L'ANALISI
03 Ottobre 2025 - 22:42
CREMONA - Cremona si mette l’abito da sera per uno dei suoi appuntamenti più importanti, la prima del Teatro Ponchielli con la Carmen di Georges Bizet. E se l’opéra-comique richiama il rosso, il rosso della passione e, ahimè, il rosso del sangue, è il nero che domina nei palchi e in platea.
Misura e raffinatezza nel foyer del tempio cremonese della lirica. Ci sono i volti delle istituzioni: il prefetto Antonio Giannelli, il sindaco Andrea Virgilio, la vicesindaco Francesca Romagnoli, Luciano Pizzetti, presidente del Consiglio comunale, gli assessori Rodolfo Bona, Luca Burgazzi, grande melomane, Santo Canale. E gli appassionati di opera.
Pizzi e lustrini, giacche da smoking con paillettes. Tanto nero, sì, tra le signore, ma anche bianco, écru, oro e rosa: rosa cipria, rosa confetto. Tacchi per l’occasione, e messa in piega.
Gli uomini ‘giocano facile’: giacca e cravatta, per lo più qualche smoking. Se poi si è il comandante provinciale della Guardia di Finanza — il colonnello Massimo Dell’Anna - la divisa ça va sans dire.
Tutti conoscono ‘la Carmen di Bizet’. C’è curiosità di conoscere l’interpretazione del regista.
La Carmen è la cronaca di un femminicidio dell’800. Christine Faticati è avvocato. Al Ponchielli è con il padre Franco, imprenditore. «Carmen è un caso giudiziario per un avvocato. Certo che l’avrei difesa. Noi dobbiamo sempre difendere le donne». I Faticati padre e figlia sono nel foyer con Valentina Carrera e suo figlio Cesare, lei insegnante di lettere alla scuola media Anna Frank, il figlio studente al secondo anno del liceo classico Manin. «Ti ha trascinato la mamma?». «No, è stata una scelta condivisa». Appassionato di musica, Cesare suona il pianoforte. Da grande ancora non sa che cosa farà, «ma, di sicuro, la musica avrà un ruolo fondamentale».
Non poteva mancare alla prima Elena Guerreschi, moglie del sindaco, avvocata e presidente di Aida, il centro che aiuta le donne vittime di violenza di genere. «La cosa che potrebbe stupire è che un’opera così risalente nel tempo, ci parli di un tema così attuale, come la violenza sulle donne e i femminicidi — dice Guerreschi —. Carmen rivendica la sua libertà, la rivendica sino a conoscerne l’esito. Oggi possiamo dire che la situazione deve assolutamente cambiare: c’è una legislazione come la nostra che viene incontro alle donne, che è in grado di supportare quelle donne che vogliono raggiungere la loro libertà veramente». Dall’avvocata presidente di Aida, l’esortazione «a tutte le donne ad avere un finale diverso rispetto a quello che vedremo stasera».
La sua prima volta al Ponchielli risale a quand’era bambina. «Avevo 9 anni. È stato ed è un grande amore. E la prima è sempre un’emozione», dice l’avvocato Monica Poli: le è accanto la mamma Giorgina. «La Carmen — spiega — è un capolavoro di Bizet, una grande passione con un epilogo, purtroppo, tragico. Parliamo di femminicidio, ahimè. Che cosa mi aspetto? La critica è assolutamente favorevole, il cast è importante. Mi aspetto sicuramente un’ottima rappresentazione. Colgo l’occasione per fare un augurio a un giovane ragazzo, il nostro nuovo sovrintendete Andrea Nocerino. Ho avuto modo di apprezzarlo come persona e come professionista. È un giovane talentuoso. Ai giovani va dato molto incoraggiamento. Per Andrea sarà il primo di molti successi».
Nel foyer c’è Luca Dal Monte, giornalista, scrittore di successo: tra gli altri, ha dato alle stampe ‘LucaVialli' (Cairo), autobiografia autorizzata dell’indimenticato suo amico Gianluca Vialli. «È la prima apertura della stagione lirica al Ponchielli, a cui partecipo dal 1982. Ho visto diverse volte la Carmen. Di quest’opera che cosa mi colpisce? La lunghezza. Sono pronto».
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