vi erano alunni ripetenti che con il loro comportamento spavaldo davano seri problemi sia a noi che alle maestre. Anche all’oratorio parrocchiano si incontravano ragazzi prepotenti. Questo bullismo nasce, regna, attecchisce dove vi è stata una grave mancanza di educazione famigliare. Solo con una severa educazione famigliare si combatte il bullismo. L’educazione famigliare deve sapere restaurare il senso del rispetto e dell’autorità. E’ un difficile arduo lavoro di educatori sapere radicare nello spirito dell’infanzia la convinzione che l’autorità è una cosa inviolabile, che passa davanti a tutto, ai piaceri, interessi, al denaro, ai progetti più onesti; solo così l’obbedienza diventa spontanea, una forza spirituale che costruisce il carattere del giovane. Non tralascio il ricordo di un lontano passato quando in tante famiglie noi figli davamo del voi ai nostri padri. Termino con le parole di sant’Agostino: «L’obbedienza famigliare deve avere lo splendore dell’ordine».
Antonio Danesi
(S. Daniele Po)

Certamente, la famiglia, che è il principale presidio educativo, è importantissima nell’opera di contenimento del fenomeno. Vorrei però sottolineare anche un altro aspetto della questione rivolgendomi agli ‘spettatori’ di atti di bullismo: assistere passivamente è sbagliato, ci fa diventare complici. So bene che spesso è difficile schierarsi apertamente, ma denunciare alle autorità scolastiche o alle forze dell’ordine è un passo tanto necessario quanto facile da fare.