L'ANALISI
28 Giugno 2025 - 19:08
CREMONA - C’è chi lo ferma per un selfie, chi chiede solo di stringergli la mano e gli fa i complimenti per quello che sta facendo. Due ragazzini attendono pazienti per dire una sola cosa: «Siamo in classe con tuo cugino». È il popolo di Still I Rise, sono coloro che credono nell’utopia dell’istruzione d’eccellenza per gli ultimi della terra che Nicolò Govoni persegue con una narrazione che non ha sosta, che tiene vivo l’interesse, perché è grazie a quello che riesce a continuare ad avere fondi privati, donazioni e tutto ciò che serve per poter mandare avanti una macchina organizzativa complessa nel suo farsi, sognatrice nel suo progettare, concreta nelle azioni che mette in atto.
Ed è questa concretezza che c’è in School of Life che verrà proiettato domani sera (ore 21 e 21.30) in due sale, dopo la prima cremonese di mercoledì scorso. Un debutto ad Anteo SpazioCinema, a CremonaPo, tutto esaurito per il docufilm prodotto da Groenlandia e da Raicinema, ma con una distribuzione che non ha permesso una diffusione capillare del lavoro.
Ed è su questo che si concentra Govoni che nella sua Cremona si conquista la prima stand ovation del tour. «Stiamo facendo il tutto esaurito ovunque – commenta a margine della serata il fondatore di Still I Rise -. Siamo felici e come sempre il nostro movimento finisce con avere una sua forza unica che parte dal basso. Abbiamo aggiunto dieci date al tour e vedere in ogni tappa le sale piene è un piacere per tutti e per il progetto. Cominciano ad accorgersi di noi, il film sta suscitando interesse e questo grazie a chi viene a vederlo, al passa parola, alla capacità di contagiare entusiasmo. Possiamo andare dalla produzione e far vedere gli esiti di questo primo tour, l’entusiasmo che stiamo raccogliendo, evidenziando come non sia un flop. Riempire le sale a fine giugno non è scontato. È molto bello vedere nella mia città questo riscontro. Mi mette un po’ di ansia. Quello che ho scoperto è che il cinema ti racconta in modo molto intimo ed è un racconto molto diverso da quello a cui sono abituato a fare io di me stesso, è un racconto che non controlli. Ti mette un po’ sulle spine. Ciò che esce dal film è un’immagine bilanciata, il regista Giuseppe Marco Albano è riuscito a non santificare e a non fare uno spot pubblicitario. Questo aiuta a raccontare quello che stiamo facendo».
Come dare torto a Govoni che in sala è accolto con un applauso calorosissimo per un red carpet di condivisione che finisce con l’essere contagioso. E alla fine i commenti degli spettatori sono non solo positivi ma emotivamente partecipati. «Quello che provo è un senso di gratitudine, perché ritrovo in Nicolò una persona molto rara e sicuramente necessaria per i tempi che stiamo vivendo – afferma Virginia -. Quindi quello che sento di dire è grazie». Aggiunge Benedetta: «Vedere questo film quando si hanno 22 anni e non si sa bene dove andare è una bella spinta e una bella botta di speranza necessaria oggi».
E su School of Life dice Camilla: «Il film mi è piaciuto tantissimo, conoscevo Nicolò, eravamo compagni di classe. Però vedere in un film, vedere le immagini è stato molto bello, diverso da leggere i suoi libri». Luca invece osserva: «Ho apprezzato moltissimo questa proiezione, più che altro perché è facilmente intuibile tutto il lavoro che c'è dietro questo progetto e tutto lo sforzo che c’è voluto per arrivare a questi risultati». Le due sale piene e la lista d’attesa sul banchetto dei volontari cremonesi di Still I Rise, il confronto alla fine sono gli ingredienti della proiezione di School of Life che domani sera replica sempre a SpazioCinema.
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