L'ANALISI
11 Settembre 2024 - 19:26
CREMONA - Fra i denti se lo fanno scappare: «Sì, la scuola un po’ mi mancava. Sono felice di ricominciare», ma non bisogna farsi sentire troppo in giro a dire simili cose. E così Mirko Tamagnini col fratello Dino e Raoul Lo Giudice si confondono fra gli studenti che ben prima delle fatidiche 8 di oggi guadagnano l’ingresso della scuola. Pur nell’anno dell’avvio delle lezioni scaglionate il rito e le emozioni del primo giorno non cambiano, accomunano presidi, docenti, studenti e genitori. Le biciclette in via Bertesi ricompaiono in tutto il loro creativo disordine e contro il muro ci può scappare anche un tenero abbraccio fra fidanzatini. Via Palestro si anima di voci e di macchine, il suono delle campanelle di Aselli e Ghisleri e quello del Torriani in via Seminario danno il la all’avvio dell’anno scolastico 2024/2025. Domani toccherà a tutte le altre scuole di ogni ordine e grado.
Gianfranco Alì, Francesco Petrini e Nicola Zelioli si abbracciano all’ingresso del Ghisleri: «Ci siamo», dicono e il volto è di quelli che esprime un mix di rassegnazione e la soddisfazione di rivedersi dopo una lunga estate. Camilla sta in disparte all’ingresso dell’Aselli con al fianco il padre: «Sono emozionata, per fortuna in classe ho un’amica delle medie e rincontrerò due compagne delle elementari. E poi in terza c’è mia sorella». Il papà la guarda soddisfatto: «Abbiamo accompagnato e condiviso la sua scelta. Il fatto che ci sia la sorella più grande le dà sicurezza». Marta Denti e Marcello Manfredini si guardano poco prima di entrare e prendono coraggio, saranno in quarta: «Nulla di nuovo, conosciamo l’ambiente, si va con tranquillità. Certo ora le vacanze sono veramente finite». Simon Adeola e papà Charles con la sorella Victoria attendono nell’atrio dello scientifico la chiamata per le classi prime che a turno scendono nell’aula magna per il benvenuto del preside.
«Quest’anno abbiamo 250 primini, un numero importante — commenta Alberto Ferrari, dirigente del liceo Aselli —. Mi piace che questa scuola possa diventare la casa degli studenti, possa appartenere a loro come ai docenti, in un corrispettivo senso di responsabilità e di cura. Questo sarà un anno particolare che segnerà il secolo di dell’Aselli e lavoreremo insieme alle celebrazioni». Così il preside si rivolge alla platea silenziosa di matricole.
È un via vai anche al Ghisleri con la nuova preside Lorenza Badini che esclama: «Ma corrono, veramente per prendere posto». E ribatte la vicepreside Gloria Grazioli: «Io l’anno scorso li ho filmati e a maggio quando non ne potevano più, ho ricordato loro l’entusiasmo del primo giorno». La nuova dirigente è carica e accoglie le matricole in aula magna: «Ho avuto modo di conoscere il mio staff, c’è tanta voglia di fare. Rispetto a un comprensivo qui si corre. La grande sfida è rendere sempre più stretti i rapporti fra scuola e mondo del lavoro, oltre a chiudere la complessa partita del Pnrr».
Al Torriani, Simona Piperno parla a una platea gremita di genitori. L’avvio di oggi ha riguardato le sole classi prime di tutti gli indirizzi: «Abbiamo deciso di dedicare la prima giornata alle prime per fare in modo che possano prendere familiarità della scuola senza gli altri studenti — racconta alla fine degli incontri di accoglienza —. Nei prossimi giorni i ragazzi di prima faranno giornate di accoglienza alla Bissolati per conoscersi al di là dei gruppi classi e fare in modo che anche i docenti abbiano occasione di vederli in situazioni non strutturate». La preside non nasconde un poco di preoccupazione rispetto al completamento dell’organico: «I posti accantonati per le immissioni in ruolo sono importanti: 7 cattedre di matematica, due di italiano, 4 di fisica e poi ci sono le materie tecniche. La settimana prossima faremo orario ridotto, in attesa delle nomine. Certo il fatto di avere supplenti fino all’avente diritto rischia di sottoporre i ragazzi a un balletto di insegnanti che non aiuta».
«Si ricomincia con rinnovata energia, ma non vede come sono belli — dice Mara Fornaroli del Ghisleri —. Partiamo con una nuova dirigente, con nuovi progetti e poi il rapporto con i ragazzi è prezioso e ti dà energia».
Elisabetta Ferrari dell’Aselli non ha dubbi: «Il primo giorno di scuola è sempre un’emozione, non solo per i ragazzi, ma anche per noi — afferma —. Il nostro compito è mantenere viva questa emozione per aiutare i nostri ragazzi a crescere nel sapere e nel essere persone. Dobbiamo riuscire a condividere con loro il desiderio di apprendere».
Ed è don Paolo Arienti che pone l’accento sul ruolo docente: «Oggi, più che mai, visti gli scenari in cui viviamo, credo che il ruolo docenti sia importante e chieda a tutti noi una responsabilità forte nei confronti di questi ragazzi. Con questa consapevolezza credo sia importante iniziare l’anno e non perdere mai di vista che il nostro agire è d’esempio e di stimolo a ragazzi che desiderano crescere e sono impegnati a diventare persone».
E da domani per tutti, ma proprio tutti: dalle primarie alle superiori la scuola inizierà senza ma e senza se.
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