Egregio direttore, me ne sono andato da Soresina con un groppo in gola 45 anni fa per cercare di sbarcare il lunario. Sono tornato nei giorni scorsi per una breve visita al cimitero e ai pochi amici che qui sono rimasti. Ho sempre avuto negli occhi e nel cuore la mia cittadina. Un luogo semplice senza tante pretese, ordinato e pulito semplicemente a misura d’uomo dove il semplicemente sta per me ad indicare qualcosa di buono e di vivibile e dove c’era molta attenzione alle piccole cose. In questi giorni ho bazzicato nei luoghi della mia infanzia ma non mi sono più ritrovato. Una via Genala vuota e spoglia, saracinesche abbassate un po’ ovunque, piazza Garibaldi e il mercato coperto che sembrano stati bersagli di un bombardamento, l’angolo di via Gramsci irricevibile, immondizia ovunque, strade che ricordano il groviera svizzero, il cimitero dove riposano i miei genitori che grida vendetta e malinconicamente sogna i bei tempi dell’allora sindaco prof. Borelli e della sua attenzione al culto dei nostri cari defunti. Ma quello che veramente mi ha lasciato esterrefatto e che voglio portare alla sua attenzione e dei suoi lettori è il luogo della mia infanzia: via Petrarca. Non ho parole per descrivere il degrado. Ma come è possibile per un paese che si definisce civile e che ha appena celebrato il 50˚ anniversario del titolo di città vivere in queste condizioni? Enrico Galelli (Cremona)
Il suo è un grido di dolore e al tempo stesso una denuncia che merita attenzione. Sono certo che l’amministrazione comunale vorrà intervenire per dare ragione di una situazione e rispondere alle sue domande.