L'ANALISI
24 Maggio 2025 - 17:45
CREMONA - Il Coro di Musicologia, la visita alla collezione dei rulli per piani meccanici: palazzo Raimondi riserva sorprese alle future matricole dei corsi di Musicologia e Beni culturali. Durante la giornata di Open Day Michele Epifani ha parlato di Vivaldi e il concerto solistico, Mariarosa Bricchi ha illustrato come leggere il manoscritto di Fermo e Lucia di Manzoni.
Queste sono state alcune delle lezioni che hanno raccontato cosa si fa al Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali. A palazzo Fodri, invece, il presidente del corso di laurea Massimiliano Guido, Giacomo Fiocco del laboratorio di Diagnostica dei materiali e Luca Rocca, uno dei primi laureati in Conservazione e restauro dei beni culturali, hanno raccontato la loro esperienza e illustrato corso e attività che si svolgono nell’edificio di corso Matteotti.
Nel corso della mattinata sono stati illustrati i corsi triennali di Musicologia e Scienze letterarie e beni culturali, la nuovissima magistrale in Metodi e tecnologie per la storia dell’arte e ovviamente la più consolidata magistrale in Musicologia, oltre che la laurea quinquennale in Conservazione e restauro dei Beni Culturali.
Di prima mattina a presentarsi sono stati coloro che arrivano da lontano. Sono soprattutto aspiranti musicologi. Il corso, nella sua compattezza, è una sorta di unicum. Una realtà simile c’è solo a Roma. Giulia Castiglioni arriva da Varese: «Suono il flauto traverso e voglio fare della musica una professione. Sono qui per questo, per cercare di formarmi, per far sì che l’amore per il flauto e per l’attività di concertista possano diventare un lavoro». Alla determinazione di Giulia si affianca quella dei genitori, che chiedono informazione su costo degli alloggi, sulla possibilità di vivere in città: «Ci piacerebbe facesse un’esperienza universitaria completa, trovando una sua autonomia».
Davide Castellazzi arriva da un paese vicino a Monza e racconta: «Lavoro part time alla Tim, ho preso casa con tanto di mutuo, ma la mia passione è la musica. Sono venuto per capire quali possibilità ci siano per uno studente lavoratore, come l’ateneo possa venire in aiuto a chi non può frequentare con continuità e magari si ritroverebbe a venire a Cremona soltanto per sostenere gli esami. Musicologia ha un programma veramente interessante, spero di riuscire a coniugare le esigenze lavorative con quelle di studio».
C’è chi arriva fin dalla Puglia: «Ho iniziato da poco a suonare la chitarra elettrica ed è stato un fulmine a ciel sereno. Ho capito che la musica è la mia vita — racconta Filippo —. Musicologia c’è anche a Roma, ma prima ho voluto venire qui, la città è più piccola, la qualità dell’insegnamento ottima. Diciamo che la prima scelta potrebbe essere questa, poi vedrò anche cosa offre Roma».
Ma per capire cosa il Dipartimento di beni culturali riesca a dare ai suoi iscritti bisogna parlare con chi ha fatto triennale e magistrale in Storia dell’arte. Nicolò Giannelli non ha dubbi e quando parla della sua esperienza universitaria s’accende di entusiasmo: «Sono stati cinque anni bellissimi — racconta —, anche se due di questi sono stati caratterizzati dal Covid. Quando è stato possibile venire in università sono riuscito a viverne pienamente ogni aspetto. Sono di Cremona, qui ho trovato nuove amicizie, professori con cui mi sono potuto confrontare e con cui sono cresciuto. Alcuni di loro li incontro ancora oggi, anche solo per scambiare due chiacchiere e bere un caffè. Le relazioni umane sono importanti, ma anche la qualità dell’insegnamento. Questi due aspetti qui coesistono e rendono l’esperienza universitaria unica. Ora insegno al liceo Vida. Rifarei la mia scelta, non ho dubbi».
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