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CREMONA. IL CENTRO «CR2 SINAPSI»

Tecnologia e cura un binomio vincente

Presentata alla cittadinanza la nuova struttura voluta da Occhi azzurri onlus

La Provincia Redazione

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29 Giugno 2024 - 21:31

CREMONA - Missione compiuta. Dopo anni di progettazione, il centro CR2 Sinapsi, voluto dalla Fondazione Occhi Azzurri al Parco del Morbasco, è quasi terminato. Dal primo mattone sono passati due anni di intensa progettazione. Il traguardo è stato più che agognato dai fondatori di Occhi Azzurri, l’Onlus nata nel 2015 dagli sforzi di Filippo Ruvioli, Silvia Braga, Francesco Brocchieri e Giovanni Berenzi. E una grande conquista merita una grande presentazione: la Festa dei ciliegi con cui Ruvioli e i figli Sebastiano e Orlando hanno deciso di ricordare la loro Silvia.

Oggi alle 16.30 si sono aperte le danze. Gli organizzatori hanno predisposto alcune attività ludiche per i bambini che il cielo plumbeo non ha scoraggiato: due tiri a pallavolo nel Parco del Morbasco e una corsetta in città, fuori dal centro. Poi, il momento più atteso: alle 17.30 la prima visita al centro, riservata ai membri del Rotary Club Cremona Monteverdi, riproposta poi per tutti in serata. A seguire, la premiazione della borsa di studio intitolata a Silvia Braga, poi la cena.

«Il centro è diviso in due macroaree – ha spiegato Ruvioli, guidando gli ospiti nelle sale della struttura – che riassumono i due obiettivi della fondazione: una di carattere educativo e una sanitaria. Nell’area sanitaria ci sarà un disability manager, che orienterà le famiglie alle strutture del territorio che dispongono dei servizi che qui non offriamo. È importante che la struttura comunichi con le altre competenti, senza porsi in competizione con esse».

Ma è molto presente anche uno sguardo sul futuro, anche professionale, degli ospiti: «Dobbiamo preparare i ragazzi diversamente abili ad integrarsi nella società, facendo terapia occupazionale. Vogliamo aprire un percorso per attivare un ristorante didattico qui al centro».

Ogni dettaglio delle sale è pensato per garantire un’esperienza di benessere, ma anche per osservare al meglio gli ospiti, che andranno in primo luogo ben inquadrati: «I ragazzi arrivano con una diagnosi — ha spiegato Ruvioli — che va integrata con una scala di valori che stiamo adottando e che certificheremo. Ci servono spazi ampi per consentire agli specialisti di testare efficacemente queste capacità, anche grazie ad esperienze immersive».

La struttura è anche dotata di una modernissima piscina interna, la chicca di Ruvioli. «La piscina è un esemplare molto complesso: è munita di tre profondità ed è dotata di un percorso interno per la riabilitazione vascolare. Vogliamo che sia pubblica, e che questo sia un primo passo per riconsiderare il valore delle terapie in acqua. Lo chiederemo anche all’Ordine dei medici».

«La disabilità – ha concluso Ruvioli – non è un fenomeno da curare; semmai, occorre prendersene cura. Questo sarà uno spazio in cui il disabile sarà sì protagonista, ma in cui chiunque potrà ritrovarsi. Sarà un regalo al quartiere, alla città, a chi vorrà avvicinarsi».

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