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L'ASSEMBLEA: LA FOTOGALLERY

Confindustria Cremona, con il 110% enorme sperpero risorse

Il presidente Allegri: "Serve una continuità nel tempo delle azioni riformatrici". Il ministro Urso, tra qualche settimana spero in accordo con Stellantis

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

13 Novembre 2023 - 11:59

CREMONA - «Il governo Meloni ha iniziato il suo mandato in un momento molto delicato, con tante complessità da affrontare e sicuramente con vincoli sulla capacità di spesa evidenti». Così il presidente degli industriali di Cremona, Stefano Allegri, nel corso dell’assemblea dell’associazione. «La coperta è corta - aggiunge - ma quello su cui dobbiamo riflettere è che si è accorciata nei decenni, indipendentemente dal colore politico di chi ha amministrato, per scelte che spesso hanno avuto respiro breve. Non commento però è mio dovere ricordare l’enorme sperpero di risorse spese per l'implementazione del 110% che ci ha indebitato per cifre astronomiche, un conto che equivale a 3 - 4 manovre di bilancio, soldi con cui avremmo sistemato la sanità e la scuola. Oggi che la stabilità di governo sembra garantita non dobbiamo perdere l'occasione di fare quelle riforme strutturali in grado di ridare vigore al Paese. Su alcune cose in particolare occorrerebbe davvero superare le barriere ideologiche, perché la crescita diventi volontà e interesse comune».

«L'Italia - prosegue Allegri - ha fatto scelte importanti e d’altronde inevitabili nel cercare fonti alternative di approvvigionamento del gas per uscire dal ricatto della Russia. Così come la manovra di bilancio che viste le scarse disponibilità di risorse, ma anche l’attenzione delle agenzie di rating, non poteva che concentrarsi su poche cose importanti come il cuneo fiscale. Detto questo però abbiamo bisogno di una continuità nel tempo delle azioni riformatrici. Che non devono essere di facciata ma strutturali ed il Pnrr è un’occasione irripetibile».

LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALLEGRI

«Abbiamo fatto un accordo quadro con l’Anfia e questo è il pilastro per l’intesa con Stellantis che mi auguro di poter annunciare da quì a qualche settimana». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in collegamento con l’assemblea degli industriali di Cremona. «Su 5.0 ci sono le risorse nazionali le quali, anche per il 2024 e 2025 saranno in campo, e si tratta di 3 miliardi di euro ai quali vogliamo aggiungere i fondi del Pnrr. Quindi - ha aggiunto  il ministro - pensiamo di poter destinare 5 miliardi di euro provenienti dal Pnrr più le risorse nazionali. Riteniamo che queste consentiranno di dare la spinta per accompagnare le imprese nella loro transizione che serve per la nostra competitività».

Il ministro Urso ha poi detto: «Abbiamo avuto due zavorre molto pesanti. Una è quella del superbonus e l’altra è quella dei
tassi d’interessi così alti. Con questi due zavorre abbiamo affrontato una manovra che è stata giudicata positivamente da tre agenzie di rating ed ora aspettiamo l’ultima. Contiamo di chiudere l’anno con il segno positivo e questa è la previsione di tutti. E non era scontato - ha aggiunto Urso - avere un segno positivo mentre la Germania è in recessione».

«L'industria è motore dell’economia italiana. Il governo è fortemente impegnato nella promozione degli interessi economici dell’Italia all’estero». Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un messaggio all’assemblea degli industriali di Cremona. «Sono molti gli strumenti - aggiunge - che abbiamo messo a disposizione delle imprese. Sullo sfondo, ma centrale, resta la piena attuazione del Pnrr alla quale attribuiamo l’assoluta priorità».

«Il patto di stabilità e di crescita ha una logica politica e non economica. Il patto può essere fatto solo da una nuova classe politica». Così il presidente della commissione affari esteri della Camera, Giulio Tremonti, nel corso dell’assemblea degli industriali di Cremona. «Questa classe politica attuale - aggiunge - è in scadenza e non vincerà le prossime elezioni. Se ci fosse un minimo di logica sicuramente bisognerebbe rinviare le decisioni sul patto di stabilità. Invece temo che c'è una logica diversa».

FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI

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