L'ANALISI
25 Novembre 2017 - 04:05
IL CASO
Autostrada Cremona-Mantova, rimettere al centro i progetti alternativi
Gentile direttore,
stanti i ‘chiari di luna’ su nuove infrastrutture, ivi compresa l’autostrada regionale Cr-Mn, da decenni nei documenti e strumenti urbanistici di Regione, Province e Comuni, senza alcuna concreta realizzazione, ma con blocco di ogni attività edificatoria aziendale sul tracciato, non resta che affidarci alle intuizioni del prof. Franco Pecchini, indicate nella lettera del 7 giugno a ‘La Provincia’, attente anche al risparmio chilometrico del territorio interessato.
Evidente anche al pendolare quotidiano la necessità di adeguata manutenzione dell’esistente in termini di ponti sul Po e Oglio. Al riguardo, senza nulla togliere ai problemi chiave di Casalmaggiore e San Daniele, si pensi anche al traballante manufatto in ferro Calvatone-Acquanegra, chiuso al traffico pesante da almeno un trentennio e per il quale la Provincia di Mantova prevede stanziamento di bilancio da 0,5 milioni, dopo averlo negato, un decennio fa, quando lo prevedeva la Provincia di Cremona; alle necessità, documentate e riconosciute, di quello tra Bozzolo e Marcaria, costruito nel 1970, per non parlare di quello tra San Martino dall’Argine e Marcaria, più vetusto.
Infine, in luogo di tracciati autostradali ex novo, al momento senza coperture, varrebbe soffermarsi sull’indispensabile rafforzamento della ferrovia, con il raddoppio della Mn-Cr-Codogno, il cui onere progettuale è finanziato nell’accordo Renzi-Maroni del 4 dicembre scorso, di cui non vediamo i grafici, e la cui parziale realizzazione per 310 milioni dovrebbe essere contenuta nei documenti di bilancio dello Stato, ad oggi ignoti. Anche la Pr-Bs, connessa al cosiddetto Tibre ferroviario, riveste un ruolo strategico, soprattutto oggi, con il blocco stradale al ponte di Casalmaggiore.
I bresciani, da par loro, han già indirizzato una parte delle risorse Tav Ve-Mi con elettrificazione e raddoppio del tratto San Zeno Naviglio-Ghedi. Ora bisogna arrivare ad Asola, Piadena, Casalmaggiore, ma nessuno ne parla.
E per la ex statale 10 ‘Padana Inferiore’, che ora ritorna all’Anas, sarebbe, sufficiente che le Province di Mantova e Cremona, magari attraverso le partecipate Centro Padane e Autobrennero, aggiornassero i progetti delle varianti di Cicognolo, Ospitaletto, Castellucchio e innesto sulla circonvallazione di Mantova, oltre a garantire adeguata manutenzione anche con le entrate dei sempre più numerosi multanova. Spendendo davvero molto meno delle proposte del passato, al momento molto teoriche.
Giuseppe Torchio
(sindaco di Bozzolo)
La carne al fuoco, per quanto riguarda le infrastrutture nell’Oglio Po casalasco e mantovano, è davvero tanta. E deve fare i conti, da un lato, con emergenze come quella dei ponti e, dall’altro, con la scarsità delle risorse. Le riflessioni del sindaco sono dettate da praticità e buon senso. Solo una precisazione: del potenziamento della linea Parma-Brescia e del Tibre ferroviario questo giornale parla da quasi vent’anni con Torchio e altri. Sono pochi, semmai, quelli che ascoltano a Milano e a Roma.
LA POLEMICA
Borse di studio, l'Unione ha pubblicizzato il bando
Gentile direttore,
l’Unione di Piadena e Drizzona ha deciso di premiare gli studenti meritevoli residenti nel territorio dei due Comuni e lo ha fatto pubblicando un apposito bando che è stato aperto il 15 luglio e si è chiuso il 30 settembre 2017.
E’ stato deciso di premiare chi avesse conseguito voti eccellenti nei vari ordini di scuole frequentate, indipendentemente dalla loro sede. E’ noto infatti che la libertà di scelta, anche nella scuola dell’obbligo, porta sempre più spesso le famiglie a iscrivere i propri figli non tanto nell’istituto comprensivo del paese di residenza, ma in quello che per ragioni di organizzazione familiare o lavorativa, o perché ritenuto migliore o altro, risponde meglio alle esigenze di ciascuno.
