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LA GUERRA DI PUTIN

Crema ha una sola voce: «Le armi ora tacciano»

Marcia e fiaccolata con il sindaco Bonaldi, il vescovo Gianotti, decine di associazioni e tanti ucraini

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

28 Febbraio 2022 - 10:12

CREMA - Piazza Duomo gremita, così come la basilica di Santa Maria e il sagrato del santuario. Nel mezzo una marcia silenziosa, un lungo serpentone di gente, molti con le fiaccole in mano, che hanno percorso i due chilometri di distanza che separano i due luoghi simbolo della città. «Insieme, tutti fratelli e sorelle», un migliaio, forse di più, per chiedere di fermare subito le armi in Ucraina, per far sentire la voce dei cremaschi che dicono «No alla guerra» e «Sì alla Pace». In corteo sindaci, sacerdoti, rappresentanti di associazioni e gruppi di volontariato, semplici cittadini e tanti ucraini: badanti, operai, bambini e ragazzi con le bandiere gialle e azzurre, i cartelli, il cuore gonfio di paura e gli occhi lucidi per la tragedia che stanno vivendo i loro cari rimasti in patria.

Una marcia della pace che ha vissuto prima il momento religioso, con la preghiera ecumenica in basilica, poi quello laico con il corteo arrivato poco dopo le 20 in una piazza Duomo silenziosa. Sino a un paio d’ore prima, aveva ospitato centinaia di bambini e adulti festanti per la domenica di carnevale, seppur senza sfilata. Sotto il balcone del Palazzo comunale si sono alternati al microfono il sindaco, Stefania Bonaldi, il vescovo Daniele Gianotti e una rappresentante degli ucraini cremaschi. «Un pensiero affettuoso per gli ucraini che vivono qui, pensando alle loro famiglie, ai loro amici e parenti che sono sotto le bombe – ha esordito il presule –: siamo pronti come Diocesi a favorire tutte le azioni di aiuto, sostegno e accoglienza che si potranno mettere in atto per le vittime di questo conflitto. Da cristiano e da vescovo non posso non sottolineare che ci sono anche dimensioni religiose nell’azione che la Russia ha intrapreso contro l’Ucraina. Dobbiamo riconoscere che questa è anche una guerra tra cristiani e questo ci impegna a perseguire ancora più risolutamente le vie del dialogo ecumenico in particolare tra ortodossi, greco cattolici e cattolici latini. Qui a Crema c’è una bella tradizione che non vogliamo lasciar cadere. Sabato alle 15 in cattedrale pregheremo tutti insieme contro la guerra. Sono infatti consapevole che sarebbe ipocrita invocare oggi la pace se poi non si lavorasse continuamente per creare una mentalità in questa direzione. Abbiamo inoltre bisogno di una conversione complessiva del nostro modo di scambiarci la parola, perché sia sempre più sincera la nostra ricerca della pace».

Il sindaco Bonaldi ha aggiunto: «Le immagini che stiamo vedendo in queste ore sono drammatiche, i bambini e gli anziani nelle cantine e nei bunker e gli adulti, tra cui tantissimi giovani, per strada a difendere le loro case. I sentimenti che si provano sono di grandissima tristezza e angoscia, vogliamo essere vicini agli ucraini delle nostre comunità e la presenza di tanti sindaci lo conferma. C’è chi ogni tanto fa ironia sul senso di queste manifestazioni, sull’utilità pratica che possano avere, ma è il nostro modo per esprimere pubblicamente il nostro desiderio di pace e la solidarietà al popolo ucraino. Diciamo anche senza ambiguità che siamo dalla parte della libertà e della democrazia e che atti scellerati di guerra come quello a cui abbiamo assistito da parte di un capo di Stato che disprezza i principi del diritto internazionale e della civile convivenza tra i popoli sono da condannare senza appelli». Da oggi il Comune fornirà indicazioni a chi vuole aiutare il popolo ucraino con donazioni.

FOTOGALLERY: FOTOLIVE/JACOPO ZANINELLI

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