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6 aprile

Lettere al Direttore (1)

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emanzini@laprovinciacr.it

08 Aprile 2017 - 04:05

IL CASO

Non voglio l'elemosina ma un lavoro che mi permetta di restare nella mia casa con i miei tre figli

Egregio direttore,
vorrei portare alla sua attenzione la mia storia.
Nasce tutto da una situazione di grande disagio dato da una famiglia costituita da una mamma (io) disoccupata e tre figli da una parte e dall’altra l’Aler che giustamente, non vedendosi riconosciuto il suo diritto al pagamento del comune ed avendomi già agevolato più volte, quando hanno visto che non ho più fatto pagamenti ha ben deciso di darmi lo sfratto.
Il 3 maggio io e i miei tre figli saremo per strada, senza lavoro e senza casa.
Io vi chiedo se nel 2017, dove si predica la tolleranza e l’accoglienza verso il prossimo, noi dobbiamo essere trattati così perché sono sfortunata e trovo solo lavori saltuari.
Non ho solo l’Aler ma anche le bollette da pagare, la scuola dei bambini, un piatto di pasta.
Io non voglio l’elemosina, faccio appello a tutte le istituzioni, a tutte le aziende, a tutti coloro che possono offrirmi un qualsiasi lavoro che mi permetta di restare nella mia casa con i miei figli, di vivere dignitosamente del mio lavoro.
Questa situazione mi ha gettato nello sconforto più totale. Non so più cosa fare né dove andare. Pensare di vedere i miei bambini per strada non è possibile. Dov’è l’amore per il prossimo, l’altruismo? Come possiamo chiedere tolleranza verso gli altri se poi veniamo gettati via?
Una madre disperata

Non ho altro da aggiungere. Chi volesse raccogliere l’appello di questa mamma può contattare il giornale.

LA POLEMICA

Basta con i fautori della legittima difesa, sono solo profeti di morte
Egregio direttore,
sono a commentare l’ennesima morte inutile. Mi riferisco al signore del bolognese ucciso per una tentata rapina. Inutile morte, perché non combatto a mani nude contro chi impugna un’arma, costi tutti benefici zero. Ai fautori della legittima difesa dico: siete profeti di morte e purtroppo influenzate le menti più deboli. Quando è legittima difesa? Quando il ladro è già in casa? Quando ho la percezione di un pericolo imminente? Chi può sparare? Solo il possessore di porto d’armi o anche moglie e figli? Il porto d’armi va esteso anche ai familiari? Nel caso si potrà avere un’arma per ogni componente familiare? Come legiferare in questa materia spinosa? L’arma potremmo usarla anche fuori casa?
Domande aberranti e senza risposte.
Per esperienza diretta so che con le armi si riempiono i cimiteri e non salvano vite umane. Una legge del genere farebbe felice la città di Brescia: 40-50 milioni di armi in più da vendere, pubblicità in televisione: le nostre pistole sono le migliori al mondo, sparano da sole, c’è un sensore che permette all’arma di inseguire il ladro e di ucciderlo, compratele e la vostra famiglia sarà al sicuro e felice. Insomma lo stato dovrebbe autorizzare il far west, ogni famiglia un governo, allucinante.
Sento dalla Santanchè (perchè si vergogna del suo vero cognome?) delle colossali stupidaggini; la vita è sacra, cara «Santa». La proprietà è terrena quindi aleatoria ed effimera, preservando la vita la proprietà si può ricostruire, la vita no.
Mi ripeto per l’ennesima volta. Il soggetto ladro o rapinatore è sempre avvantaggiato perchè è lui che sorprende. Avventarsi contro un’arma spianata è da irresponsabili. I fautori alla Salvini dell’«armatevi e partite» non fanno altro che alimentare tragedie. Il ladro convinto di questo sparerà per primo. Non sento uscire dalla bocca di questi balordi nessuna argomentazione ponderata e fattibile sul lato penale e legale. Sobillano senza pensare alla conseguenze del loro dire. Se il Salvini e la «Santa» vogliono vivere in un paese di barbari, possono affiliarsi all’Isis, là il loro furore giustizialista può far comodo, così almeno daranno libero sfogo ai loro barbari istinti. Noi siamo ancora una nazione civile, purtroppo furti, rapine e quant’altro sono sempre successi, oggi sono ampliati dalla rete, dai mass media e da certi giornalisti da strapazzo. Ogni categoria ha le sue bestioline. Aumentando e alimentando odio. Lo vedi un Salvini primo ministro?
Domenico De Lorenzo
(Cremona)