Per le scuole superiori poi, il tema non si pone nemmeno dato che né Piadena né Drizzona sono sede di tali ordini scolastici. Richiedere pertanto l’elenco degli alunni all’istituto comprensivo di Piadena avrebbe comportato dover interpellare anche tutte le altre scuole del territorio e non solo (anche le mantovane data la nostra vicinanza territoriale) per mettere tutti gli studenti residenti nelle medesime condizioni. Se poi consideriamo che abbiamo premiato tutti gli ordini scolastici ad esclusione dell’Università… non siamo certo Milano, ma non siamo in grado di conoscere tutti gli istituti scolastici frequentati da tutti i nostri studenti residenti.
Da ultimo la pubblicizzazione dell’iniziativa: il bando è stato pubblicato all’albo pretorio dell’Unione dei Comuni e sul sito dei tre Enti dal 15 luglio al 30 settembre; Il suo giornale ne ha dato notizia con un articolo dedicato il 17 luglio scorso. Infine ne è stato dato pubblico avviso sui pannelli informativi luminosi comunali dove la notizia ha lampeggiato ben evidente da metà luglio fino ai primi di ottobre. Tanto era dovuto a tutela della correttezza del nostro agire e di coloro che hanno presentato domanda e, a fronte di eccellenza, sono stati premiati.
Ivana Cavazzini
(presidente Unione di Piadenae Drizzona)
Benedetta Leschiutta
(assessore ai servizi sociali e all’istruzione Unione)
Fra tradizione e innovazione
Ieri, oggi e domani. L’agricoltura è storia
Egregio direttore,
siamo ormai alla fine di una campagna decisamente molto impegnativa a causa della siccità che non ha dato tregua per un lungo periodo. E come di consueto si pensa già a un bilancio aziendale che l’agricoltore deve necessariamente mettere in evidenza, ma purtroppo con esiti non molto soddisfacenti, infatti per sua natura guarda al prossimo anno e vuole migliorare la sua attività con provvedimenti inusuali ad una agricoltura molto tradizionale.
La prima preoccupazione sono le semine autunnali, come fare? Quali colture sono adeguate ad avere la precedenza per un costante consumo di foraggi in una azienda a vocazione zootecnica? Sono certo che dopo queste forzate meditazioni a un agricoltore venga in mente la rotazione di semina usata dai nostri vecchi come si usa dire con affetto e ammirazione. Rotazione trascurata da molto tempo e ora in parte reintrodotta, ma ancora insufficiente. I nostri predecessori davano molta importanza a questa pratica colturale e veniva studiata a dovere in anticipo anche di due anni; infatti in mancanza di diserbanti efficienti, dove veniva seminato il frumento evitavano con determinazione di spargere il letame considerato un divulgatore di erbe infestanti in grado di conservare per molto tempo nella sostanza organica il seme infestante.
Certamente le incertezze e i dubbi non mancano e richiedono delle soluzioni pratiche e probabilmente meno impegnative e gravose. Anche un attento agricoltore può agitarsi pensando ai tempi odierni, al tanto conclamato ma anche infruttuoso progresso. Per concretizzare i propri pensieri è importante individuare un punto di partenza e valutare iniziative soddisfacenti alla realtà aziendale. La parola realtà in agricoltura si vive ogni momento specialmente con il bestiame che non lesina le sue esigenze. Il punto di partenza non deve essere assolutamente trascurato e la domanda è: «si può e si deve tornare ad alimentare le nostre vacche con il verde?». Questa domanda potrebbe essere un fulmine a ciel sereno! Ma non bisogna trascurare i vantaggi nel mettere insieme la parte operativa del carro miscelatore, che distribuisce la razione tradizionale in forma ridotta e completare il tutto con erba raccolta nel campo. Come si può immaginare l’agricoltore non lascia intentata ogni soluzione interessante per la propria azienda e guarda giustamente a un tornaconto della propria impresa, ma sempre a favore del benessere animale. Un aiuto in questa avventura può essere dato da esperti come gli alimentaristi, i quali non sempre molto coerenti in questo difficile compito, ma molto utili a dare direttive consigliando semine autunnali adeguate. Coltura con particolare importanza è la semina della segale precoce che viene raccolta in primavera e distribuita alle vacche da latte in un periodo limitato di quindici venti giorni successivi alla raccolta, in caso contrario viene molto dura e non è gradita al bestiame. Poi non può mancare il frumento ormai considerato giustamente un buon alimento con una adeguata disponibilità selezionata da foraggio secco o insilato.
