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29 aprile

Lettere al Direttore (1)

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emanzini@laprovinciacr.it

01 Maggio 2017 - 04:00

IL CASO

Gli incivili dei rifiuti fanno scempio e nessuno rimedia, solito scaricabarile

Egregio direttore,
l’abbandono dei rifiuti è uno sport nazionale, alle prossime Olimpiadi potremmo diventare campioni del mondo, in questi ultimi anni il fenomeno, si sta aggravando l’inciviltà regna sovrana, le istituzioni sono paralizzate a causa del conflitto burocratico tra le varie parti in causa, le foto sottostante sono inerenti alla situazione di degrado in cui da oltre cinque mesi versa il sottopasso dell’autostrada A21 nei pressi del comune del bosco ex Parmigiano frazione di Gerre dei Caprioli di cui testimoniai il degrado alcuni mesi or sono sul suo stimato quotidiano, dalle foto si evincono pezzi di macchina portiere, serbatoi, motori, copertoni, ruote, canotti interi...
In definitiva nessuno si sente in dovere di intervenire. Il Comune di Cremona si ritiene estraneo all’area interessata, la polizia provinciale ecologica a protezione dell’ambiente sembra che a tutt’oggi non abbia visto nulla, il Comune del Bosco ex Parmigiano ritiene che l’area in cui sono stati depositati i rifiuti sia di proprietà dell’autostrada A21, l’autostrada specifica che l’area di sua competenza è quella delimitata all’interno delle reti a confine dell’autostrada. Tradotto significa che tutti se ne lavano le mani e aspettano come tutti gli anni che i volontari si organizzano autonomamente per rimuovere le tonnellate di rifiuti.
Se entro un tempo ragionevole da questa segnalazione, non verranno rimossi i rifiuti mi rivolgerò in procura con un esposto e il filmato del degrado come feci due anni fa per la discarica dell’ex campo nomadi del Bosco ex Parmigiano, che a valle del mio esposto si mossero il giorno successivo per transennare la zona con l’asporto dei rifiuti nei due mesi successivi.
Elia Sciacca
(Cremona)

Gli incivili dei rifiuti sono sempre in azione ma vedo con soddisfazione che cominciano a fioccare le multe. Nel dettaglio della sua segnalazione (che evidenzio molto volentieri) purtroppo non c’è niente di nuovo: tocca a me, no tocca a te... lo scaricabarile è lo sport nazionale. Credo che alla fine la situazione la risolveranno i volontari.

LA POLEMICA

Ventiquattro anni di incuria sono troppi anche per il vecchio ospedale

Egregio direttore,
con grande tristezza osservo la foto dell'ingresso del Vecchio Ospedale scattata dall’amico Osti e pubblicata qualche tempo fa: abbandono e incuria hanno seriamente compromesso la stabilità del tetto di un ‘edificio pericolante’ come avverte un cartello appeso alla recinzione.
Ventiquattro anni di incuria, di colpevole trascuratezza da parte delle competenti autorità hanno degradato un complesso monumentale di straordinario interesse storico e artistico risalente alla seconda metà del '400 e integrato da ‘addenda’ di epoca moderna, fino alle integrazioni novecentesche.
Ebbene, ora tutto ciò rischia di finire sotto i denti delle ruspe. Eppure i padiglioni novecenteschi che hanno visto nascere tanti casalesi (anche chi scrive) sono stati abbattuti per ritrovare l'antico Carrobbio e costruire qualche palazzina... Ma gran parte dell’edificio è stata in forza della riorganizzazione dei servizi sanitari e la città di Casalmaggiore marginalizzata come l’area mediopadana della regione Lombardia... Dunque la struttura abbandonata diviene degradata e vandalizzata.
Il danno dal punto di vista storico e culturale è spaventoso: perduta la Biblioteca arricchita dal generale medico Silvestri, perduto un patrimonio di dati medico-sociale, teosofo inestimabile per gli studiosi di storia soociale, se pensiamo all’epidemia di colera, alla pellagra. E pure al mitico ‘male mazzucco’ (al mal masoc , con l’accento sull'ultima vocale) narrato dal canonico Barili...
Rammento un ultimo dettaglio, per me triste: a metà anni novanta i quotidiani locali raccontavano di una scena degna di Montale, una distesa di radiografie e cartelle cliniche a pavimentare gli archivi deserti... E pensavo all'amico Morvay, operato nel giugno dell’85 dai chirurghi Mantovani e Vacchelli: un’importante documentazione per lo storico dell’arte attento alle vicende della pittura dentro e oltre la nostra piccola città.
Franco Giuseppe Bolsi
(Rivarolo del Re)

Serve la prenotazione
La sala del commiato c’è e si deve pagare
Signor direttore,
premetto che per me coloro che decidono di ‘farsi bruciare’ da morti compiono un atto sacrilego. (...) Ma detto questo, vorrei tranquillizzare il signor Giuseppe Ungari che la stanza del commiato dove la salma sosta per essere cremata e ricevere gli ultimi saluti non è chiusa ma possono usufruirne solo coloro che previa prenotazione, hanno versato, tramite l’agenzia di pompe funebri da loro incaricata ad eseguire il funerale, la somma di 20 euro, e tale è la somma da versare, sempre al Comune di Cremona, da coloro che in attesa della data di cremazione sono obbligati a conservare la salma presso una cella frigorifera dell’ospedale dove è avvenuto il decesso, per ogni giorno di permanenza della stessa. E visto che il forno crematorio, sito nel cimitero di Cremona per andare a tutto regime accetta anche salme da fuori provincia, i soliti penalizzati sono i cremonesi, costretti a pagare 20 euro ogni giorno di permanenza in cella frigorifera della salma del loro caro estinto in attesa del giorno disponibile per la cremazione dello stesso. Tutto ciò a dimostrazione della florida esistenza della ‘bottega della morte’.
Pietro Ferrari
(Cremona)

