L'ANALISI
12 Febbraio 2022 - 17:01
SAN GIOVANNI IN CROCE - La comunità di San Giovanni in Croce oggi pomeriggio si è stretta in un abbraccio corale intorno alla famiglia di Danio Asinari, il bibliotecario dell’Università Statale nella sezione di informatica, biologia, chimica e fisica, scomparso improvvisamente lunedì scorso all’età di 52 anni.
Gremita la chiesa parrocchiale e tante persone in piedi durante la funzione funebre celebrata a partire dalle 14.30 dal parroco don Diego Pallavicini che nell’omelia ha interpretato il pensiero di tutti rinnovando “le più sincere condoglianze al fratello Pierguido, al papà Tarcisio che giustamente, per la sua situazione di salute e di anzianità, non è qui ma sicuramente da casa sta pregando con noi, a Fabiano (l’altro fratello, nda), a Federica (la fidanzata, nda), a parenti e amici che soffrono per la perdita improvvisa del nostro fratello Danio. E’ in momenti come questi, quando la morte provoca delle lacerazioni profondissime e lascia dei vuoti difficilissimi da colmare, che c'è bisogno di presenze amiche e di una comunità che si stringa in un abbraccio affettuoso per cercare il più possibile di far sentire quel valore che la morte sembra aver spento in maniera quasi inarrestabile e senza possibilità di recupero. Siamo qui per questo, per testimoniarvi questa nostra vicinanza a questo nostro affetto per dirvi che non siete soli in questo momento certamente difficile e complesso del percorso di vita della vostra famiglia. Se volete, ciascuno di noi è al vostro fianco sostenervi, per offrire l'aiuto che vi serve per riprendere con speranza il cammino della vostra vita”.
Don Diego ha aggiunto che la presenza della comunità non è in grado di dare un senso a quello che è accaduto: “Non è in grado di riaccendere quella luce di cui c'è bisogno in questi momenti per guardare al di là della morte e cercare di comprendere che cosa ci aspetta dopo il traguardo della nostra esistenza terrena. Abbiamo bisogno di una parola che va oltre le nostre parole umane e solamente il buon Dio ce la può dire”.
Commentando il passo evangelico di Luca (“Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese…”), don Pallavicini ha osservato che "nessuno si sarebbe aspettato che la vita del nostro fratello Danio si sarebbe interrotta adesso, in questa maniera così impensabile, che ci lascia davvero un grande vuoto. La morte è qualcosa che ci è totalmente oscura e che non possiamo programmare. Possiamo solo prepararci a restituire gli anni che ci sono stati donati pieni di bene e di cose belle”.
Riferendosi poi ad un brano di Giovanni sull’Apocalisse, il parroco he sottolineato di averlo scelto “perché ci richiama un'immagine che ci ricorda una delle passioni più grandi che sono esistite nella vita di Danio, la passione per i libri. Si parla del libro della vita e di tanti altri libri che raccontano l’esistenza di ciascuno di noi. Libri bianchi al momento della nostra nascita che però poi verranno scritti pian piano a quattro mani, con Dio. In questo momento immaginiamo il nostro fratello Danio seduto accanto al buon Dio a rileggere il libro della sua esistenza”.
Don Diego ha fatto riferimento al tanto bene che Danio è stato in grado di realizzare nella sua purtroppo breve esistenza, “alle tante occasioni in cui ha saputo regalare un sorriso alle tante persone che ha incontrato nel suo percorso con la sua simpatia, la sua spontaneità, la sua affabilità”.
Al termine, prima della benedizione, ha parlato un amico di Roverbella di Danio, Giuliano Annibaletti, presidente della cooperativa Charta di Mantova e compagno di università di Asinari: “Ricordo ancora quel giorno di novembre del 1988 quando ci siamo incontrati nel cortile della Statale. “Scusa, sai dov’è la biblioteca?”, mi hai chiesto. Queste le prime parole che mi hai detto. Ho sempre pensato fosse una sorta di premonizione rispetto a quello che avresti fatto e quella che sarebbe stata la mia professione. “Sì lo so, ci sto andando”. Da allora siamo diventati amici, ci siamo scambiati i numeri di telefono, ma tu mi hai dato l’ultima cifra sbagliata, perché inizialmente non ti fidavi. Abbiamo passato insieme tanti momenti, tanti corsi di laurea, vacanze. Il tuo sguardo ironico nei confronti della vita e delle persone mi ha sempre accompagnato e tuttora ogni giorno uso le tue battute per essere più allegro. Io ti prometto che continuerò a usarle e tu promettimi che continuerai a farne in paradiso”. Parole accolte da un applauso, prima del trasferimento del feretro al cimitero per la sepoltura.
FOTOGALLERY: FOTOLIVE/ RAFFAELE RASTELLI
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