Cremonese/1. Giusto turnover
Grigiorossi lanciati momento da sfruttare
Signor direttore,
a cinque giornate dal termine del campionato siamo sempre li. La Cremonese con il Como ha ottenuto una vittoria ampiamente meritata e l’Alessandria, sempre prima con tre punti di vantaggio, sente il fiato al collo. Ma guardiamo in casa nostra, visto che dobbiamo giocare nell’arco di pochi giorni altri tre incontri prima della sosta di Pasqua. Sabato arriva allo Zini la Lupa Roma. Giustamente mister Tesser ha fatto ruotare gli altri uomini della ‘rosa’ per far tirare un po’ il fiato inserendo quelli che hanno giocato meno, soprattutto a centrocampo. Indovinato, inoltre, l’innesto a sorpresa sin dall’inizio di Maiorino, autore di una grande prestazione e di una doppietta. Ad aprire le marcature per noi ci ha pensato il difensore Canini, primo gol in campionato. Però come al solito, ormai è consuetudine, classico svarione, e gol preso. Niente paura, come dicevo, il giocatore che a me piace molto, Maiorino, immediatamente ha siglato il 2-1.
Una curiosità, che può essere di buon auspicio nel prosieguo. Guardando il marcatore della capolista, si vede che ha segnato un difensore il gol dell’1-0, e della vittoria. Cosa dimostra? Che i vari bomber - Gonzalez, Bocalon, Iocolano - hanno le polveri bagnate. Sfruttiamo questo momento a noi favorevole, e come dice una famosa frase: prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine…!
Andrea Delindati
(Cremona)

Cremonese/2. Ora serve osare
Maiorino-Perrulli coppia su cui puntare
Egregio direttore,
alla cortese e apprezzata risposta del signor Ratti alla mia lettera del 4 aprile, vorrei ribadirei in modo altrettanto cortese e spero costruttivo con due osservazioni che, a mio avviso, sono emerse chiaramente dalla vittoriosa partita con il Como.
La prima: la difesa con tre difensori ‘puri’ (Marconi, Canini e Redolfi) è quella che dà maggiore sicurezza alla squadra.
La seconda: Maiorino, se impact player deve essere, questo impatto positivo lo deve e lo può esprimere fin dall’inizio della partita. Nella partita con il Como Maiorino ha fatto capire a ‘suon di gol’ che non può essere considerato solo un’alternativa di Perrulli, tanto più che quest’ultimo ha caratteristiche di gioco diverse (più bravo in costruzione che in fase d’attacco) che lo rendono più complementare che alternativo al gioco del ‘magico Majo’. Con la difesa ‘in sicurezza’, il Maiorino visto contro il Como, supportato dal Perrulli di Siena, possono essere considerati la ‘miccia’ ideale di un attacco che con la coppia Scappini-Brighenti (o Stanco) diventerebbe veramente esplosivo!
Adesso tocca al bravo Tesser trovare il modo (modulo?) di far convivere nell’undici iniziale il trio Marconi-Canini-Redolfi nella nostra metà campo difensiva e il binomio Maiorino-Perrulli nell’altra metà campo offensiva.
Credo sia giunto il momento di ‘osare’, tanto più che a 5 giornate dalla fine della regular season vale sempre di più il detto ‘chi non risica non rosica’ nella speranza che non sia troppo tardi per agganciare l’Alessandria e con essa l’agognata promozione.
Tonybos46
(Cremona)

