L'ANALISI
27 Settembre 2017 - 04:00
Signor direttore,
sono Luca Marco Costi residente a Crema in via A. Diaz. Le scrivo per sottoporre un problema che da tempo si manifesta nella via in cui abito, auspicandone una risoluzione. Ecco la lettera che ho scritto al sindaco sulla questione.
«Oltre un anno fa ho contattato l’assessore Fabio Bergamaschi, il quale mi ha risposto ed è venuto a constatare la situazione. Purtroppo non è seguita nessuna soluzione e nel frattempo la situazione è peggiorata. Si è conclusa la settimana Europea della mobilità, Lei e la sua Amministrazione avete promosso la mobilità sostenibile ma la situazione in via A. Diaz si presenta diversa da quanto auspicato.
In via A. Diaz ci sono due piste ciclabili, una ‘protetta’ sul marciapiede e una ‘non protetta’ sul lato opposto. La pista ciclabile ‘non protetta’ viene utilizzata dalle automobili come parcheggio non autorizzato o come area per il carico e lo scarico. Le autovetture si fermano qui perché non devono esporre il disco orario come sul lato opposto dove sono presenti parcheggi regolamentati a disco orario.
Durante il giorno ci sono furgoni parcheggiati talmente vicini alle case che aprendo i portelloni urtano i muri danneggiandoli, persone che scaricano i liquami del furgone frigo davanti alla porta di chi vive lì, furgoni con sponda idraulica che impediscono l'accesso ad abitazioni e passi carrai.
La sera, la situazione non cambia e diventa addirittura impossibile percorrere la ciclabile ‘non protetta’ perché le auto sono parcheggiate radenti ai muri di casa, a volte anche perpendicolari al senso di marcia. In queste condizioni manca solo il parcheggiatore abusivo a cui consegnare l’auto per lasciargli posizionare come a Tetris le auto in ogni spazio disponibile.
La situazione descritta è definita dal portale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti come: Comportamenti vietati (codice della strada, articolo 158 punto 1 lettera g); nessuna Sicurezza intrinseca a tutela dell'utenza più debole della strada (codice della strada, articolo 2 punto2 lettera f); Atti vietati (codice della strada, articolo 15 punto 1 lettera f-bis).
Oltre a questi problemi, è bene considerare che dal 2018 i parcheggi di via A. Diaz saranno trasformati da stalli a disco orario in stalli a pagamento. Questo cosa comporterà? Si verificherà quello che succede in via Griffini? Qui, pur essendo presenti numerosi cartelli di divieto di sosta con rimozione, gli stalli a pagamento sono liberi e le auto sono parcheggiate lungo la sponda della roggia.
Poco dopo la riconferma a sindaco lei assicurava in un intervista che la sua sarebbe stata «una stagione di legalità e diritto». La situazione che le ho riportato non rispecchia quanto da Lei auspicato. In conclusione, come intende risolvere il problema?
Sarebbe possibile posizionare transenne o fioriere come già fatto in via Bombelli, via Crispi e via Matilde di Canossa? Oppure i classici panettoni gialli, come in via Teresine, o ancora un cordolo giallo con birilli, come Via Caravaggio?
Luca Marco Costi
(Crema)
La situazione che le si segnala merita senz’altro di essere chiarita. Sono sicuro che l’assessore ci farà sollecitamente sapere se e come intende intervenire.
LA REPLICA
Vita Cattolica tra rimpianti e necessità di sostegno
Caro direttore,
mi sento in dovere di rispondere al lettore che ieri manifestava sincero dispiacere per la conclusione del percorso de ‘La Vita Cattolica’. Vorrei assicurare che a mia volta provo i sentimenti espressi con tanto rispetto e prudenza (e di questo ringrazio).