La semina autunnale può continuare con erba raccolta in tarda primavera in modo da essere disponibile alle bovine da latte. Segue la primavera con impegni inerenti la semina di mais che in questo caso sarà ridotta avendo destinato una parte di alimentazione in contemporanea con il verde. La disponibilità in più di terreno offre il vantaggio di aumentare la superficie riservata alla semina di erba medica. Da notare la raccolta viene fatta con una macchina operatrice che taglia il prodotto e lo carica contemporaneamente sul carro senza che venga a contatto con il terreno evitando dannosi inquinamenti. Libero il campo di segale rimane la possibilità della semina di soia, ma usato come foraggio insilato a inizio maturazione a un giusto dosaggio per alimentare le vacche. Dalle analisi di prove sperimentali si ottiene un prodotto con un elevato contenuto proteico con ottimi valori di fibra, Adf, Ndf e carboidrati non fibrosi ancora migliorabili con colture associate molto semplici. Questo potrà essere una più che valida alternativa in sostituzione della farina tostata non sempre a prezzi competitivi e di dubbia provenienza. Potrebbe essere deleterio e noioso avventurarsi in un tecnicismo che lascia a desiderare. Fare un passo indietro come può sembrare leggendo questo articolo non sempre vuol dire che tutto sia sbagliato. La parte vecchia deve essere più valorizzata e unita in simbiosi alla parte moderna.
Si parla costantemente di qualità del latte, ma tutto questo si deve guadagnare con provvedimenti utili all’odierna agricoltura. E’ proprio vero che quello che fa oggi un imprenditore agricolo è giusto è indispensabile? Cambiare si può e in meglio soprattutto nel settore bovino. Ridurre i costi di alimentazione non è facile, ma evitare inconvenienti sulla salute del bestiame e della qualità del latte questo sì. Le spese di alimentazione dei nostri bovini sono indirizzate su alimenti proteici, vitaminici e ricchi di sali minerali, ma non è che usando la nostra erba e foraggi vari coltivati nella nostra terra possiamo garantire il giusto apporto alimentare?
Domani si sa è un altro giorno ma la nostra terra è sempre la nostra terra. La verità e la speranza di un agricoltore.
Franco Mantovani
(Bagnara)
Va dove ti porta il vento
Tempo di foglie morte. Dialogo immaginario
Signor direttore,
in questo tempo di foglie morte, immagino un dialogo tra un pino e una foglia. Chiede il pino: ‘Lontano dal tuo ramo, povera fragile foglia, dove te ne vai?’. Risponde la foglia: ‘Dal faggio dove io nacqui mi divise il vento; ed ora, dal bosco alla campagna, dalla valle alla montagna, vado sempre, eternamente. Vado dove va ogni cosa: dove va la foglia d’alloro e la foglia di rosa’.
Ernesto Biagi
(Casalmaggiore)
La storia scritta dai vincitori
Col fascismo ci fu libertà di espressione
Egregio direttore,
siamo alla fine del 2017 e, ancor oggi, ogni volta che si celebra un personaggio della Cremona politica antifascista, si continua a ricalcare quell’eredità storiografica che dice male del perdente e non dice tutto quello che si dovrebbe dire, sull’argomento trattato, che riguarda il vincitore. In ogni riesame retrospettivo, in ogni vicenda di revival fascista, il giovane bravo giornalista delle nuove generazioni sente la necessità di chiosare, con una dose di polemica, e, magari, di ironico veleno, la posizione della stampa con il suo rapporto con le istituzioni fasciste e, di queste, con la cultura, l’arte e la vita degli artisti arrivando alla conclusione che: «Il fascismo cancellò la libertà d’espressione». Ad avvalorare questa tesi si portano anche testimonianza che non reggono in quanto incomplete e basate sul personale risentimento di qualcuno che, in definitiva, è sempre stato rispettato e libero di esprimere le sue capacità artistiche. Non trovo poi peggior aggettivo per definire l’aberrante inserimento del razzismo, che è il punto di forza garantito della polemica antifascista in quanto impossibile da grattare liberamente per poter affermare e documentare la sua estraneità nell’educazione impartita ai giovani italiani del ventennio. Si chiamano in causa il nazismo e le nostre leggi razziali delle quali la maggioranza degli italiani non conosceva nemmeno l’esistenza. Certe false accuse dovranno prima o poi finire. Si ha l’impudenza di continuare a parlare di mancanza di libertà durante il ventennio. Altro esempio, dato che la storia la scrivono i vincitori, di come la menzogna si abbatte sui vinti.
Claudio Fedeli
(Cremona)
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