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CREMONA. AVVOCATI: I 150 ANNI DELL’ORDINE

La notte delle toghe tra storia ed eleganza

Al gala nel chiostro di Santa Monica 220 invitati tra professionisti, magistrati e autorità

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

14 Giugno 2024 - 19:06

CREMONA - Anno 1874. «Vittorio Emanuele II promulgava la legge che regola l’esercizio della professione di avvocato e di procuratore».
Anno 2024: «Abbiamo 150 anni di storia alle spalle, ma fermarci a questo sarebbe un errore enorme. Noi dobbiamo pensare ai prossimi 150 anni, dobbiamo essere concentrati sul futuro, sapendo di avere un grande passato alle spalle». Per i 150 anni dell’Ordine degli avvocati, il presidente Alessio Romanelli con il suo consiglio fa le cose in grande: una cena di gala, ieri sera nell’incantevole chiostro del campus universitario Santa Monica. Duecentoventi tra avvocati, magistrati, autorità, presidenti degli altri Ordini professionali.

Le generazioni future — i giovani praticanti legali — e i maestri che hanno ancora molto da insegnare. Lo è Ermete Aiello, 85 anni, colonna storica di Crema.
Toghe in studio, a Santa Monica sfila l’eleganza: molto legali in smoking, le colleghe in lungo. Il buffet e la cena (ottimi), il dj Davide Guareschi e un drone che ‘svolazza’. È di Christian Fabiano, laurea in Scienze dell’Educazione, mamma avvocato, videomaker per passione. Lui confezionerà il video a ricordo della cena di gala.

Occhi dei mass media puntati anche sui candidati sindaci che si sfideranno al ballottaggio: Alessandro Portesani per il centrodestra, Andrea Virgilio per il centrosinistra. Ma la campagna elettorale sta - giustamente - fuori da Santa Monica. È la sera delle toghe. E, quindi, delle mogli avvocate dei candidati. Portesani arriva con Anila Halili (è anche tesoriera dell’Associazione giovani avvocati di Cremona); Virgilio con Elena Guerreschi (è anche presidente di Aida, l’associazione che aiuta le donne vittime di violenza). Stanno un passo indietro, i candidati, alla cena di gala.

È la sera dell’avvocato cremasco Martino Boschiroli, premiato (e applaudito) con la toga d’oro: i 50 anni di iscrizione all’Albo.
Dopo i ringraziamenti, nel suo discorso il presidente Romanelli accompagna colleghe, colleghi e ospiti in un viaggio lungo 150 anni. Certo, «non posso fare questa sera la storia di 150 anni di Ordine — dice - però mi sembra giusto ricordare una figura apicale, quella di Ettore Sacchi, avvocato del Foro di Cremona e ministro della Giustizia, di cui quest’anno si celebra il centenario della morte». Applausi. Romanelli cita due date: 21 settembre 1945, la rinascita dell’Ordine degli avvocati di Cremona, primo presidente Giuseppe Cappi; 20 marzo 1948, la nascita dell’Ordine di Crema, primo presidente Clemente Sinigaglia. Ricorda, Romanelli, tutti i presidenti prima e dopo l’accorpamento di Crema a Cremona. Ricorda la prima iscritta all’Albo di Cremona, Maria Baltieri nel 1940, quindi Elena Soldi Castelli nel 1954, e l’avvocato Nicoletta Mansueto, iscritta all’Albo di Crema nel 1957. «Era una professione prettamente maschile. È giusto ricordare l’esempio e la vita professionale delle colleghe».

Il presidente Romanelli prosegue: «Come figura che può rappresentare tutto il Foro, ricordo quella di Giuseppe Cappi, il primo presidente del Dopoguerra. Fu anche eletto all’assemblea costituente, fece parte della commissione dei 75. Fu nominato giudice della Corte costituzionale il 30 novembre del 1955 e fu presidente della Corte costituzionale dal 4 marzo del ‘61 al 20 ottobre del ‘62. Credo che sia una figura importantissima della nostra storia e ci rappresenta tutti».

Per tracciare un profilo di Cappi, Romanelli prende spunto «dalle parole di un grande avvocato del Foro, il senatore Ennio Zelioli Lanzini, che fu anche presidente del Senato». E che «in occasione del suo discorso al Senato, di Cappi disse: ‘Cittadino semplice, sobrio, modesto nel tratto, servitore fedele dello Stato, grande nel prestigio, nell’esempio, nell’insegnamento’. Alla memoria di Giuseppe Cappi è dedicata tutta la nostra serata», sottolinea Romanelli.

Centocinquantanni: «È una storia che riguarda tutto il circondario». Accanto a Romanelli, lo stemma dell’Ordine degli avvocati «che, opportunamente, riproduce il simbolo sia della città di Cremona sia della città di Crema e di Casalmaggiore. Abbiamo 150 anni di storia alle spalle, ma fermarci a questo sarebbe un errore enorme. Noi dobbiamo pensare ai prossimi 150 anni , dobbiamo essere concentrati sul futuro, sapendo di avere un grande passato. Do inizio alla cena di gala dell’avvocatura. Evviva la libera avvocatura, evviva il Foro di Cremona». È anche la sera del presidente Romanelli, al quale, sottolinea l’avvocato Roberto Guareschi del consiglio dell’Ordine, «va un ringraziamento non solo per quello che ha fatto, che sta facendo e che farà, ma, soprattutto, per la passione e la dedizione che ci mette».

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