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CREMONA. LE FOTO

L'ex Banca d'Italia rinasce: giardino pensile sempre fiorito con 2.817 piante

Ultimi ritocchi al cuore verde dell’edificio riqualificato da FinDonati

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

12 Ottobre 2025 - 09:05

CREMONA - Ha un cuore verde perennemente fiorito il progetto dell’archistar Stefano Boeri per il recupero dell’ex Banca d’Italia. In questi giorni si stanno dando gli ultimi tocchi dopo aver messo a dimora 2.817 piante, arbusti e cespugli.

«Si tratta — spiega Aldo Gazzina, direttore dell’Ufficio tecnico di FinDonati — delle piante situate al quarto piano e del verde in affaccio sulla corte interna. All’interno le fioriere sono poste in continuità con il pavimento degli appartamenti, dando l’illusione di una sorta di giardino sospeso. Lo studio Ag&P, che ha curato il progetto del verde, ha selezionato cespugli e arbusti in base all’esposizione solare e all’altezza, sincronizzando le fioriture in modo che per tutto l’anno ci sia una macchia di colore. Al piano terra poi — aggiunge Gazzina — è stato steso un prato pronto effetto in modo da creare una sorta di giardino pensile sopra il solaio delle autorimesse, che ospitano 38 box». Dalla riqualificazione dell’edificio, chiamato ora CorteVerdi, sono stati ricavati 17 appartamenti, di cui solo 5 sono ancora invenduti. Al piano terra poi si è insediato a giugno il Credem e nei giorni scorsi sono state rimosse le coperture e si accede con una porta a vetri: «Passando sotto i portici — osserva Gazzina — ora si può vedere il giardino all’interno», accessibile solo ai residenti.

Abbandonato dalla Banca d’Italia nel 2009 e a lungo in vendita, l’edificio di via Verdi è stato acquistato il 17 ottobre 2022 dal Gruppo Findonati Spa. Top secret il prezzo di acquisto. Poche settimane dopo, a novembre, Findonati ha svelato la firma del progetto di riqualificazione dell’edificio: lo studio Stefano Boeri Architetti. E a dicembre sono iniziati i lavori, con lo svuotamento dei locali. «È stato — spiega Gazzina — un lavoro enorme e sono stati tre anni di grandissimo impegno e anche di difficoltà. Come si può immaginare sono stati tanti gli imprevisti, che abbiamo affrontato sempre con responsabilità. La logica è stata quella di dire: “Abbiamo fatto 30, facciamo 31”. Ma noi spesso abbiamo fatto anche 32. Abbiamo messo tanta cura e attenzione per raggiungere il risultato». Cura e attenzione estesa anche all’efficienza energetica. È stato infatti installato un impianto fotovoltaico da 50 kilowatt di colore rosso per richiamare le tegole in cotto dei tetti circostanti. È stata inoltre realizzata una vasca di raccolta dell’acqua piovana e un pozzo privato per provvedere all’irrigazione del verde senza ricorrere all’acquedotto ed evitare sprechi. E il risultato sono 3mila metri quadrati per 17 appartamenti, 38 box. Quasi 3mila fra piante e arbusti e 600 metri quadrati di prato. La cura nei dettagli si è estesa all’illuminazione a LED che alla sera crea scorci suggestivi. Rinasce così uno dei “buchi neri” del centro storico. L’edificio è stato costruito nel 1959. Il 13 marzo 2009 era stato l’ultimo giorno di lavoro per i dipendenti della filiale cremonese della Banca d’Italia e nel 2012 il palazzo è stato messo in vendita. A gestire l’operazione era stata Rti Colliers International Italia. L’immobile di Cremona era stato offerto al mercato in due aste pubbliche, nel 2013 e nel 2014, senza esito. Il prezzo di partenza della prima asta era stato di 8,5 milioni di euro, mentre la seconda era senza base d’asta. Ma quel valore fissato rifletteva un mercato diverso da quello del tempo e la Banca nel 2022 si era detta quindi disposta a valutare offerte in linea con i valori di scambio più attuali.

Curiosa la storia del progetto originale, che risale al 1954 e fu affidato all’architetto romano Luigi Vagnetti. La Banca d’Italia bloccò i lavori nel 1958. Il Comune, infatti, aveva dato il via libera alla costruzione di un altro edificio proprio di fronte, in quella che era piazza Cavour.

La Banca d’Italia si oppose perché vedeva in questo modo sminuita la monumentalità del palazzo e alla fine l’altro edificio non fu costruito. La nuova sede della Banca d’Italia fu realizzata demolendo alcuni edifici medievali con mattoni a vista e per richiamare quel colore come materiale di rivestimento fu scelta una preziosa pietra rosata. Pietra rosata che è stata preservata nella riqualificazione.

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