L'ANALISI
12 Gennaio 2025 - 12:26
CASTELLEONE - A Marco Fonghessi sarebbe di certo piaciuta una serata così, nel giorno del suo compleanno: il palazzetto esaurito, con tanti suoi amici e tanti giovanissimi; un bel gruppo di ex grigiorossi che quel 30 settembre del 1984 erano in campo a San Siro per Milan-Cremonese; la verve straordinaria di Cristiano Militello che ha regalato venti minuti di spettacolo improntato alla sua ventennale rubrica Striscia lo striscione, dalla collezione dei più famosi esposti negli stadi fino ai servizi trasmessi in tv; e prima ancora l’esibizione delle ragazze della Liberi e Forti, l’intervento di Michele Trombetta star della Kings World Cup Nations e il ricordo del torneo di calcio giovanile di Gianluigi Cimaschi. E infine, la targa con cui il Comune di Castelleone su proposta dell’associazione Il Borgo (presieduta da Gianfranco Sacchi) gli è stato dedicato il campo sportivo del Dosso.
Ieri Marco avrebbe compiuto 62 anni, ne aveva 21 quando venne accoltellato fuori da San Siro. Morì il giorno dopo e a 40 anni di distanza la sua comunità ha voluto ricordarlo con una iniziativa speciale che, come ha detto Alberto Viti, coordinatore della serata, rimarrà per sempre. In prima fila i familiari di Marco, a partire dalla sorella Carla e dal fratello Gabriele, che hanno seguito l’iniziativa minuto per minuto. Tra le autorità, il sindaco Federico Marchesi, il vice sindaco Gianluigi Valcarenghi, l’ex sindaco Pietro Fiori, il comandante della stazione locale dei carabinieri Alessandro Ciaberna, il presidente della Provincia Roberto Mariani.
Una serata di emozioni, caratterizzata anche da tanti momenti di sportiva allegria, proprio come è sempre piaciuto a Fonghessi, aperta da un ex grigiorosso del calibro di Walter Viganò: «La notizia ci arrivò mentre eravamo in pullman e ci gelò il sangue. Non riuscivamo a crederci».
Poi la stoccata (ilare) a Mario Montorfano: «Non riesco a capire come possa aver fatto così tante presenze con la Cremonese e cosa c’entrasse, mah». Naturalmente la replica non si è fatta attendere, con la consueta loquacità di Montorfano che gli ha procurato anche molti applausi, specie quando ha letto un pensiero personale dedicato a quegli anni, citando molti ex amici, da Vialli a Cesini a Mondonico, tutti gli ex dirigenti compresi Nedo Bettoli e il dottor Bruno Anselmi. Un autentico mattatore che a stento ha lasciato il microfono.
Felice Garzilli ha ricordato quelle pure durissime per lui e per tutta la squadra e la difficoltà nell’accettare una notizia del genere. Ivan Rizzardi ha rivolto un pensiero anche ai ragazzini, molti dei quali seduti in tribuna: «Dobbiamo pensare più spesso a loro, a offrire esempi positivi, sono il futuro». Commosso anche Giancarlo Finardi, bandiera storica della Cremonese: «Non potremo mai dimenticare quelle giornate, che ci hanno segnato, insieme all’amicizia tra di noi che vive e resiste, ogni giorno». La Cremonese ha inviato un video, in cui Marco Nicoletti racconta: «Ho segnato un gran gol quella domenica contro il Milan, ma ogni volta che lo rivedo, il pensiero va a Marco e oscura di gran lunga anche il senso di quella partita e di quella giornata, un ricordo durissimo con cui convivere, quasi come se anche noi avessimo una parte di responsabilità».
Infine, Clara Mondonico, figlia del grande Mondo: «Papà era andato a far visita a Marco, lo aveva fatto perché se lo sentiva nel cuore, era così, e il suo insegnamento rimarrà per sempre dentro me».
Poi, il saluto di Alberto Viti: «Molti di noi non erano neanche nati, ma di Marco abbiamo sempre sentito parlare. E questa targa resterà per sempre dedicata a lui, qui nella sua Castelleone». La targa, la maglia grigiorossa autografata col nome di Fonghessi, consegnata dal sindaco Marchesi. Carla Fonghessi, ha ringraziato così: «Per noi è un momento importante, abbiamo pensato a Marco ogni giorno della nostra vita. La mamma ha perdonato e questo è ciò che abbiamo nel cuore. Grazie a tutti voi per questa bella iniziativa».
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