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LA GUERRA DI PUTIN

Breccia: «Un nuovo Afghanistan. Ecco cosa rischia lo zar»

L'esperto di strategia militare e storico bizantinista, analizza crisi e possibili sviluppi: «Per adesso l’Occidente mostra tutta la sua debolezza. Chi ne trarrà vantaggio è la Cina»

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

28 Febbraio 2022 - 05:20

Breccia: «Un nuovo Afghanistan.  Ecco cosa rischia lo zar»

Lo storico Gastone Breccia e manifestazioni contro Putin

CREMONA - Il tono è fra il sorpreso e il preoccupato. Gastone Breccia guarda con l’occhio dell’esperto di strategia, oltre che di storico bizantinista – come dire la culla della civiltà russa –, a quanto sta accadendo in Ucraina. «Ritenevo impensabile un’invasione dell’Ucraina simile a quella a cui stiamo assistendo oggi; come me molti altri osservatori ed esperti di geopolitica e strategia», afferma il docente del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, fra i massimi studiosi italiani di storia militare. «L’obiettivo di Putin è chiaro. Si sente minacciato dalla Nato e vorrebbe riportare la Russia agli antichi splendori dell’impero degli Zar. Buona parte degli Stati che un tempo facevano parte del Blocco di Varsavia oggi sono membri della Nato. Putin si sente assediato. E poi l’Ucraina ha un suo valore unico».

Perché?
«A Kiev nasce la Russia. Il grande principe Vladimir, che le fonti indicano per primo come di stirpe rus’, nel 988 si converte al Cristianesimo ortodosso per prendere in sposa la principessa Anna, figlia dell’imperatore di Bisanzio Basilio II. In questa scelta, come nelle successive campagne militari di Vladimir di Kiev, ci sono le origini della Russia: e l’eventuale ingresso dell’Ucraina nella Nato significherebbe, per Mosca, un distacco traumatico dalla propria storia».

Quale scenario si può ipotizzare per questa guerra che sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso?
«Gli scenari possibili sono diversi, ed è difficile fare previsioni. La resistenza degli ucraini a Kiev (e altrove) pone scenari non certo da guerra lampo; questo crea grosse difficoltà a Putin, che sta aprendo spiragli di trattativa diplomatica».

Cosa intende dire?
«Nell’appello di Putin ai militari regolari della nazione Ucraina di prendere il potere c’è il progetto di eliminare Zelensky e poi creare a Kiev un governo filorusso che rinunci al progetto dell’Ucraina di entrare nell’Unione Europea e nel Patto Atlantico. La resistenza ucraina sta facendo intravedere però il rischio concreto che il conflitto si trasformi in una lunga guerriglia. Proprio ieri i telegiornali hanno fatto vedere che i civili ucraini si stanno armando e sono disposti a combattere casa per casa. Dopo l’occupazione della Crimea, il riconoscimento delle repubbliche separatiste da parte di Mosca e l’invasione delle truppe russe, il rischio per Putin è di avere a che fare con un nuovo, lungo e devastante Afghanistan alle porte di casa».

E intanto Nato e America stanno a guardare?
«Col senno di poi si direbbe che la Nato avrebbe dovuto minacciare con più insistenza e convinzione un suo pesante intervento prima che Putin invadesse l’Ucraina. Forse questo sarebbe servito da deterrente. L’Occidente, in questo momento, è debole; Vladimir Putin lo sapeva e ha pensato di approfittarne. L’America non manderà i suoi soldati sul campo, ma – come ha detto Biden – assisterà la resistenza fornendo aiuti di ogni tipo, non soltanto armi e munizioni, ma informazioni di importanza strategica. Non da ultimo, se la situazione dovesse precipitare, anche la possibilità a Zelensky di mettersi in salvo e mantenere in vita un governo legittimo all’estero. La Nato interverrà solo nel caso in cui ci sia un’aggressione diretta a uno dei paesi che fanno parte del Patto Atlantico: per questo le truppe si stanno preparando ai confini di Polonia, Romania, Ungheria. Le più preoccupate sono le repubbliche baltiche: in particolare Estonia e Lettonia, confinanti con la Russia, che temono di essere i prossimi obiettivi di Putin. Bisogna vedere fino a che punto Putin arriverà. Uno scenario allargato mi sembra impensabile… ma molti credevano impensabile anche l’invasione dell’Ucraina, me compreso».

E il ruolo della Cina?
«Per ora la Cina si è mantenuta abbastanza defilata. Credo che sarà la potenza che si avvantaggerà maggiormente da quanto sta accadendo. Xi Jinping era probabilmente informato delle intenzioni di Putin fin dal loro incontro durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino. Molti analisti temono che la Cina possa approfittare del conflitto ucraino per agire contro Taiwan. Una cosa è certa: anche questa crisi dimostra, almeno per ora, la debolezza dell’Occidente. Le sanzioni non sono sufficienti a impedire un conflitto e soprattutto rischiano di ritorcersi contro chi le ha decise. E questo Putin lo sa bene».

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