L'ANALISI
13 Ottobre 2024 - 05:20
CASALMAGGOIRE - Nella città, i muri comunicano, grazie al progetto ‘La città sociale, la città che cura’, avviato da Antonella Pizzamiglio, Barbara Sereni e Fiorenza Bicchierai insieme al Comune per ricordare, nel centenario della nascita di Franco Basaglia, lo psichiatra di Casalmaggiore Franco Rotelli, a un anno dalla sua scomparsa. I muri comunicano grazie ai ‘manifesti parlanti’, che campeggiano in vari punti della città e del territorio circostante: sui muri, nelle pensiline di attesa degli autobus, negli istituti scolastici e anche in duomo.
A partire da giovedì, Giornata Mondiale della salute mentale, questi 89 manifesti — risultato di una combinazione di creatività e tecnologia — sono stati esposti in diversi luoghi simbolici, non solo nel Comune di Casalmaggiore, sede principale del progetto, ma anche in città come Cremona, Milano e Trieste. Un modo alternativo per interagire con lo spazio urbano.
Il progetto ‘La città sociale, la città che cura’, dal 9 marzo al 6 aprile scorso aveva visto l’organizzazione di incontri con realtà del territorio e con interventi internazionali, tra cui dibattiti, presentazioni di libri, documentari, spettacoli teatrali, racconti di vita istituzionale e familiare, nonché incontri con le scuole.
Cornice delle iniziative era stata la mostra fotografica ‘Leros — il Mio Viaggio’ della Pizzamiglio, testimone a Leros di uno dei manicomi più scandalosi della recente storia europea. Gli incontri hanno messo a fuoco temi diversi, dalla lotta contro il bullismo al ricordo delle realtà manicomiali, dall’impegno contro la violenza di genere alla testimonianza di operatori dei servizi della salute mentale e della disabilità, dalla dipendenza dal gioco d’azzardo alle esperienze dell’Accademia della Follia.
Grazie alla collaborazione di Iris Caffelli di ForMattArt, sono stati realizzati questi manifesti parlanti, dotati di un codice Qr udibile, che consentono di ascoltare le voci dei protagonisti tramite YouTube. Gli studenti degli istituti Romani e Santa Chiara, gli operatori del settore e tanti cittadini hanno partecipato attivamente, esponendosi con uno scatto di Pizzamiglio e condividendo la loro idea di ‘città sociale’.
I manifesti raffigurano i volti di chi ha voluto interpretare con un gesto e un oggetto la propria visione di una città che cura, rendendo lo spazio pubblico un luogo di dialogo e inclusione. L’idea di fondo è semplice: rendere il messaggio interattivo, creare un'esperienza che vada oltre il mero guardare passivamente un’immagine stampata.
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