Sono anch’io convinto che ci sia grande bisogno di voci che aiutino ad abitare il nostro tempo inquieto, e che mantengano vivo il dialogo tra fede e cultura: un dialogo che innegabilmente ha contribuito alla qualità della convivenza, ha ispirato nobiltà all’azione politica, ha coltivato un patrimonio di pensiero e memoria. Il settimanale diocesano ha cercato di adempiere a questo compito. Concordo con lei, direttore: la prospettiva della prossima chiusura rende tutti più poveri. Ma mi permetto di aggiungere due considerazioni, e una postilla.
Le decisioni adottate sono frutto di una analisi complessa, che coinvolge diversi strumenti che la Chiesa locale sostiene, in quanto integrati nella sua missione. Il settimanale ne è solo una parte e da tempo, per svariati motivi, non è più l’organo di informazione diocesana più diffuso e dalla penetrazione più efficace. Nella visione d’insieme non era possibile (anche economicamente) non prendere atto della realtà. I numeri sono implacabili, e i desideri – per quanto buoni – non sfuggono alla cruda evidenza. Documentabile.
La seconda osservazione ‘pizzica’ forse un po’ di più. Vorrei suggerire ad ogni sostenitore della comunicazione ecclesiale di vivere questo passaggio come un appello all’impegno. I credenti conserveranno diritto di parola se avranno chiara consapevolezza di questo dovere, da tradurre in scelte. Il che significa concretamente: sostegno ai media cattolici (anche internet) da parte di ogni parrocchia, associazione, famiglia; inserimento nella formazione e spiritualità delle comunità cristiane dei temi legati alla comunicazione (non solo per consolare genitori ansiosi); coraggio per investimenti a sostegno della comunicazione diocesana da parte di imprenditori cattolici. Potrei proseguire... Personalmente ho fiducia in coloro che ci spronano a migliorare. E, come postilla aggiungo: ho pure fiducia che «la Caporetto della fede cristiana» abiti più nelle nostre paure che nella realtà, ogni giorno mutevole.
don Enrico Maggi
(ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Cremona)
Poesie, leggende e canzoni del Po
Viaggio lungo e bello. GraziE a chi c’era
Egregio direttore,
chiedo ospitalità a questa pagina per un piacevole e doveroso grazie rivolto a tutti coloro che ancora, incontrandomi, ci fanno complimenti per come abbiamo raccontato il Po con la nostra esibizione ‘Zinzulèent zinzulèent a Pòo’. E’ stato un viaggio da Pian del Re alla foce, seguendo le città che il Po lambisce, utilizzando, non una barca, ma poesie, leggende, storie e canzoni popolari.
Ed ecco che il mio sentito grazie va a chi si è impegnato tanto e mi ha dato credito. Con piacere faccio i loro nomi: Milena Fantini con tutta la sua esperienza, Mario Carotti con il suo bel vocione, Alvaro Ferlenghi cun la sö tàbela e loro, i Pit Pot con la loro allegria contagiosa.
E in ultimo, ma non ultimo, un bel grazie a chi è venuto ad ascoltare le nostre storie. Arrivederci
Piera Lanzi Dacquati
(Cremona)
Ecologico ed economico
Perché il cammello merita un monumento
Egregio direttore,
approvo la proposta del lettore Gianfranco Mortoni di Mantova per dedicare un monumento al tanto discriminato cammello. Eppure è stato il protagonista delle truppe mobili cammellate durante il colonialismo fascista in Africa Orientale e in Libia. E’ stato il mezzo di trasporto usato dai predoni di Maometto che da pendolare prendeva quello delle 7,10 per andare da Medina a La Mecca. E’ usato ancora oggi in Medio Oriente dai ricchi sceicchi arabi quando vogliono lasciare la Ferrari in garage. Ha ispirato centinaia di film da: La nave bianca del 1935 a Lawrence D’Arabia. Canzoni come: Carovane del Tigrai di Daniele Serra fino a Caravan Petrol di Renato Carosone.
