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VITTIME DEL LAVORO. 74ª GIORNATA NAZIONALE

Infortuni in aumento: «Molto resta da fare»

Il messaggio di Calci, presidente dell’Anmil: «Sento la responsabilità della sicurezza». Bergamaschi: «Vietato abbassare la guardia». Curci (Cgil): «Va garantita qualità»

Stefano Sagrestano

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stefano.sagrestano@gmail.com

13 Ottobre 2024 - 13:47

CREMA - Infortuni sul lavoro in aumento del 3,2% in provincia nei primi otto mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono 3.058 contro i 2.964 dei 12 mesi precedenti. Fortunatamente sono in diminuzione gli infortuni mortali: erano stati otto nel 2023, sono cinque alla fine di agosto. Sono i dati forniti da Anmil oggi, in occasione della celebrazione provinciale della 74ª giornata nazionale delle vittime di incidenti sul lavoro.

La manifestazione si è tenuta a Crema. Durante la mattinata, Monica Livella, responsabile dell’ufficio Inail provinciale, ha consegnato a persone vittime di infortuni un riconoscimento.

Ad aprire la mattinata è stato il raduno in piazza Giovanni XXIII, poi la messa in Duomo, al termine della quale si è formato il corteo con in testa la banda di Agnadello, che ha raggiunto il monumento ai caduti sul lavoro di piazza Marconi. Mario Calci, presidente territoriale Anmil, ha ringraziato cittadini e autorità e dato il via agli interventi ufficiali.

«Una grande emozione per me che sono alla prima ricorrenza da presidente. Una responsabilità che ho assunto con entusiasmo e con l’obiettivo di fare sentire ancora di più la voce delle famiglie».

Poi il sindaco, Fabio Bergamaschi: «È nostro dovere garantire che ogni lavoratore possa svolgere le proprie mansioni in un ambiente sicuro e protetto. Negli ultimi anni, abbiamo fatto significativi progressi nel migliorare le condizioni di lavoro. Abbiamo investito in formazione, aggiornamenti e attrezzature più sicure. Tuttavia, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Ogni infortunio, ogni incidente è una ferita non solo per il singolo individuo, ma per l’intera comunità. È un richiamo alla responsabilità collettiva. La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo legale, ma un valore fondamentale. Dobbiamo promuovere una cultura della sicurezza in cui ognuno di noi si senta responsabile, dove i lavoratori possano segnalare i rischi senza paura di ritorsioni e dove le aziende si impegnino attivamente a prevenirli.

La sicurezza sul lavoro, è una condizione essenziale per garantire il diritto fondamentale e inalienabile alla salute, un diritto che non può essere compromesso dalla mancanza o dall’insufficienza di misure adeguate per rendere i luoghi di lavoro salubri e privi di rischi. L’impegno delle istituzioni e delle parti sociali a questo proposito non sarà mai sufficiente. Desidero sottolineare che la sicurezza sul lavoro è un tema che riguarda tutti. È una responsabilità condivisa tra datori di lavoro, lavoratori e istituzioni. Solo unendo le forze possiamo creare un futuro in cui ogni lavoratore possa sentirsi al sicuro e valorizzato nel proprio ambiente di lavoro».

Monica Livella, responsabile Inail di Cremona, ha ricordato come «tutti gli infortuni, di qualunque entità essi siano, portino disagio alle persone e alle famiglie. Da gennaio ad agosto sono stati oltre 3.000, cinque mortali, in aumento rispetto al 2023».

Piero Superbi, direttore sanitario di Ats, ha sottolineato come si debba puntare sulla cultura della prevenzione: «Uscendo dalla semplice obbligatorietà normativa, per creare un contesto che comprenda tutti gli interlocutori».

Anna Firmi, che dirige il dipartimento di prevenzione di Ats, ha aggiunto: «Facciamo sempre più controlli ogni anno, ma non bastano, per fare la differenza serve l'unità di istituzioni, associazioni e cittadini».

Luca Bonaldi, presidente Co.co.pro. Inail Cremona, ha ricordato l’importanza del reinserimento lavorativo delle vittime di incidenti sul lavoro.

Poi gli interventi dei consiglieri regionali Matteo Piloni e Riccardo Vitari, del neo consigliere provinciale delegato Eugenio Vailati e del presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni. Tutti hanno evidenziato il lavoro fondamentale di prevenzione, ma anche supporto alle vittime, portato avanti da Inail, dall’Anmil e dalle altre strutture preposte. Poi lo sprone a intervenire sempre di più sull’educazione, partendo ovviamente dalle scuole.

Infine, Elena Curci, segretaria provinciale della Cgil: «Dobbiamo partire dalla qualità del lavoro, perché è con quella che possiamo combattere gli infortuni».

LA PANCHINA BIANCA RICORDA CHI NON C’È PIÙ

Per ricordare coloro che non ce l’hanno fatta a causa di un incidente sul lavoro, ma anche un omaggio a chi da un infortunio è riuscito a ripartire. Inoltre è un monito per il futuro e un’esortazione alla prevenzione. Questo rappresenta la panchina bianca inaugurata in piazza Marconi al termine delle celebrazioni per la 74ª giornata nazionale delle vittime di incidenti sul lavoro. Il taglio del nastro con le autorità e poi la scopertura dell’arredo urbano, posizionato sullo spazio verde che ospita già da anni il monumento ai caduti e mutilati del lavoro.

«L’insicurezza sul lavoro ha segnato la mia vita – ha ricordato il presidente provinciale, Mario Calci, nel suo intervento – da quando 42 anni fa, per un incidente, mi sono ritrovato invalido. Un dolore il cui peso porto ancora oggi sulle spalle, non vorrei che ad altri capitasse quello che è successo a me. Per questo sono in Anmil. Siamo nati oltre 80 anni fa e dal 1979 sono riconosciuti all’associazione per legge i compiti di rappresentanza e tutela dei mutilati e invalidi del lavoro. Non voglio dare numeri ad un fenomeno la cui gravità è sotto gli occhi di tutti, ma certo tre morti al giorno sul lavoro sono una enormità. E ci si dimentica di aggiungere i circa cinque decessi quotidiani per malattie professionali. La verità è che i numeri sostanzialmente non sono cambiati rispetto a dieci anni fa. Senza considerare che non fanno parte di queste statistiche gli appartenenti alle forze dell’ordine, le partite Iva e i non assicurati dall’Inail. Bisogna tornare a parlare con concretezza e urgenza della tutela delle vittime e delle loro famiglie, un tema poco conosciuto, se non dagli addetti ai lavori. Non a caso tra gli impegni dell’associazione c’è quello di diffondere la storia delle persone che hanno subito un incidente e delle loro famiglie così che tutti possano capire quanto questi accadimenti incidano sulle vite di singoli e nuclei».

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