I martiri di Bagnara
Un atto ignobile contro persone inermi
Signor direttore,
l’altra mattina a Bagnara ho partecipato alla annuale commemorazione davanti alla lapide delle scuole vecchie con i nomi dei giovani fucilati dai tedeschi. Si trattò di uno degli eventi più tragici avvenuti nella nostra provincia nei giorni della Liberazione. Il presidente dell’ANPI Corada ha ricordato che ora questo episodio è riportato in una pubblicazione nazionale, ‘Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia’ edito dal Mulino ad inizio anno, con schede anche online. Delle schede riguardanti Cremona si parlerà il 6 maggio al Circolo Signorini presentando un opuscolo della nostra ANPI che le raccoglie. Per quanto riguarda questo episodio vorrei ricordare che sono morti fucilati a Bagnara il 27.4.1945: Agazzi Domenico (nato il 29.11.1909); Azzali Guido (nato il 17.8.1905), vigile del fuoco; Cerani Edoardo (nato il 18.8.1902) vigile del fuoco; il sedicenne Mondani Ivan (nato il 22.12.1928); Rusinenti Luigi (nato il 13.9.1926) vigile del fuoco; Vaiani Giovanni (nato il 5.4.1893). Folcini Ubaldo, vigile del fuoco, ferito e creduto morto, rimase invalido a vita. Rossi Domiziano, vigile del fuoco, ferito, creduto morto, fu poi ricoverato a lungo in ospedale psichiatrico. In seno al 27° Corpo Vigili del Fuoco si era formata una SAP alla quale nei giorni della Liberazione si univano insurrezionalisti. La mattina del 27 aprile 1945 su un vecchio camioncino FIAT, con fucili e fazzoletto al collo, un gruppo di vigili del fuoco e altri facevano un giro per le cascine per prelevare e portare latte in città. Incontravano un paio di tedeschi e cercavano di catturarli, questi si sottraevano e avvertivano la loro colonna, di circa 250 uomini, che aveva attraversato il Po a Isola Pescaroli. Otto del gruppo furono presi, immediatamente messi al muro e fucilati: di essi sei furono colpiti a morte, due furono feriti, creduti morti e abbandonati nel mucchio. Fu un atto efferato, ignobilmente perpetrato a freddo.
Giuseppe Azzoni
(ANPI Cremona)

Il Primo Maggio
È la festa del lavoro. San Giuseppe è il 19/3
Signor direttore,
Parigi, 1 maggio 1890, e in molte altre città d’Europa, Stati Uniti e Australia, a commemorare i quattro operai di Chicago condannati alla forca per i disordini del maggio 1886, e a far seguito a quanto stabilito dalle delegazioni marxiste tedesca-francese-belga della II Internazionale che fanno propria la proposta del movimento sindacale Usa, folle di operai tengono la loro prima manifestazione internazionale contro lo sfruttamento padronale, per rivendicare le ‘3 otto’: ‘otto ore di lavoro/otto di svago/otto di riposo’. Da giornali dell’epoca: ‘Questo giorno è nostro’; ’è il nostro dì’; ‘La nostra bella alba di maggio’, ecc., e particolarmente a Parigi, un imponente schieramento di forze è pronto a far fronte ai manifestanti. Visto poi lo straordinario successo della ‘festa ribelle’, già nel corso dello stesso anno 1890 gli organizzatori istituzionalizzano la ricorrenza ad ogni primo di maggio successivo. Da qualche anno, sui calendari, al 1° maggio leggo, a precedere i lavoratori, San Giuseppe artigiano, o lavoratore. Ma San Giuseppe ha già, al 19 marzo, una festa tutta per lui, e gli dovrebbe bastare, visto anche che, come sposo di Maria e padre di Gesù, come loro famigliare è naturalmente coinvolto pure in moltissime altre feste.
Gianfranco Mortoni
(Mantova)

Il paese dei ‘manganelli’
Nero o rosso: il mondo ha anche altri colori
Signor direttore,
il diabolico e perseverante signor Pedrini per sua sfortuna proviene dal paese dei manganelli, dove democraticamente gli hanno imposto che il mondo è fatto di due colori: il suo triste nero o il rosso del nemico. In tutti questi anni non è riuscito a capire che il mondo è pieno di diversi colori, ha fatto come quello che puntava il dito sul mondo, ha continuato a guardare la punta del dito, ma si è perso tutta la bellezza del panorama. E visto che parla di gente che in caso di guerra troverebbe un pertugio per nascondersi, gli ricordo il suo delinquente, ha tradito tutti i principi che la morale di un uomo può avere, famiglia compresa, l’Italia, distruggendo il Paese con guerre demenziali e mandando a morire gli italiani. (...)
francogallo57@gmail.com

L’erba è sempre alta
Parchi, bene i giochi. E la manutenzione?
Signor direttore,
ho letto l’articolo sull’installazione di giochi nuovi in diversi giardini di Cremona... Ok, d’accordo, ma bisogna anche fare manutenzione ai parchi. Possibile che tutte le volte bisogna chiamare in Comune per il taglio dell’erba?
Saura Bolsi
(Cremona)

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