Gentilissimo direttore, leggo sconvolta la notizia dello stupro di una donna nei bagni di un pub di Crema. Ancora un attentato nei confronti della dignità della donna, ma soprattutto ancora la conferma che Crema sta via via diventando sempre meno sicura. A proposito di sicurezza, vorrei fare presente la situazione di un parco giochi della città, CampodiMarte. Sono mammadi un bambino di tre anni e, qualche giorno fa, ho avuto la brillante idea di portare lì mio figlio con miomarito. Entriamo in bici e veniamo accolti dall’odore pungente degli spinelli; poco più in là, olezzi di vino completano il quadro. L’utenza è strana: tanti genitori con bambini, ma anche uomini che si guardano intorno e non hanno l’aria di essere lì con i loro figli. Proviamo a fermarci perché ormai nostro figlio ha visto lo scivolo e ci diciamo: «Ma sì, siamo in due, possiamo stare qui dieci minuti». Allo scivolo mio marito viene avvicinato da una donna cinese sorridente che gli porge il volantino di un ‘centro massaggi’. Bene, basta così, andiamo via. Tutto questo in un parco in centro città. Vogliamo poi parlare dei giardini di fronte alla stazione? Io da sola non li attraverso più. Preferisco fare tutto il giro che dover affrontare gli sguardi biechi di quel gruppo di avvinazzati che stazionano sulle panchine a tutte le ore. Che sicurezza mi offre la mia città? Che sicurezza offre ai bambini che hanno tutto il diritto di giocare? Io voglio risposte concrete e azioni concrete. Voglio poter frequentare i parchi e le strade della mia città senza aver paura della violenza. Sara Faraoni (Crema)
Egregio direttore, ho letto sulla Provincia la violenza subita da una mia conterranea perpetrata da un giovane egiziano. Un fatto esecrabile che andrebbe condannato con il massimo della pena, proprio quella che applicherebbero nel paese da cui proviene il disgraziato. Alla luce di questa evidenza, mi son sempre chiesto perché con il sovraffollamento, tanto da dover ricorrere ad un decreto ‘svuota carceri, dobbiamo trattenere nei nostri penitenziari delinquenti di altri paesi, provvedere al loro mantenimento e poi liberarli in virtù di chissà quale ‘miracolo giudiziario’. Questomodus operandi della magistratura, che spesso è riservato anche a tanti nostri delinquenti incalliti, non ha nulla di umanitario; soprattutto perché non tiene conto della disumana sofferenza patita dalle vittime e dai familiari dellemedesime. Umano e razionale sarebbe accompagnare al paese d’origine il ‘furbacchione’ con una bella lettera d’accompagnamento alle autorità egiziane in cui si dichiara «elemento indesiderato», a meno che vogliamo gongolarci nella solita frase fatta «gli extracomunitari sono una risorsa irrinunciabile per il nostro Bel Paese». Bruno Tanturli (Crema)
L’episodio di violenza sessuale ai danni di una trentenne trascinata dal suo aguzzino egiziano nei bagni di un bar è solo l’ultimo di una lunga serie di crimini che stanno scuotendo non solo Crema e il Cremasco o la nostra provincia,ma tutta l’Italia. Fatti che generano la giusta reazione delle persone per bene che, come la lettrice Faraoni, vorrebbero sentirsi al sicuro nella loro città. Chiariamo subito che per ogni immigrato che delinque che ce ne sono migliaia che rispettano le legge italiana e lavorano dando il loro contributo alla nostra economia. E sono proprio costoro i maggiori danneggiati dal clima di caccia allo straniero che sta montando, non senza ragione. Ma deve prevalere il buon senso, l’Italia non è un Paese razzista. E’ solo un Paese che avrebbe bisogno di vedere il pugno di ferro contro chi infrange la legge, che i delinquenti vengono spediti nelle celle dei loro paesi d’origine. Se questo non accadrà, la tensione è destinata a salire. Con conseguenze che potrebbero anche diventare drammatiche.