L'ANALISI
17 Giugno 2023 - 11:19
CREMONA - A Cremona è stata più volte, sul Po mai. Per la meloniana Barbara Mazzali, assessore regionale a Turismo, Marketing territoriale, Design, Moda e Grandi Eventi, il debutto sul Grande Fiume arriva alle 10 e 18 minuti di oggi. L’occasione: il taglio del nastro del nuovo attracco per imbarcazioni turistiche che accompagnano i visitatori nelle escursioni sul Po. «L’obiettivo del progetto — spiega l’assessore —, finanziato all’80% dal bando regionale ‘Lombardia to stay’ e risorse stanziate dal Comune di Cremona, ha la finalità di valorizzare il turismo fluviale».
Che è un «turismo lento» dove «acqua e natura si abbracciano». La Lombardia «attraversata da centinaia di fiumi e torrenti, è una ‘Regione d’acqua’, elemento naturale che è uno straordinario patrimonio da valorizzare all’interno dei nostri territori». Il nuovo imbarco «va in questa direzione: arricchirà l’offerta turistica fluviale, collegando itinerari ciclopedonali, lungo i quali si troveranno anche punti di ristoro e piccole attività commerciali, ricche di eccellenze artigianali che solo noi lombardi sappiamo fare».
Taglio del nastro con le autorità, poi l’imbarco sulla motonave Mattei, un’ora di navigazione e di interventi. L’assessore regionale Mazzali definisce «sorprendente» il territorio di Cremona con le sue eccellenze: dalla liuteria alle specialità enogastronomiche «che contribuiscono a un’offerta turistica a 360 gradi. Da questo nuovo ‘porto’ sarà possibile lasciarsi trasportare, in tutto relax, in un itinerario naturalistico sul nostro Grande Fiume».
Dall’assessore regionale all’assessore comunale al Turismo, da una Barbara all’altra: Barbara Manfredini. «Il potenziale turistico è pazzesco — dice —. Turismo slow, ‘lento, ma attento’. Bicicletta e navigazione, il binomio prefetto per conoscere sempre più un fiume che unisce anche Lombardia ed Emilia Romagna». Un turismo «che mette in rete i comuni rivieraschi dell’una e dell’altra sponda, che valorizza argini, attività ristorative, ricettive e percorsi naturalistici». Il sindaco Gianluca Galimberti (casual, in bermuda e t-shirt) ringrazia l’assessore Mazzali. «La sua presenza è indice della vicinanza di Regione Lombardia su tante progettualità legate al comparto del Po».
Il nuovo attracco è il risultato di una squadra. L’ingegnere navale Francesco Prinzivalli, è il progettista: «Da anni mi occupo di attracchi. Ne ho fatti diversi lungo l’asta navigabile. Ho sposato l’idea dell’attracco di Cremona. Ringrazio l’architetto Riccardo Zelioli, la dirigente Mara Pesaro (ora in pensione, ndr). Ho trovato nel Comune di Cremona un’atmosfera di fattiva collaborazione, che è importantissima. Questo attracco è un punto non di arrivo, ma di partenza. C’è bisogno di opere come queste, di itinerari turistici. Come ci sono gli itinerari delle piste ciclabili, ci vorrebbero anche gli itinerari del Po». Galimberti ringrazia il suo vice Andrea Virgilio, «la persona che in questi anni ha seguito, curato con una visione strategica il comparto del Po. Lo ringraziamo per la tenacia, la forza e la competenza».
L’altro suo grazie va all’assessore Manfredini «per la parte turistica, per la tenacia che ha messo in questi anni». Aggiunge: «Oggi non abbiamo inaugurato solo l’attracco. Noi portiamo avanti una visione politica, strategica sul Po. Negli ultimi anni, e lo dico con orgoglio, la percezione del Po come un elemento vicino alla città, della città, è aumentata. È una questione chiave. Quando diciamo ‘siamo una città di terra e di fiume’, diciamo che siamo una città che ha il fiume dentro la sua storia».
Il consigliere regionale di FdI, Marcello Ventura, frequenta il Po da quand’era bambino: «Questo è il terzo attracco fatto a Cremona dall’amministrazione. Il primo è naufragato con la piena, il secondo era vicino alla Motonautica. Spero che sia la volta buona perché l’attracco diventi un punto di partenza per il turismo fluviale, perché è una eccellenza e deve essere sfruttato. Il sindaco ha parlato di contratto di fiume, di ciclovia VenTo: sono stati bravi a cavalcare e portare avanti quello che avevamo iniziato con l’amministrazione Perri. Questi progetti devono andare avanti e continuamente crescere. Il fiume va fatto conoscere, è il nostro orgoglio».
Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd, è cremasco. Il suo fiume («un fiumicello») è il Serio. «Sono l’unico, qui, che il Po non lo frequenta, sono un pesce fuor d’acqua, ma questo non mi ha impedito di lavorare per il Po nei cinque anni in Regione Lombardia. Se questo attracco lo abbiamo ottenuto, è perché l’amministrazione è stata efficace da questo punto di vista e in Regione abbiamo lavorato perché queste risorse arrivassero».