Troppi pregiudizi ideologici
Smarrire il senso della storia è grave
Egregio direttore,
la lettera di Pelizzoni e quella non firmata, apparse su Spazio Aperto del primo aprile, non sono altro che due maldestre espressioni di quelle fatte circolare dai responsabili della crisi politica del popolo italiano. Entrambe, lette benevolmente, sarebbero il prodotto di uno smarrimento del «senso della storia», che veicola la perdita del «senso dell’Italia». Alla fine degli anni novanta del secolo scorso, in un modo più elegante, gli intellettuali e gli storici di sinistra insorgevano sul ridimensionamento, che lo storico Renzo de Felice aveva fatto dei dati espressi dalla mitologia creativa sulla resistenza. La retorica resistenziale e la nuova religione civile del popolo italiano, elaborate a tavolino ben oltre il dato storico della realtà fattuale e numerica, non tolleravano revisioni, ovvero, non supportavano l’indagine storica. Renzo de Felice è defunto e pochi sono rimasti, in Italia, in grado di richiamare l’attenzione, soprattutto dei giovani, sulla necessità di studiare il Novecento rifiutando i pregiudizi ideologici di prendere atto di quella che fu la realtà storica e combattendo la prassi tipica dell’ideologia al potere, sia dal punto di vista istituzionale che culturale, di insistere a parlare di «revisionismo nostalgico» che non ha nulla a che fare con la normale e continua opera di revisione che gli storici applicano ai loro studi.
Claudio Fedeli
(Cremona)

Violenze in famiglia
I danni della ‘fissa’ della procreazione
Caro direttore,
ho fatto una scoperta sensazionale: non tutti i padri prendono a martellate i figli, ma tutti i padri che prendono a martellate i figli sono figli essi stessi. Invece non risulta agli atti che una confezione di profilattici abbia mai preso a martellate alcuno. Dunque Giuliano Galassi da Cremona può incolpare di corresponsabilità in omicidi la destra politica e religiosa con la fissa della procreazione.
Inoltre, contando tutti gli uomini - ed ancora di più le donne - assassinati nel letto coniugale Galassi può ben imputare ai catto-fascisti l’ossessione criminogena d’incentivare il matrimonio eterosessuale, dove tante volte una muscolarmente minuta femmina ‘non ha potuto difendersi’. D’altro canto come filosofeggia Salvini: ognuno se ne rimanga a casa propria e non succede niente. La famiglia cattolica è pericolosissima, signora mia.
Fabio Marchini
(Gallignano)

Accoglienza solo mirata
Il buonismo alla lunga uccide la nostra civiltà
Egregio direttore,
a parere mio chi uccide la nostra civiltà, non è la corsa ad armarsi, come afferma invece il signor Claudio Maffei nella nota pubblicata il 4 aprile, ma il buonismo che consente quotidianamente l’arrivo sulle nostre coste di persone con principi, tradizioni e cultura molto lontane dalla nostra realtà e che, in buona parte non hanno alcuna intenzione di integrarsi. In merito sono del parere che l’accoglienza vada data a chi ne ha realmente diritto, gli altri sono da rispedire al loro Paese. Sono pienamente convinto che nessuno si diverta ad uccidere le persone, considerato il valore e il rispetto che abbiamo per la vita stessa, come ci è stato insegnato da buoni cristiani. Ritengo che la nostra situazione in merito alle armi nelle mani dei privati, sia ben lontana dal sistema americano e non destinata a destinare un Far West, per i principi suindicati. Non sono neanche d’accordo ad agire secondo il detto ‘dente per dente’. Però ci sono anche altri valori che, come cittadino, ritengo vadano salvaguardati e difesi quali la proprietà, la propria famiglia, il frutto del lavoro di anni di sacrifici nostri e dei nostri predecessori. Quando il ladro entra in casa, cosa dovremmo fare caro signor Claudio, dovremmo dire a quel signore serviti? Dovremmo magari offrirgli anche il caffè? Premesso poi che un tempo conoscevamo i ladri, a grandi linee erano ladri di galline, persone che avevano i nostri stessi principi, oggi abbiamo a che fare con persone che hanno solo l’obiettivo di portarci via qualcosa, a qualsiasi costo. Di fronte a questo penso che un deterrente, certamente importante, sia che i ladri sappiano, che entrando nella proprietà privata, il prezzo da pagare potrebbe essere molto alto. Concordo con il signor Maffei che alla nostra sicurezza dovrebbe pensarci lo stato, ma oggi è una pura illusione e ho perplessità che una demagogia, basata su concetto particolare della proprietà privata, sia in grado di affrontare seriamente il problema.
Giampietro Masseroni
(Pescarolo ed Uniti)

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