Il simpatico cammello va rivalutato, beve e mangia poco, si adatta a dormire fuori casa e può servire come mezzo ausiliario di trasporto quando avete l’automobile dal meccanico. Può contribuire a risolvere il problema dell’inquinamento riducendo il consumo delle fonti energetiche fossili e in parte il problema della disoccupazione aprendo nuove scuole guida per cammelli. Dunque, perché non dedicargli un monumento?
Sergio Noci
(Soresina)
Ponte a Casalmaggiore
Rinforzare le travi con putrelle
Signor direttore,
bella e intelligente la proposta del mio concittadino signor Martini apparsa su ‘Spazio Aperto’ del 23 settembre sulla soluzione proposta per la verifica della portanza delle campate del nostro disgraziato ponte.
Anch’io avrei una proposta da esporre: perché non rinforzare ogni trave portante con una putrella a doppio T come si fa con i soffitti delle abitazioni?
Ernesto Biagi
(Casalmaggiore)
Alternanza scuola-lavoro
Gli studenti vengono sfruttati
Signor direttore,
‘Un anno di alternanza da buttare: Ministro Fedeli quando inizi a lavorare?’ è il testo dello striscione affisso dal Blocco Studentesco per evidenziare i pessimi risultati dell’esperimento didattico-lavorativo condotto a partire dalla Buona Scuola renziana. Secondo quanto riportato dagli studenti italiani, la linea seguita dall’attuale ministro dell’Istruzione si è rivelata l’ennesimo buco nell’acqua: studenti sfruttati o che svolgono mansioni non inerenti al percorso di studi scelto, oltre ad una profonda differenza organizzativa tra le varie regioni, con il centro e il sud Italia che arrancano soprattutto nei licei. Stando a quanto dichiarato dallo stesso ministro in carica, l’alternanza viene spesso confusa con l’apprendistato con l’inevitabile conseguenza che gli obiettivi didattici non corrispondono più a quelli lavorativi. Ad oggi l’innovazione tanto sbandierata non trova un riscontro nella realtà, con studenti e imprese ancora troppo distanti. È necessario stabilire delle linee guida per l’alternanza che siano chiare e funzionali al raggiungimento dello scopo perseguito dal progetto ponendo fine allo sfruttamento dei ragazzi.
Chiediamo quindi una maggiore concretezza alla Fedeli, pronti a muovere battaglia per difendere il futuro degli studenti italiani.
CasaPound
(Cremona)
Pericolosi, da punire
Ancora in troppi telefonano guidando
Signor direttore
purtroppo, noto spesso alla guida persone concitate dialogare al telefono, quasi che non si rendano conto che stanno guidando, nonostante la legge ne abbia proibito l’uso e inasprito le sanzioni. Legge che andrebbe completata con la proibizione di tenere acceso il telefonino mentre si è alla guida, obbligando di metterlo in modalità ‘aereo’ o in modalità ‘non disturbare’. Ed anche se è difficile contestare che il telefonino è spento, di certo servirebbe a sensibilizzarne l’utilità del gesto e la pericolosità del non farlo. Ed è meglio inventarsi un motivo in più per fare cassa che contare una cassa da morto da aggiungere .
P. F.
(Cremona)
Sono reali e non strumentali
Galimberti ascolti le nostre doglianze
Egregio direttore,
Galimberti presti più attenzione alle doglianze dei suoi concittadini. Se il nostro sindaco alle suppliche che gli vengono quotidianamente rivolte attraverso la stampa locale, ne trarrebbe motivo di riconoscenza e di salute ben superiori di quanto possano derivargli su terreni infidi dove si è lasciato coinvolgere. Prestasse altrettanta sollecitudine alla manutenzione di strade, marciapiedi e verde pubblico di quanta spesa per inezie ne recupererebbe quel credito e quella popolarità venutegli progressivamente a mancare da quando è stato eletto. E rammenti che le nostre doglianze non sono per nulla strumentali, né arbitrarie, né frutto di allucinazioni.
Massimo Rizzi
(Cremona)
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