Eletta con i voti dei cacciatori, tanto da guadagnarsi - «con orgoglio» - il soprannome di ‘lady carabina’, a Cremona l’assessore Barbara Mazzali è ‘lady rudder’ (timone, ndr). Elegante — top e pantaloni bianchi, giacca color giallo - si mette lei al timone e per un tratto conduce la motonave Mattei in navigazione sul Po, rotta piacentina. «Adesso si sta cavalcando l’onda di piena... Ora giri un po’ a destra, qui abbiamo ancora 4 metri di profondità… Adesso giri un po’ di là, ora a sinistra...». A darle le dritte è il capitano Federico Molinaro, 58 anni, comandante dal 1988 e comandante europeo (sono 7 in Italia), ma «al di là dei titoli», Molinaro è «barcaiolo» nell’anima.
Con il consigliere regionale di FdI, Marcello Ventura, fa da Cicerone all’assessore Mazzali. «Abbiamo appena superato la canalina... Sulla spiaggia che vedremo a destra, c’è il Cristo, una delle mete del fiume», le spiega Ventura. Molinaro le indica «l’isola del deserto, perché è un grandissimo sabbione anche se ora, con l’ultima piena importante, è ricoperto di vegetazione». «È l’isola che dai miei tempi, i ragazzi chiamano Ibiza, perché venivamo a giocare a pallone, a prendere il sole, poi ci buttavamo tutti in acqua a fare il bagno», la nota di colore di Ventura.
Fa domande al capitano, l’assessore. «Quando tu carichi un gruppo di turisti, hai già un accordo per portarli a mangiare?». «Assolutamente sì. Abbiamo tutti i ristoranti della zona. La rete di noi barcaioli è questa. C’è una grande solidarietà, perché il fiume ci dà tutto, ma ci toglie anche tutto, quando le piene sono importanti. E quando è così, ci si unisce. È la stessa cosa che succede con i marinai e i montanari. Quando tu vivi in simbiosi con la natura, è normale che ci si unisca. Per noi barcaioli, il fiume unisce, non divide».
Da Mazzali a Mazzeo, Tommaso, 37 anni, pilota motorista e calibratore della River Cruises. Prende lui il timone, perché all’interno è il momento dei «grazie» e dei discorsi. Molinaro dà ufficialmente il benvenuto a bordo della Mattei, motonave del 1914, «catalogata in Europa come nave storica: era un rimorchiatore della Marina Italiana – spiega -. Dal 2005, grazie a un contributo della Regione Lombardia è stata trasformata in nave passeggeri». La Mattei ha attraversato la Prima e la Seconda Guerra.
Sul display del pc scorrono le immagini di Peppone e don Camillo; i volti scavati degli sfollati in Emilia Romagna durante la piena del 1951; i volti della gente di fiume. «Gente speciale. Questa è la vita dei nonni, dei bisnonni, i renaioli — prosegue il capitano —. Erano tutti pescatori e cacciatori. I cittadini del fiume facevano lavori faticosissimi. Anche le donne. C’erano i Caronti». Come «la Nene, una signora che sostituì il papà morto giovane. Faceva la traghettatrice. Era di Ferrara. Era una signora di una grande forza». Un amarcord, per l’assessore Mazzali, natali a Reggio Emilia. «Io sono originaria dei paesi di Peppone e don Camillo, hanno rappresentato una parte della pagina del libro dei miei ricordi molto importante e nel rivederli è stato molto emozionante».
Sfoglia il libro dei suoi ricordi. «Sono nata sulle rive del Po; ho visto le foto del mio nonno che riempiva i sacchi durante la piena del 51. Io stessa in Protezione civile mi sono messa a disposizione per essere formata per riempire i sacchi durante la piena, perché appartiene alla nostra storia. Oggi avere cura del Po, riqualificarlo e pensare che sia uno strumento di valorizzazione dei nostri territori è fondamentale. Siete sulla strada giusta». Dà garanzia che «il mio assessorato promuoverà ulteriori investimenti sul turismo fluviale. Noi siamo una regione collegata dall’acqua e l’acqua per noi è sempre stata un punto fondamentale di convivenza. Ed è vero: l’acqua unisce». Perché «attraverso l’acqua, possiamo portare le decine, le migliaia, i milioni di turisti a conoscere quegli interni del nostro territorio che difficilmente verrebbero così conosciuti, perché non sono sulle strade iconiche e, quindi, non ci si arriva».
Perché «se non lo portiamo noi il turista dalla famosa signora Maria che produce il formaggio di alta qualità, difficilmente riusciamo a valorizzare il suo formaggio». Il Po «è uno strumento meraviglioso che ci ha dato il Signore. Bisogna averne cura, rendersi conto che è tanto generoso, ma l’Emilia Romagna ci insegna che tanto ci toglie. Vuol dire averne rispetto anche all’interno, cosa che negli ultimi 30-40 anni non è stata fatta. Ricordo il mio nonno che mi diceva che gli alvei andavano dragati, puliti. Anche la rinaturalizzazione deve seguire dei processi che non possono solamente essere di bellezza naturale, ma devono assolutamente accompagnarsi ad un’ingegneria idraulica che ci spieghi che troppi fusti sulle rive non è cosa buona. Quindi, attenzione». Un’ora di navigazione sul Po che scorre lento, acqua e natura che si abbracciano. L’attracco, l’aperitivo servito dalla signora Marisa, moglie di Molinaro, le foto ricordo e il congedo dell’assessore con la promessa di tornare sul Grande Fiume. «Ne ho apprezzato la bellezza».
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