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CREMONA. SCUOLA

Per l’agente Villa un pieno di emozioni

Toccante cerimonia a 30 anni dalla fatale rapina in cui cadde l’ex studente del Ghisleri

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

06 Ottobre 2025 - 18:38

CREMONA - «Ha scelto di intervenire, di proteggere gli altri, e in quel gesto c'è tutta la sua umanità, il suo valore. Ricordarlo significa dare dignità a quel coraggio che non fa rumore ma salva vite». Paolo, studente del Ghisleri, non era neppure nato quando Stefano Villa, il 27 settembre 1995, cadeva sotto i colpi di un rapinatore al casello di Melegnano. Aveva solo 25 anni.

Oggi, nel trentennale della sua scomparsa, l’agente di polizia è stato ricordato nell’aula magna a lui intitolata. Erano presenti il padre Enrico, il vicario del questore, Adele Belluso, il comandante della Polizia tradale, Ettore Guidone, il presidente del Consiglio di istituto, Marco Villa, e il vice, Valerio Demaldè.

A fare gli onori di casa, la preside, Lorenza Badini e la vice, Gloria Grazioli. «Per uno strano caso del destino, i percorsi mio e di Stefano si sono incrociati — ha raccontato la preside —. Dopo aver perso mio padre, per pagarmi gli studi ho lavorato come casellante stagionale in autostrada, proprio a Melegnano, fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. I caselli facevano gola ai rapinatori: non c’era il Telepass e la Viacard era solo agli inizi. A fine giornata i cassetti dei caselli costituivano un buon bottino. Io mi sentivo protetta e sicura quando vedevo da lontano il lampeggiante dell’auto della Polizia. Stefano ci ha lasciato così, a causa di un rapinatore che il 27 settembre 1995 ha sparato a lui e al suo collega».

Marco Villa ha invitato i ragazzi a vivere con entusiasmo ogni giorno della loro vita; Demaldè ha ricordato quando, sul treno che lo portava a Cremona, Stefano Villa lo difese da un gruppo di balordi. Belluso ha messo in evidenza il coraggio e la dedizione al servizio; Guidone ha raccontato come, nel periodo di servizio di Villa, il suo reparto avesse effettuato 274 arresti in due anni, a testimonianza di un impegno efficace e incisivo. Il papà Enrico ha ringraziato, commosso, per un ricordo che non muore: «Stefano era un ragazzo timido: se gli chiedevi una cosa, inizialmente ti diceva di no, poi ci pensava su e tornava con una disponibilità assoluta».

A ricordare il sorriso aperto di Stefano Villa, il ritratto realizzato da Andrea Gerevini come omaggio all’ex studente caduto mentre lavorava, come sempre, per proteggere gli altri.

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